Salta il Consiglio comunale: dopo 8 minuti manca il numero legale
La seduta del Consiglio comunale si chiude dopo 8 minuti: alla prima votazione viene a mancare il numero legale in aula. Nessuna relazione del sindaco sulla memoria redatta dallo studio Ukmar in materia di bilanci, ma le linee guida dell'amministrazione erano già state annunciate dal ragioniere capo nel corso della commissione Bilancio del pomeriggio di ieri
La seduta del Consiglio comunale si chiude dopo 8 minuti: alla prima votazione viene a mancare il numero legale in aula. Nessuna relazione del sindaco sulla memoria redatta dallo studio Ukmar in materia di bilanci, ma le linee guida dell'amministrazione erano già state annunciate dal ragioniere capo nel corso della commissione Bilancio del pomeriggio di ieri
Un piccolo spazio ad inizio seduta è stato preso dai banchi della maggioranza: i consiglieri indossavano tutti una coccarda gialla e hanno alzato dei piccoli manifesti con su scritto “Liberiamo i nostri militari”. Una campagna annunciata dal consigliere Fabrizio Priano, quella “Salviamo i nostri marò”.
Salta la seduta e salta, quindi, anche la lettura-audizione del sindaco Piercarlo Fabbio sulla memoria redatta dagli “esperti” e che l’amministrazione porterà come integrazione davanti alla Corte dei Conti mercoledì 21 marzo. Nonostante tutto le linee guide erano già state delineate dal ragioniere capo, Paolo Ansaldi (nella foto), nel corso della commissione Bilancio di ieri pomeriggio. “Non sarà presentata alcuna delibera di dissesto da portare in votazione in Consiglio”, in quanto l’amministrazione ritiene che non ve ne siano i presupposti e che non ci si trovi in questa condizione.
Di tutt’altro parere la minoranza che si è espressa con termini ben più duri, ribadendo a più voci la situazione drammatica in cui si trova l’Ente. “Se non siamo in dissesto, allora domani pagate i debiti a tutti i creditori” ha affermato il consigliere Paolo Bellotti. “Il dissesto c’è ed è evidente, anche se voi non volete ammetterlo – ha proseguito il vicepresidente Enrico Mazzoni – La situazione descritta dalla Corte dei Conti nell’ultima lettera di venerdì 16 marzo è peggiore delle precedenti!”. Anche Mara Scagni è intervenuta con un appello a tutti i consiglieri, anche di maggioranza: “se vogliamo salvare l’onore dell’Ente dovremmo chiedere tutti insieme di deliberare il dissesto”. Sulla questione della memoria redatta da “esperti esterni” la critica arriva dal consigliere Bellotti: “questa relazione è un’opinione aggiuntiva, ma non è un atto amministrativo che è quello richiesto dalla Corte dei Conti di Torino”.
Alcune di queste dichiarazioni sono state ribattute dal ragioniere capo che ha affermato che “non si può parlare di dissesto facendo riferimento ai debiti, perché il patrimonio del Comune è di 540 milioni di euro”. Mentre l’assessore FrancoTrussi, presente in commissione in qualità di rappresentante della Giunta, quindi della parte politica, si è limitato a qualche intervento. “Per fortuna è la legge che ci detta i comportamenti da seguire. E la legge esiste ancora. Tutto quello che faremo è in difesa della città”. Poi in merito ad alcune tematiche portate all’attenzione dall’opposizione, Trussi ammonisce: “Studiate prima di chiedere in merito a certi temi, come sto facendo io in questi mesi”.
Nel corso della commissione Bilancio sono state ricordate anche le criticità che ha osservato la Sezione Controllo della Corte dei Conti e che sono state ribadire dal Collegio dei Revisori nella loro ultima relazione. Proprio in questo documento i Revisori chiedevano all’Ente una “ricognizione generale della situazione finanziaria del Comune reale, alla luce dei fatti attuali e non con una visione prospettica”, rimarcando come i parametri indicativi di dissesto sono un allegato obbligatorio al bilancio. La dottoressa Perrore, membro dei Revisori, in particolare ha voluto rimarcare l’impossibilità per il Collegio di un’analisi maggiormente dettagliata su alcuni punti, come la situazione delle partecipate, per mancanza di documentazione (subito contraddetta da Ansaldi) e sul fatto che la presenza di alcuni di questi parametri per la situazione comunale significa “squilibrio strutturale” e non automaticamente dissesto. “Se si è fuori di 5 parametri su 10 si ha l’obbligo di controlli esterni, cioè di terzi”. Sempre la dottoressa Perrone ha richiamato l’attenzione sulla Sezione Autonomia della Corte dei Conti che ha valutato nel numero di 3 i punti fondamentali nei quali è necessario non rientrare e che sono quelli più significativi, da tenere in considerazione: le continue anticipazioni di cassa, quindi la mancanza di liquidità per il Comune, lo squilibrio di parte corrente e la gestione del servizio per conto terzi. Che sembrano essere i tre parametri di criticità evidenziati anche dalla Sezione Controllo di Torino.
Tutto è rimandato a questa sera, anche se la partita vera e propria si giocherà mercoledì, di fronte ai giudici della Corte dei Conti. Martedì, invece, il Consiglio riparte dalla votazione dello Statuto, poi nuovo Regolamento del Consiglio e una mozione proposta dal capogruppo Pdl-Forza Italia, Fabrizio Priano, primo firmatario e condivisa da quasi tutti i capigruppo sia di maggioranza che di minoranza. Si tratta della “proposta di cittadinanza onoraria a Sua Eminenza Reverendissima cardinale Giuseppe Versaldi”, visto il coronamento di un significativo percorso pastorale nella città di Alessandria. Poi forse sarà anche la volta del sindaco e della relazione degli “esperti”, che insieme al resto della documentazione (sulla situzione finanziaria) però dovrà essere spedita a Torino già oggi, 20 marzo, entro le 14.