Copia e incolla
Beccato in flagranza di prelievo testuale dal programma elettorale del neo Sindaco di Milano, uno dei primi candidati (poi sono diventati una pletora) alla carica di Primo Cittadino di Alessandria, si è preso i sarcasmi del caso e ha cercato di uscire, col minimo dei danni, dallangolo in cui si era (inconsapevolmente!) cacciato, attribuendo ai materiali estensori del suo programma la condivisione di alcuni temi sviluppati da Pisapia
Beccato in flagranza di ?prelievo testuale? dal programma elettorale del neo Sindaco di Milano, uno dei primi candidati (poi sono diventati una pletora) alla carica di Primo Cittadino di Alessandria, si è preso i sarcasmi del caso e ha cercato di uscire, col minimo dei danni, dall?angolo in cui si era (inconsapevolmente!) cacciato, attribuendo ai materiali estensori del suo programma la ?condivisione? di alcuni temi sviluppati da Pisapia
E dire che, con un minimo di cautela e senza la smania di bruciare tutti sui tempi del rito-programma, sarebbe bastata una fugace, innocua citazione dell’originale per contenere l’abuso nei limiti dello stile, quasi mai eccelso, delle esternazioni elettorali.
Ora, dopo i segnacci a matita blu a margine del compito dello sfortunato candidato, sarà interessante vedere se e come saranno chiosati gli altri programmi elettorali in via di ultimazione e pubblicazione. Copiature pedestri a parte, è possibile, è probabile che vi largheggi il ricorso a temi e impegni buoni per tutte le stagioni, per tutte le latitudini e tutti i palati civici. Del resto già diversi anni addietro (all’epoca dei fax e non ancora del web) qualche bello spirito aveva concepito una tabella a doppia entrata contenente frasi ad incastro buone per costruire, scegliendo fior da fiore, un numero elevato di proclami elettorali sufficientemente potabili alla luce del corrente linguaggio politico: uno spasso!
Detto dei programmi, se qualcuno avesse in mente di stendere un “manuale di estetica elettorale” farebbe bene a dedicare un capitolo agli slogan che spesso accompagnano i “faccioni” dei candidati, esibiti dai manifesti che rincorrono il cittadino in ogni dove nel tempo delle libere affissioni. Provare a prenderne nota prima che scompaiano. Sono per lo più banali, inconcludenti, cervellotici, penosamente accattivanti, questo ti solletica, quell’altro ti prende di petto, sarò tuo, sarai mio, saremo insieme, impegno, tanto impegno e sviscerato amore per la città.
Un programma, un pingue programma, magari pochi lo leggono, ma i faccioni e gli slogan di contorno ti perseguitano senza requie (ma poi, chi ha detto che ci vuole lo slogan – uso commerciale – sul manifesto politico? Forse gli esperti che ti vendono la grafica con un supplemento-slogan?). Certo, una scopiazzatura stona, ma non è l’unico sgarro che si può propinare all’intelligenza del cittadino aspirante elettore.
Chi invece di affrontare un manuale di estetica volesse poi cimentarsi con un “breviario di etica elettorale”, non dimentichi di ripercorrere, in apposito capitolo, i diversi modi coi quali, disponendo un’apposita, tempestiva commessa di lavoro nel settore dell’immagine istituzionale, ci si può procurare – a spese pubbliche – un amichevole, disinvolto aiutino per i propri maneggi elettorali.
Altro che impiccare l’incauto copia-incollatore all’albero della buona creanza!
[Dal blog appuntialessandrini.wordpress.com]