Cissaca: fiato sospeso su tre fronti
In attesa di conoscere l'entità dei prossimi trasferimenti finanziari regionali, cresce lattesa per capire quale sarà la nuova formula adottata dopo lo scioglimento imposto per legge. Intanto prosegue il dialogo fra avvocati con il Comune di Alessandria dopo lingiunzione di pagamento presentata le scorse settimane
In attesa di conoscere l'entità dei prossimi trasferimenti finanziari regionali, cresce l?attesa per capire quale sarà la nuova formula adottata dopo lo scioglimento imposto per legge. Intanto prosegue il dialogo fra avvocati con il Comune di Alessandria dopo l?ingiunzione di pagamento presentata le scorse settimane
Le altre questioni fondamentali a tenere banco in questo periodo sono sicuramente l’ingiunzione di pagamento per 8,3 milioni di euro presentata dal Cissaca al Comune di Alessandria e la prossima forma giuridica che il Consorzio dovrà adottare. Palazzo Rosso nei giorni scorsi ha contestato l’ingiunzione di pagamento sollevando due ragioni in particolare: da un lato non riconoscendo la “terzietà” dell’Ente rispetto al Comune stesso, dall’altro eccependo che sia in atto una sorta di conflitto d’interesse poiché nel cda dell’Ente ci sono componenti nominati proprio dal Comune di Alessandria. Anche su questo aspetto però i vertici del Cissaca paiono avere le idee chiare, e replicano: “la situazione che si è venuta a creare con l’Amministrazione del Comune capoluogo è certamente dolorosa. Quella dell’ingiunzione di pagamento è stata per noi una scelta tanto obbligata quanto difficile, figlia di una sofferenza di liquidità che rischia di stritolare servizi fondamentali per i cittadini in difficoltà, in un contesto caratterizzato invece da una gestione dell’Ente virtuosa e che anche quest’anno è stata capace di chiudere in pareggio, pur con una situazione di crisi economica generalizzata che è sotto gli occhi di tutti. Con il Comune di Alessandria il dialogo è aperto da tempo, ma purtroppo i tanti piani di rientro concordati sono stati spesso rispettati solo per i primi mesi, venendo poi disattesi. Quella di passare alle vie legali per noi è stata l’unica soluzione rimasta, e non c’è certo la volontà di dare ‘colpi di grazia’, ma solamente di tutelare la continuità di servizi di vitale importanza. Il ruolo del capoluogo per noi resta centrale, e anche l’anno scorso i trasferimenti sono comunque stati ingenti (3 milioni e 600 mila euro), anche se a fronte di servizi offerti per un valore ben maggiore (praticamente 3 volte tanto). Riguardo alle obiezioni mosse dal Comune, la nostra posizione, portata avanti nel confronto fra avvocati, è che la ‘terzietà’ del Cissaca sussista eccome, visto che noi siamo un Consorzio e non una partecipata. Speriamo che nei prossimi giorni ci siano sviluppi positivi, e dal Comune arrivi una proposta seria che consenta di darci un po’ di respiro”.
Per quel che riguarda il futuro del Consorzio infine, dopo la proroga che consentirà di mantenere l’attuale assetto fino a ottobre, una chiara indicazione è arrivata dall’assemblea dei sindaci. L’intenzione è quella di costituire una Unione di Comuni, formula che consentirebbe di mantenere la gestione associata dei servizi e continuare a funzionare sostanzialmente come è stato finora. L’unica difficoltà potrebbe essere rappresentata dai Comuni con una popolazione inferiore ai 1000 abitanti (Bergamasco, Borgoratto, Carentino, Castelspina, Frascaro, Gamalero, Pietramarazzi e Piovera), costretti dalle nuove disposizioni di legge a gestire in maniera associata sostanzialmente tutti i servizi e non solo quelli socio assistenziali. “Siamo comunque fiduciosi che una soluzione alla fine si troverà – commentano dal Cissaca – anche perché è impensabile che questi Comuni possano gestire servizi così complessi da soli. I sindaci sono stati chiari: l’intenzione è quella di non delegare all’Asl ma di procedere con l’Unione”. L’unica realtà che avrebbe le forze per gestire i servizi in autonomia sarebbe il capoluogo, ma, vista anche la situazione finanziaria nella quale si trova, è probabilmente più conveniente che continui a partecipare all’Unione. In Piemonte, quattro degli otto capoluoghi (Asti, Novara, Torino e Vercelli) gestiscono direttamente i servizi, mentre gli altri, come Alessandria, ricorrono a una delega a un consorzio.
La prossima tappa è prevista per il 30 aprile, data entro la quale i sindaci del Cissaca dovranno approvare il bilancio consuntivo, l’ultimo dell’attuale Consorzio, in attesa di conoscerne il futuro, tanto da un punto di vista finanziario quanto da quello organizzativo.