Lavoro Liberazione: da più di trent’anni dalla parte “degli ultimi”
Abbiamo incontrato Rossella Foco, presidente della cooperativa sociale Lavoro Liberazione di Alessandria, fra le prime e più attive realtà cooperative sul nostro territorio. Unoccasione per scoprire il mondo di chi offre opportunità là dove altri chiudono le porte alla speranza
Abbiamo incontrato Rossella Foco, presidente della cooperativa sociale Lavoro Liberazione di Alessandria, fra le prime e più attive realtà cooperative sul nostro territorio. Un?occasione per scoprire il mondo di chi offre opportunità là dove altri chiudono le porte alla speranza
Quando è nata la cooperativa?
Lavoro Liberazione è una cooperativa sociale che fa attualmente parte del “Consorzio Consolidale” insieme con le cooperative Azimut, Coompany & co., Ludocop, Marcondiro, Il Pane e le Rose e l’Associazione San Benedetto al Porto. Noi siamo nati nel 1978: a quel tempo le cooperative sociali vennero “inventate” per cercare risposte alle conseguenze della legge Basaglia, che sancì la fine dei cosiddetti “manicomi”. Le persone detenute in queste strutture si trovarono da un giorno all’altro di nuovo in libertà, ma spesso senza una rete familiare che potesse prendersi cura di loro e con scarsissime possibilità di un reale inserimento nel mondo, tanto meno in quello lavorativo. I soci fondatori, insieme ai servizi sanitari di allora, gestiti dalle Usl, si accollarono la responsabilità di provare a prendere in mano questa sezione, costruendo percorsi di reinserimento anche in contesti produttivi. Da allora è passato ovviamente moltissimo tempo: per anni il numero dei nostri soci si è mantenuto costante intorno alla trentina, poi, da una decina di anni a questa parte, si è incrementato via via fino ad arrivare agli attuali 70 circa.
Di cosa vi occupate attualmente?
Le prime attività avviate sono state quelle legate ai servizi di pulizia all’interno dell’Ospedale, ma con il tempo i contesti lavorativi nei quali operiamo si sono ampliati: al settore delle pulizie, che resta uno dei principali e nel quale ci presentiamo sul mercato al pari di tutti gli altri concorrenti, ci occupiamo anche di manutenzione delle aree verdi, di servizi di facchinaggio (traslochi, movimentazione materiali, servizi all’interno di magazzini), servizi ambientali, come la raccolta dei rifiuti porta a porta in centro, la pulizia delle aree intorno ai cassonetti negli altri quartieri e lo spazzamento strade, grazie all’utilizzo dei tricicli. Su quest’ultimo servizio in particolare mi piace spendere qualche parola in più: oltre al valore che ha per i nostri soci lavoratori e per la città, che rimane più pulita, per noi ha anche una valenza educativa e di comunicazione. Inviare gli operatori così a contatto con i cittadini speriamo possa servire da un lato come deterrente per chi è abituato a gettare i propri rifiuti a terra, e dall’altro ricordi che i rifiuti non si raccolgono da soli e che per questo è importante essere rispettosi e comportarsi in maniera civile, gettando ciò che si deve negli appositi contenitori. In più la cooperativa offre anche servizi di archiviazione e inventariazione documenti (front e back office).
Come è strutturata la cooperativa? Chi sono i soci lavoratori?
I soci lavoratori, come dicevamo, al momento sono circa 70. Esiste un consiglio di amministrazione composto da 5 membri, ma c’è da dire che possiamo mantenere un organigramma molto semplice. Ciascuno dà il suo contributo e c’è un bello spirito di collaborazione. Molti dei contratti dei soci al momento sono part time. In quanto cooperativa di tipo B, almeno il 30 % dei nostri soci dovrebbe essere costituito da soggetti svantaggiati, ma in realtà a Lavoro Liberazione la quota è di almeno il 40%, e se contassimo i lavoratori che a vario titolo presentano delle difficoltà, pur non certificate, la quota sarebbe ben maggiore. E’ il caso per esempio di coloro che sono ex detenuti, e che lo Stato non considera come soggetti svantaggiati, sebbene oggettivamente facciano più difficoltà di altri a trovare una collocazione nel contesto lavorativo. Fra i nostri soci abbiamo anche alcune persone seguite dal Sert per fenomeni di dipendenza: in questo caso la mente di solito che fa un collegamento con le sostanze stupefacenti e l’alcool, ma è bene ricordare che ci sono anche altre forme di dipendenza più sottili ma non meno pericolose, come per esempio quella da gioco. E poi ci sono persone con una disabilità al di sopra del 46%, oltre invece a soci che lavorano con noi e non presentano alcuno svantaggio.
