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Servizi scolastici: “noi non ci arrenderemo”
I precari e i dipendenti dei servizi scolastici del Comune si sono confrontati sul futuro di nidi e materne con i candidati alla carica di sindaco. Assente il centro destra e l'amministrazione. "Proroga per tutti di sei mesi. La giunta Fabbio non può fare ora scelte vincolanti per il futuro"
I precari e i dipendenti dei servizi scolastici del Comune si sono confrontati sul futuro di nidi e materne con i candidati alla carica di sindaco. Assente il centro destra e l'amministrazione. "Proroga per tutti di sei mesi. La giunta Fabbio non può fare ora scelte vincolanti per il futuro"
“Noi non ci arrenderemo”. Quasi un urlo di battaglia quello dei dipendenti di asili nidi e materne lanciato dal palco dell’associazione Cultura e Sviluppo dove ieri sera si è tenuto un incontro voluto dagli operatori dei servizi scolastici del Comune di Alessandria. Sala gremita di cittadini e politici per ascoltare i protagonisti: i 70 precari che lavorano nelle strutture comunali per i servizi all’infanzia, con il contratto in scadenza a giugno, ma anche i 90 dipendenti con contratto a tempo indeterminato che temono il passaggio più volte ventilato dalla pubblica amministrazione ai privati delle cooperative. All’incontro erano stati invitati anche tutti i 15 candidati alla carica di sindaco. Si sono presentati in sette: Luigi Barberis, in rappresentanza di Gianni Barosini dell’Udc; Renato Kovacich, Angelo Malerba per Movimento 5 Stelle, Mauro Morando, Corrado Parise, Rita Rossa, Giovanni Rattazzo. Assenti i candidati di Lega (Roberto Sarti) e Pdl (il sindaco uscente Piercarlo Fabbio). Presenti anche consiglieri comunali (di minoranza).
E’ stato un confronto sereno, dove però è mancata la controparte, ossia l’amministrazione, la sola, in questo momento, che può dare risposte agli interrogativi degli operatori e delle famiglie i cui bambini usufruiscono di un servizio scolastico a rischio di “precarietà”.
A non vedere un futuro certo, infatti, non sono solo i lavoratori, ma anche i fruitori delle strutture educative. Lo ben ha spiegato una delle operatrici, ad inizio serata: “precari non siamo solo noi, precario diventa il rapporto con i nostri bambini. I bambini hanno bisogno di avere relazioni forti, punti di riferimento stabili e coerenti. Hanno bisogno dell’abitudine di avere persone conosciute accanto. Ma è chiaro, quando l’abitudine diventa precaria, tutto questo è molto più difficile. Precarie sono anche le relazioni con le famiglie”.
Su un punto si sono trovati d’accordo i candidati sindaci: questa amministrazione in scadenza non può prendere decisioni che vincoleranno il futuro del servizio.
“Proroga di sei mesi dei contratti per i precari”, hanno chiesto tutti. Per andare poi verso contratti di assunzione a tempo indeterminato. La situazione economica del Comune, sull’orlo del dissesto, certo non aiuta, “ma i tagli fanno fatti altrove, e non a spese di un servizio essenziale”, ha detto il candidato Rita Rossa.
Corrado Parise mette il dito nella piaga: “tutti auspicano la stabilizzazione dei precari, ma è difficile che questo possa avvenire attraverso un’assunzione a tempo indeterminato da parte dell’ente pubblico. Le cooperative non sono tutte uguali, non vanno demonizzate”.
Parole pesanti, che hanno suscitato nella platea reazioni vivaci, tra le quali quella di Mauro Buzzi di Abc Alessandria Bene Comune. Si potrà, forse, andare verso una formula mista, con un’amministrazione pubblica presente in parte determinante ma che si affida a privati i quali dovranno garantire contratti “dignitosi”? La formula certamente non piace alla platea che ieri sera ha animato il dibattito fino oltre la mezzanotte. “Noi non ci arrenderemo”, tornano a ripetere gli operatori. Sarà il filo conduttore della loro battaglia.
(Si ringrazia Simona Zuny per le foto)
E’ stato un confronto sereno, dove però è mancata la controparte, ossia l’amministrazione, la sola, in questo momento, che può dare risposte agli interrogativi degli operatori e delle famiglie i cui bambini usufruiscono di un servizio scolastico a rischio di “precarietà”.
A non vedere un futuro certo, infatti, non sono solo i lavoratori, ma anche i fruitori delle strutture educative. Lo ben ha spiegato una delle operatrici, ad inizio serata: “precari non siamo solo noi, precario diventa il rapporto con i nostri bambini. I bambini hanno bisogno di avere relazioni forti, punti di riferimento stabili e coerenti. Hanno bisogno dell’abitudine di avere persone conosciute accanto. Ma è chiaro, quando l’abitudine diventa precaria, tutto questo è molto più difficile. Precarie sono anche le relazioni con le famiglie”.
Su un punto si sono trovati d’accordo i candidati sindaci: questa amministrazione in scadenza non può prendere decisioni che vincoleranno il futuro del servizio.
“Proroga di sei mesi dei contratti per i precari”, hanno chiesto tutti. Per andare poi verso contratti di assunzione a tempo indeterminato. La situazione economica del Comune, sull’orlo del dissesto, certo non aiuta, “ma i tagli fanno fatti altrove, e non a spese di un servizio essenziale”, ha detto il candidato Rita Rossa.
Corrado Parise mette il dito nella piaga: “tutti auspicano la stabilizzazione dei precari, ma è difficile che questo possa avvenire attraverso un’assunzione a tempo indeterminato da parte dell’ente pubblico. Le cooperative non sono tutte uguali, non vanno demonizzate”.
Parole pesanti, che hanno suscitato nella platea reazioni vivaci, tra le quali quella di Mauro Buzzi di Abc Alessandria Bene Comune. Si potrà, forse, andare verso una formula mista, con un’amministrazione pubblica presente in parte determinante ma che si affida a privati i quali dovranno garantire contratti “dignitosi”? La formula certamente non piace alla platea che ieri sera ha animato il dibattito fino oltre la mezzanotte. “Noi non ci arrenderemo”, tornano a ripetere gli operatori. Sarà il filo conduttore della loro battaglia.
(Si ringrazia Simona Zuny per le foto)