Home
Appaio dunque sono: adolescenti allo specchio
Il professor Gustavo Charmet, ospite allAcsal, presenta il suo ultimo libro e propone un ritratto inedito dei giovani doggi
Il professor Gustavo Charmet, ospite allAcsal, presenta il suo ultimo libro e propone un ritratto inedito dei giovani doggi
Essere adolescenti ed essere genitori oggi: un argomento spinoso e denso, che ha trovato spazio nell’ultimo appuntamento dei Giovedì Culturali dell’Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria, lo scorso 15 marzo. Relatore principale della serata è stato il professor Gustavo Pietropolli Charmet, uno dei massimi esperti dell’età evolutiva, psicanalista e psichiatra e docente di Psicologia Dinamica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. La serata è stata introdotta e moderata delle psicologhe Maria Grazia Caldirola e Patrizia Farello. Nell’occasione è stato presentato anche l’ultimo libro del professore, edito da Laterza, Fragile e spavaldo, in cui confluiscono i risultati delle lunghe ricerche e riflessioni compiute negli ultimi anni.
L’adolescenza di oggi, spiega Charmet, è un’esperienza del tutto diversa da quella che poteva essere sperimentata solo qualche decennio fa. Questo obbliga ad elaborare teorie nuove, che si discostano da quelle dei grandi maestri delle psicologia degli anni ’50 e ’60.
La novità più significativa è la scomparsa del sentimento di colpa come elemento di disagio del giovane e di conseguenza la mancanza di paura nel castigo (paterno, divino, scolastico, ecc…). Se un tempo si era abituati a ragionare in termini di conflitto fra i valori imposti dalla famiglia e dalle istituzioni e le proprie tensioni verso nuovi istinti, bisogni e desideri, oggi questo tipo di dinamica non è più osservabile. Il sentimento che ha preso il posto della colpa è la vergogna, ovvero la paura di essere inadatti, impresentabili, di essere mortificati perché sempre mancanti di qualcosa. Di fronte agli stereotipi imposti dalla società mediatica anche il proprio corpo può diventare un intralcio in questa rincorsa continua della visibilità e del successo. Ciò spiega perché ormai sempre più i giovani rifuggono le relazioni faccia a faccia preferendo rifugiarsi in un mondo di interconnessioni virtuali, in cui il corpo in quanto tale non viene coinvolto.
Quello che abbiamo di fronte è dunque un vero e proprio cambiamento antropologico: gli adolescenti di oggi non si sentono più in colpa e non hanno paura di eventuali castighi imposti dalle figure istituzionali, ma hanno sviluppato al contrario una fragilità e permalosità narcisistica che li induce a non sentirsi mai abbastanza e dunque spesso inadatti.
La problematicità di questa nuova dinamica evolutiva è dovuta alla natura del sentimento della vergogna: mentre del senso di colpa ci si può liberare, recuperando l’innocenza, la vergogna si insinua spesso più profondamente e può riaffiorare anche a distanza di molto tempo.
A cambiare è stata anche la famiglia che spinge ed incoraggia sempre più i figli a percorrere la strada dell’individuazione, della ricerca esasperata del sé in una dimensione relazionale e competitiva, in cui non contano più le regole ed i valori, ma la visibilità ed il successo personale. Il risultato, conclude Charmé, è che ci troviamo di fronte a giovani intrinsecamente fragili, che trovano talvolta nella spavalderia l’unica chiave per esorcizzare il mostro delle proprie insicurezze.
L’adolescenza di oggi, spiega Charmet, è un’esperienza del tutto diversa da quella che poteva essere sperimentata solo qualche decennio fa. Questo obbliga ad elaborare teorie nuove, che si discostano da quelle dei grandi maestri delle psicologia degli anni ’50 e ’60.
La novità più significativa è la scomparsa del sentimento di colpa come elemento di disagio del giovane e di conseguenza la mancanza di paura nel castigo (paterno, divino, scolastico, ecc…). Se un tempo si era abituati a ragionare in termini di conflitto fra i valori imposti dalla famiglia e dalle istituzioni e le proprie tensioni verso nuovi istinti, bisogni e desideri, oggi questo tipo di dinamica non è più osservabile. Il sentimento che ha preso il posto della colpa è la vergogna, ovvero la paura di essere inadatti, impresentabili, di essere mortificati perché sempre mancanti di qualcosa. Di fronte agli stereotipi imposti dalla società mediatica anche il proprio corpo può diventare un intralcio in questa rincorsa continua della visibilità e del successo. Ciò spiega perché ormai sempre più i giovani rifuggono le relazioni faccia a faccia preferendo rifugiarsi in un mondo di interconnessioni virtuali, in cui il corpo in quanto tale non viene coinvolto.
Quello che abbiamo di fronte è dunque un vero e proprio cambiamento antropologico: gli adolescenti di oggi non si sentono più in colpa e non hanno paura di eventuali castighi imposti dalle figure istituzionali, ma hanno sviluppato al contrario una fragilità e permalosità narcisistica che li induce a non sentirsi mai abbastanza e dunque spesso inadatti.
La problematicità di questa nuova dinamica evolutiva è dovuta alla natura del sentimento della vergogna: mentre del senso di colpa ci si può liberare, recuperando l’innocenza, la vergogna si insinua spesso più profondamente e può riaffiorare anche a distanza di molto tempo.
A cambiare è stata anche la famiglia che spinge ed incoraggia sempre più i figli a percorrere la strada dell’individuazione, della ricerca esasperata del sé in una dimensione relazionale e competitiva, in cui non contano più le regole ed i valori, ma la visibilità ed il successo personale. Il risultato, conclude Charmé, è che ci troviamo di fronte a giovani intrinsecamente fragili, che trovano talvolta nella spavalderia l’unica chiave per esorcizzare il mostro delle proprie insicurezze.