Parise si appella alla Corte dei Conti: “dissesto prima delle elezioni”
Questa volta a spedire una istanza alla Corte dei Conti di Torino è stato il candidato sindaco Corrado Parise. "Chiedo che la pronuncia della Sezione Controllo venga espressa lo stesso giorno dell'adunanza del 21 marzo". Lunedì convocata la commissione Bilancio con i Revisori dei conti
Questa volta a spedire una istanza alla Corte dei Conti di Torino è stato il candidato sindaco Corrado Parise. "Chiedo che la pronuncia della Sezione Controllo venga espressa lo stesso giorno dell'adunanza del 21 marzo". Lunedì convocata la commissione Bilancio con i Revisori dei conti
L’obiettivo di questa richiesta è dettato dalla possibilità “di avere una fotografia chiara e ben definita della situazione economica e finanziaria dell’Ente comunale prima delle elezioni di maggio-giugno”. Sembra infatti che a fare pressione siano i “tempi serrati” rispetto a quello che è l’iter procedurale che la Corte deve seguire. “Ad oggi – dichiara il candidato sindaco – c’è un unico precedente su questa materia: il comune toscano di Castiglion Fiorentino, che si è trovato in una situazione di ‘irregolarità contabili e squilibri di bilancio’ e per il quale la pronuncia della Corte dei Conti è stata emessa immediatamente, nella stessa giornata dell’ultima adunanza, prima del dissesto”. Questo comune, però, diversamente da Alessandria non si trovava a ridosso di elezioni. Questo esempio va proprio in direzione di quello che Parise e la sua lista chiedono alla Sezione di Controllo di Torino.
Le ragioni alla base dell’istanza sono i “tempi” (ristretti) e ovviamente le “responsabilità”. Infatti secondo la normativa, il decreto legislativo che norma questa materia è il n° 149 del settembre 2011, ad avvenuto deposito della delibera di accertamento di inadempimento da parte del Comune, la documentazione dei giudici della Corte viene mandata al Prefetto, che ha venti giorni di tempo per notificarla a tutti i singoli consiglieri. “Ammesso e non concesso che vada tutto bene, ovvero che le procedure avvengano tempestivamente e non subiscano ritardi a metà del percorso – precisa Parise – si arriverebbe comunque a metà aprile”. Il che, secondo il candidato sindaco, potrebbe rappresentare il pericolo che la definizione e conclusione delle procedure di “dissesto” avvenga proprio nel corso dell’espletamento delle operazioni elettorali, o immediatamente dopo, con gravi conseguenze politico-istituzionali per chiunque salirà alla guida della città.
“Questo sarebbe un paradosso! – esclama Corrado Parise – Che alla fine la dichiarazione di dissesto del Comune la dovrebbe fare il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale appena eletto, con una perdita di credibilità e di immagine nei confronti dei cittadini”. Parise sostiene che le “responsabilità” della situazione drammatica in materia di bilanci debba essere chiarita prima e che debba ricadere su coloro che l’anno provocata in questi anni di cattiva amministrazione (e altrettanto cattiva opposizione).
Attraverso un’attenta relazione tecnica, che propone un quadro a livello normativo e un excursus sulla situazione attuale in cui ci troviamo a livello finanziario, sulle criticità evidenziate dalla Corte dei Conti e soprattutto su alcuni spunti per quelle che saranno le conseguenze di questo stato di cose, Parise vuole porre l’accento sulla “necessità di dichiarare il dissesto. E subito”.
“Bisogna iniziare a sanare le casse dell’Ente, altrimenti la situazione creditoria non andrà mai a concludersi”. In particolare prende in esame i “creditori”: “alcuni, come Compass e Cissaca, hanno già fatto ingiunzione di pagamento. Se non si procede a formalizzare il dissesto la situazione di incertezza andrebbe a vantaggio di alcuni creditori, rispetto ad altri, come i dipendenti dell’Ente”. Siccome il compito di risanamento andrebbe in mano ad un organo terzo, la formalizzazione del dissesto metterebbe tutti sullo stesso piano. Senza contare che anche a titolo normativo, secondo il Tuel (Testo unico degli enti locali), “dalla data di dichiarazione del dissesto e sino ad approvazione del rendiconto di cui all’articolo 256 (piano di rilevazione della massa passiva e sua liquidazione) non possono essere intraprese o perseguite azioni esecutive nei confronti dell’Ente per i debiti che rientrano nella competenza dell’organo straordinario”. E ancora che “le procedure esecutive pendenti alla data della dichiarazione di dissesto […] sono dichiarate estinte d’ufficio dal giudice, con inserimento nella massa passiva dell’importo dovuto”, ma sopratutto “i pignoramenti eventualmente eseguiti dopo la deliberazione dello stato di dissesto non vincolano l’ente e il tesoriere, i quali possono disporre delle somme per i fini dell’Ente e le finalità di legge”.
Intanto, lunedì pomeriggio è convocata la commissione Bilancio nel corso della quale il Collegio dei revisori illustrerà la relazione sulla situazione finanziaria del Comune e un esponente della giunta sulla delibera della Corte dei Conti. Il consiglio comunale è convocato nella stessa serata e martedì