Io non ci sto
Cari Giudici della Corte dei Conti, come ebbe a dire la buonanima di Scalfaro: io non ci sto! Non ci sto al vostro tergiversare, al vostro dilazionare e vi spiego i motivi che coinvolgono tutti.
Cari Giudici della Corte dei Conti, come ebbe a dire la buonanima di Scalfaro: io non ci sto! Non ci sto al vostro tergiversare, al vostro dilazionare e vi spiego i motivi che coinvolgono tutti.
In tale confronto elettorale – che, già di per sé, è piuttosto un “brodo primordiale”, da dove si può arguire come sia più facile escano velociraptors che homini sapiens –, il clima sarà infuocato e non credo ce ne sia bisogno. I cittadini, già disorientati per le decine di liste, tra l’altro quasi con gli stessi menù, si disamoreranno maggiormente alla politica, accomunando profeti, falsi profeti, onestà civica e egoistici profitti, senza saper scegliere con un orientamento consapevole. Vi pare un bello scenario? Se poi uno riflette sugli emolumenti che i togati percepiscono (non so quelli della Corte dei Conti, ma non è rilevante), pubblicati recentemente da La Stampa, non si può che rammaricarsi, in quanto l’assunzione di responsabilità sarebbe stata d’obbligo.
Invece no, si è optato per il gioco dell’elastico, che non rasserena il confronto ma dà fuoco alle polveri.
Mi auguro, allora, che tutta questa pletora di folgorati sulla strada di Damasco, con l’improvvisa vocazione a Sindaco e soprattutto i maggiori contendenti, abbandonino un momento la pur grave, insoluta querelle, per parlare solo di programmi, nell’interesse di una città che comunque andrà amministrata, stanti le reali ristrettezze economiche. Tuttavia, io cittadino, ancor prima che elettore, ho sentito il dovere di affermare, davanti ai rimpalli, un purtroppo inane “non ci sto”: almeno mi sfogo!
[Dal blog di Ugo Boccassi]