Come avviene concretamente l’inserimento nel mondo del lavoro di un soggetto in difficoltà?
Le procedure di inserimento sono contenute nella norma quadro sulle cooperative, la legge 381 del 1991. Il dialogo che manteniamo con i servizi sociali e le altre realtà che hanno il compito di intercettare eventuale disagio è costante e ci consente di lavorare alla creazione di opportunità di lavoro concrete. Non si tratta solamente di trovare una collocazione alle persone, ma anche di impegnarsi perché si crei un ambiente adatto a loro e perché chi si inserisce in una nuova realtà venga accolto in maniera positiva. L’obiettivo per tutti è non solo sociale ma anche economico, perché senza la possibilità di costruirsi una propria indipendenza è difficile pensare che possano arrivare a vivere una vita piena e appagante. Spesso si inizia con una borsa lavoro, un’opportunità di inserimento in regola che pur non avendo valore di vero e proprio contratto consente un primo approccio tutelato legalmente e un periodo di messa in prova. La durata può essere, a seconda dei casi, 6, 9 o 12 mesi e dopo questa fase, se vi sono le condizioni per proseguire, la persona viene assunta a tutti gli effetti. Durante questa fase iniziale viene messo in atto un meccanismo di monitoraggio svolto in sinergia fra gli operatori della cooperativa e la realtà che aveva inviato il soggetto.
Quanto sta incidendo la crisi nel vostro lavoro?
Grazie al nostro impegno costante e ai buoni rapporti che si sono creati fra i soci siamo stati finora in grado non solo di mantenerci ma anche di chiudere il bilancio, ormai da alcuni anni, con degli ulteriori utili da distribuire. Il lavoro che svolgiamo arriva da più direzioni: in parte rispondiamo alle gare d’appalto come qualsiasi privato, in altri casi tentiamo invece di concorrere per appalti pubblici, visto che abbiamo tutti i requisiti per poterlo fare, e in alcuni casi possiamo avvalerci di strumenti pensati appositamente per il mondo delle cooperative, come specifiche gare dedicate o convenzioni dirette, visto che la legge 381 a determinate condizioni (sotto una certa cifra e rispettando determinati parametri) consente alle pubbliche amministrazioni di affidare direttamente i servizi senza gara preventiva. Nel nostro caso si tratta comunque di una quota decisamente minoritaria rispetto al totale del fatturato. Su circa 1 milione e 300 mila euro annui infatti la quota derivata da convenzioni dirette è di circa 400 mila euro). Ultimamente però qualche problema lo stiamo avendo, ed è nei confronti delle amministrazioni pubbliche che non pagano le partecipate con le quali noi lavoriamo, e che a loro volta ritardano poi i pagamenti con noi. Pur avendo un bilancio positivo ci troviamo così talvolta in crisi di liquidità. Per fortuna in questo caso intervengono le banche, che ci ritengono affidabili e possono anticipare il denaro che ci serve per pagare i soci e le spese, ma ovviamente così facendo siamo costretti a pagare degli interessi “inutili”. I soci si sono sempre dimostrati molto comprensivi, anche in situazioni nelle quali un eventuale ritardo avrebbe potuto provocare loro non pochi problemi. Questa attestazione di stima e di solidarietà da parte dei soci è una delle molle che ci fa proseguire con sempre maggiore entusiasmo e impegno nel nostro lavoro. Certo non è facile, specie in un periodo come quello attuale, dove in media, complice la crisi crescente, riceviamo anche 5 o 6 curricula al giorno. A volte però si aprono delle opportunità e riusciamo a offrire speranza e un’occasione a chi di solito non trova spazio e ascolto: in quelle situazioni la soddisfazione ripaga di tutte le fatiche fatte in precedenza.