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Dopo la sentenza del Tar che ne sarà della riorganizzazione comunale?
Verso il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza Tar che annulla le delibere di assegnazione degli incarichi a tre dirigenti comunali, Pellizzone, Rossi e Sirchia
Verso il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza Tar che annulla le delibere di assegnazione degli incarichi a tre dirigenti comunali, Pellizzone, Rossi e Sirchia
Gli uffici dell’avvocatura del comune stanno ancora valutando se ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar regionale del Piemonte che ha dichiarato illegittime le delibere di conferma nel ruolo di dirigenti, in aree di competenza nuove, di Nicola Sirchia, Enrico Pellizzone e Pier Giuseppe Rossi. Quest’ultimo, raggiunto telefonicamente, dice di “non aver ancora avuto il tempo di leggere la sentenza” e che comunque non spetterà a lui decidere, bensì a chi ha firmato la delibera. Analoga risposta dall’ufficio del Sindaco e dall’ufficio del personale: prendere qualche giorno di tempo per capire come muoversi. E’ però certo che della questione se ne stia occupando l’ufficio legale. L’incarico di direttore dei lavori e delle Opere Pubbliche era ricoperto in precedenza dall’ingegnere Marco Neri dal quale è partito il ricorso al Tar. Ed è la posizione di Sirchia quella che appare più a rischio. Pellizzone è infatti già in pensione mentre Rossi era già nell’organico comunale, sebbene in un’altra posizione.
La riorganizzazione, spazzata via con la sentenza, aveva ridisegnato lo scacchiere delle dirigenze comunali, affidando a Pellizzone il Servizio di Pianificazione, Sviluppo Territoriale ed Economico e Lavori Pubblici. Rossi invece era stato messo a capo invece delle aree per i Servizi alla Città, Persona e Sicurezza e Sirchia alla direzione Opere Pubbliche. Spostamenti decisi con una delibera mentre, stando alla sentenza Tar, tali incarichi avrebbero dovuto essere assegnati a seguito di una “procedura adeguatamente pubblicizzata”, ossia un concorso.
La scelta del Tar, oltre alle conseguenze “pratiche” che potrebbero essere congelate fino a dopo le elezioni, rischia tuttavia di creare un precedente su un percorso di nomina diretta utilizzato dall’amministrazione anche in altre circostanze.
La riorganizzazione, spazzata via con la sentenza, aveva ridisegnato lo scacchiere delle dirigenze comunali, affidando a Pellizzone il Servizio di Pianificazione, Sviluppo Territoriale ed Economico e Lavori Pubblici. Rossi invece era stato messo a capo invece delle aree per i Servizi alla Città, Persona e Sicurezza e Sirchia alla direzione Opere Pubbliche. Spostamenti decisi con una delibera mentre, stando alla sentenza Tar, tali incarichi avrebbero dovuto essere assegnati a seguito di una “procedura adeguatamente pubblicizzata”, ossia un concorso.
La scelta del Tar, oltre alle conseguenze “pratiche” che potrebbero essere congelate fino a dopo le elezioni, rischia tuttavia di creare un precedente su un percorso di nomina diretta utilizzato dall’amministrazione anche in altre circostanze.