Maconi: “il dialogo con la Lega deve proseguire”
La nuova fase della politica nazionale, le sue ricadute sul territorio, il futuro del centro destra, lesperienza Fabbio e il tramonto delle province. Dialogo ad ampio raggio con Antonio Maconi, vice coordinatore provinciale del Pdl, che dice: a Palazzo Rosso non mi ricandido
La nuova fase della politica nazionale, le sue ricadute sul territorio, il futuro del centro destra, lesperienza Fabbio e il tramonto delle province. Dialogo ad ampio raggio con Antonio Maconi, vice coordinatore provinciale del Pdl, che dice: a Palazzo Rosso non mi ricandido
Dottor Maconi, il suo partito si appresta ad affrontare una prova elettorale insidiosa, in un contesto diverso rispetto al passato…
In pochi mesi a livello nazionale è cambiato tutto, e questo naturalmente ha ricadute importanti a livello locale. Al recente congresso abbiamo dimostrato di essere un partito forte, a livello di struttura organizzativa. Però è indubbio che quelle di maggio saranno, ad oggi, elezioni senza alleati, e questo peserà.
Il berlusconismo è davvero finito?
Diciamo che il Pdl è nato da un’intuizione di Silvio Berlusconi, e sicuramente ha beneficiato a lungo del suo carisma. Berlusconi è ancora in politica, ma ha fatto volontariamente un passo indietro, ed è chiaro che questo ci pone il problema di cosa verrà dopo di lui, quali saranno le scelte, quali le alleanze su cui puntare. Io credo che l’appoggio congiunto di Pdl, Pd e terzo polo al governo Monti sia una situazione di eccezionalità tecnica, non riproponibile, in particolare, su scala locale. Si immagina se presentassimo un candidato unico a Palazzo Rosso? E’ improponibile…
E intanto la Lega va per conto suo, e torna ad essere partito di lotta. Un’alleanza davvero finita?
Io spero di no. Con il Carroccio il dialogo deve essere riaperto, il confronto costante. Intanto perché siamo alleati a Torino, ma anche a Valenza, Tortona, Casale. Tutte realtà dove amministriamo insieme. E poi perché esiste un’indiscutibile sensibilità comune su tanti temi, che non si può buttare a mare così.
Però ad Alessandria il Pdl ripunta su Fabbio, e la Lega non ci sta, e propone Sarti. Un bel regalo al centro sinistra, no?
Purtroppo ad Alessandria, ma anche ad Acqui Terme, non è stata trovata una sintesi. Anche per la volontà di Bossi di correre da solo, con propri candidati ovunque. Oggi questa è la situazione però, ripeto, massimo dialogo: già a partire da eventuali ballottaggi. Ma guardi che il discorso delle alleanze per come la vedo io non si ferma alla Lega: io credo che anche l’elettorato dell’Udc, dell’Api e di Fli sia per valori e priorità più vicino al nostro che a quello del centro sinistra. Per questo dico: con Barosini e Vignuolo massima apertura e confronto. Del resto, che Giuseppe Bianchini, consigliere Udc a Palazzo Rosso, si sia sempre mostrato vicino, nei temi e nella sostanza, all’amministrazione Fabbio mi pare lo dicano gli atti di questi ultimi anni.
Parliamo di questo dottor Maconi: ad Alessandria il Pdl ricandida il sindaco uscente, ma la vicenda bilanci, sia sul fronte Corte dei Conti che tribunale, è tutt’altro che conclusa. Nessun mea culpa, rispetto ad alcune scelte degli ultimi anni?
Guardi, non voglio svincolare, ma devo precisare che in questi ultimi anni io ho scelto di dedicarmi di più alle commissioni provinciali, e agli impegni interni al partito, e ho lasciato l’approfondimento dei lavori all’interno delle commissioni comunali a colleghi che hanno fatto benissimo la loro parte, come Bocchio, Locci e Sciaudone. Non è che con questo voglio però lavarmene le mani, o negare la difficile situazione finanziaria del Comune di Alessandria. Ma siamo davvero in buona compagnia: tanti altri comuni, a partire da Torino, non stanno meglio. Che sia stato un quinquennio durissimo è evidente: ma gli enti locali, come tutta la nostra economia pubblica e privata, hanno dovuto affrontare la peggior crisi finanziaria di sempre. Nonostante ciò, credo che la giunta Fabbio abbia ben lavorato su tanti fronti: prendendo anche decisioni impopolari ma corrette, come l’abbattimento del ponte Cittadella. Su altre questioni in corso non entro, gli esperti facciano chiarezza.
Lei ha citato, tra gli altri, il consigliere Locci, che arriva come lei da An. E che spesso ha pungolato il Pdl dall’interno, evidenziando non poche criticità: una spina nel fianco?
Ma no, al contrario: Emanuele è e sarà, credo, una grande risorsa. Fa bene a farsi sentire: in questi cinque anni ha studiato molto, ha competenze vere, che non si inventano. Deve solo superare, a mio avviso, la sindrome del giovane, e sicuramente sarà per Alessandria una figura preziosa. Comunque non parlerei più di ex An (o addirittura Msi), ex Dc, ex socialisti: la prima repubblica deve finalmente finire…
Ma non sarà che ne parliamo perché, in fin dei conti, chi conta e decide davvero da lì arriva, e ancora non schioda?
(sorride, ndr). Forse: però gli elettori sono più avanti di noi: a parte esigue minoranze, non vivono più di ideologie, ma di cose da fare, di emergenze da affrontare. Ai politici chiedono concretezza, e sguardo verso il futuro…
Lei è anche consigliere provinciale: cosa ne pensa della riforma o smobilitazione delle Province?
Temo che si stia buttando il bambino con l’acqua sporca. La Provincia, soprattutto in territori come il nostro, con 190 comuni, molti dei quali piccolissimi, svolge una serie di funzioni di raccordo essenziali. Il Comune di Alessandria della Provincia può fare a meno, come pure quello di Tortona probabilmente. Ma le tante piccole amministrazioni, di pianura e anche collinari, temo proprio di no. Altro sarebbe una razionalizzazione anche forte, con magari un accorpamento con Asti, come del resto fu già in passato.
Dottor Maconi, perché non si ricandida a Palazzo Rosso? Non è che è entrato nel coordinamento provinciale del Pdl appositamente? Come alibi insomma…
Ma no: anche se in effetti il regolamento prevede che chi intende candidarsi, ed è nel coordinamento, deve preannunciarlo con 6 mesi di anticipo. La realtà è che oggi davvero mi interessa aiutare il Pdl a consolidarsi in questa fase di passaggio: per capire naturalmente cosa accadrà il prossimo anno.
Allora punta ad inaugurare il Parlamento della terza repubblica? Insomma, si candiderà come deputato nel 2013?
No, no. Mi sembra davvero che non ne esistano le condizioni, da tanti punti di vista. E comunque ancora neppure sappiamo con quale legge elettorale si voterà, e in che misura sarà ridotto il numero dei parlamentari. La politica per me è una passione forte, e mi piace farla, ma anche osservarla e analizzarla: e oggi lo scenario è indiscutibilmente in evoluzione. Una situazione stimolante.