Superiamo il derby politico
Alessandria e Casale Monferrato: creare un sistema a rete per tutta larea provinciale. Bisogna dare segnali nuovi; se del caso invertire rispetto a indirizzi passati; riprendere un dialogo con gli altri centri zona
Alessandria e Casale Monferrato: creare un sistema a rete per tutta larea provinciale. Bisogna dare segnali nuovi; se del caso invertire rispetto a indirizzi passati; riprendere un dialogo con gli altri centri zona
Gli alessandrini saranno interessati o colpiti dalle affermazioni riguardanti le vicende del Bilancio, dalle difficoltà di alcuni amministratori coinvolti nella sua gestione, o da tutto l’armamentario, positivo o meno che sia, che precede l’esito elettorale (promesse, proposte, richieste, polemiche, progetti, risultati raggiunti o fallimenti addebitati).
Per chi non è residente nel capoluogo, a parte il tifo per amici candidati, o per la lista di cui si condividono le visioni politiche e la cultura civica, possono esserci anche altri elementi a suscitare interesse.
Per chi poi è monferrino può scattare anche un atteggiamento collegato alla storica rivalità tra i due territori: Casale Monferrato e Alessandria hanno alle spalle una storia (anche recente) di scontri o incomprensioni.
Persino nello sport (dal mitico quadrilatero del calcio: Novara Vercelli, Alessandria e Casale M.) i derby hanno infuocato i rapporti.
Da casalese, pur senza alcuna responsabilità pubblica o ruolo rilavante o rappresentanze da tutelare, come si vede questo momento? So che alla domanda molti rispolvererebbero le solite rivalità, tutte le istituzioni o iniziative che Casale ha perso “per colpa loro, perché non ci aiutano, perché vogliono tutto loro”: e giù a esemplificare con “adesso ci faranno chiudere l’Università per rafforzarsi contro Novara; per la Corte d’Appello non hanno sostenuto la nostra candidatura; anni fa hanno tentato di concorrere per l’aeroporto; per l’ASL abbiamo dovuto lottare per avere riconosciuta la sede legale che poi è svuotata di contenuti; c’è una visione centralistica a favore del capoluogo (anche trasporti, Tribunale, ecc. andranno in difficoltà, e la presenza di una Fondazione Bancaria favorisce più il capoluogo rispetto alla periferia)”, e avanti con le accuse anche a chi in Provincia non si fa carico del casalese quanto immaginato dai critici. Si accusano i politici casalesi di sudditanza o di ignavia verso Alessandria.
Casale M. ha proprie colpe, e a sua volta ha perso la capacità di “fare politica estera” mantenendo rapporti positivi con gli altri; e ha perso capacità progettuale e peso non solo nella parte politica, ma nella classe dirigente in senso più ampio. La città però si sente indebolita rispetto ad un passato non molto remoto, e la voglia di protestare e allearsi con chi promette di più rischia di acquistare consensi: le ipotesi (solo ipotesi, perché di concreto non si è visto niente!) di allargare la Provincia di Vercelli al casalese con Casale Monferrato co-capoluogo ha allettato i più attivi rivendicazionisti.
Ebbene, andando anche controcorrente, e disposto a ricevere improperi dai miei concittadini, io dico che è ora di collaborare: continuando a dividersi, o a ignorarsi, o a combattersi perderemo tutti.
Alessandria è il capoluogo, ma avrà futuro se terrà legato il territorio; è anche un lavoro della Provincia!, ma è Alessandria che può giocare una partita diversa, pensando e agendo con una visione più vasta.
Bisogna dare segnali nuovi; se del caso invertire rispetto a indirizzi passati; riprendere un dialogo con gli altri centri zona; pensare che aiutare a ridare forza al casalese, al Monferrato, può dare un ritorno anche al capoluogo, perciò va individuato con Casale M. ciò che a livello di infrastrutture (comunicazione, logistica, ecc.) e di funzioni e servizi (corsi scolastici, formazione, Università, reparti ospedalieri, sostegni all’agricoltura, al turismo e all’industria, e quant’altro) deve essere garantito ai territori periferici.
Soprattutto, di fronte alla “rivoluzione” che investirà le istituzioni (quali enti intermedi? se questo livello di governo verrà mantenuto; quale futuro per i piccoli comuni? che aggregazioni territoriali? …) è importante creare un sistema a rete che sappia offrire un pacchetto per tutta l’area provinciale e non solo incentrata su una sola città: la Provincia di Alessandria ha la specificità di essere “federata”, ma ciò non significa indifferenza dei centri zona rispetto al capoluogo né abbandono delle varie zone socio economiche a sé stesse.
Lo ripeto: è soprattutto un compito della Provincia, quello di tenere insieme il territorio e di pensare, con i territori, le tendenze di sviluppo per il futuro di ognuno di essi; ma chi guida Alessandria non può sentirsi esonerato dall’agire nella stessa direzione, anzi, a volte è più importante la decisione che questa assume a giocare sui rapporti fra le diverse zone!
Si devono trovare, in modo equilibrato senza ricatti o polemiche, i motivi dello stare insieme e del progredire insieme.
Dobbiamo superare divisioni secolari (pur se ci saranno sempre tendenze a competere, e concorrenza) ma se ci si sente parte di una comunità, competizione e concorrenza assumono una prospettiva positiva e si cerca di aiutare le potenzialità e le risorse ora dell’uno ora dell’altro.
Venendo al dunque, allora, penso che sia legittimo chiedere (da monferrino) a chi concorre alla poltrona da Sindaco, e alle coalizioni che sostengono i candidati, di avere una visione più ampia del semplice territorio comunale di Alessandria e disporsi a ragionare anche con il Monferrato sugli investimenti, le infrastrutture, gli uffici pubblici, e le iniziative che servono a rafforzare il capoluogo e quelli che è giusto lasciare decentrate (nella fattispecie al casalese), e come aiutarsi vicendevolmente anziché continuare una partita che può indebolire entrambe le zone.
Altrimenti, al di là di chi risulterà vincitore, del suo impegno e delle sue capacità, alla lunga ci si ritroverà ad essere tutti isolati e con una provincia sbriciolata, con tentazioni separatiste e campaniliste.
I derby lasciamoli allo sport; sfottiamoci per le gare vinte o perse sui campi da gioco.
Gli scontri appartengono al lontano passato dei primi secoli del secondo millennio; per il terzo millennio servono altre strategie, altri strumenti, e una nuova coscienza civile che aiuti a crescere insieme.
Un crescere insieme con una coscienza civile nuova come è venuto dalla bella iniziativa del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte Orientale in collaborazione con il Centro di Eccellenza per il Management Sanitario della stessa Università: un incontro pubblico sul tema Il caso Eternit di Casale Monferrato:dramma collettivo, vicende giudiziarie,decisioni pubbliche svoltosi ad Alessandria il 23 marzo scorso. Un’occasione preziosa, non solo per parlare di bonifiche e ricerca, ma per aiutare a fare del Caso Casale – del “laboratorio” Casale un punto di partenza, anche sotto l’aspetto civile, culturale, e politico, per un modo nuovo di affrontare i problemi del lavoro, dell’ambiente, della ricerca sanitaria, della convivenza sociale, della cittadinanza e della partecipazione attiva, mettendo insieme istituzioni, sapere (scuola, Università, ricerca), popolazione e associazioni: un impegno di lavoro e una consapevolezza sociale e civile per tutta la provincia, a cominciare dal suo Capoluogo.
[Tratto da Appunti Alessandrini]