Asili nido tra possibili soluzioni e uno sciopero indetto per il 27 marzo
Si è svolta all'ex Taglieria del Pelo un'assemblea con le educatrici degli asili nido e alcuni candidati sindaci per parlare della situazione dei servizi educativi comunali. Proclamato uno sciopero per il 27 marzo
Si è svolta all'ex Taglieria del Pelo un'assemblea con le educatrici degli asili nido e alcuni candidati sindaci per parlare della situazione dei servizi educativi comunali. Proclamato uno sciopero per il 27 marzo
La Usb, a seguito dell’esito negativo della conciliazione avvenuta presso i locali della Prefettura in data 27 febbraio, visto il mandato conferito dall’assemblea dei lavoratori, ai sensi delle normative vigenti, comunica che è indetto in data 27 marzo uno sciopero di 4 ore ad inizio di ogni turno di lavoro di tutto il personale dei servizi scolastici, educatori e assistenti socio educativi.
La possibile esternalizzazione dei servizi educativi è uno dei temi più caldi che sta agitando in queste settimane le acque alessandrine. Per parlare della situazione con i lavoratori e dialogare con i candidati sindaci, l’Usb ha organizzato ieri un‘assemblea all’ex Taglieria del Pelo. Molte le educatrici degli asili nido presenti. Meno i candidati a Palazzo Rosso che hanno comunque saputo prendersi la scena nel momento a loro concesso.
Motivo dell’incontro era anche la decisione sulla data della giornata di sciopero indetta dall’organizzazione sindacale per portare all’attenzione della città la situazione dei servizi educativi. Una scelta definitiva non è stata fatta, ma le opzioni sono due: il 26 o 27 marzo prossimi.
“Le educatrici degli asili nido devono essere mantenute in carico all’amministrazione pubblica e non lasciate alla gestione da ‘cani’ come a volte sono le cooperative”. Sono state chiare e forti le parole usate da Giovanni Maccarino, segretario provinciale Usb, per aprire la riunione “Vorremmo capire se le soluzioni da noi già intraprese un anno fa, con le cuoche delle mense, saranno protratte almeno fino alla fine dell’attuale giunta. In quelle soluzioni noi avevamo individuato un percorso fattibile, mantenere il servizio in Aspal – ha spiegato Maccarino – Davanti al Prefetto, però, abbiamo avuto solo giustificazioni che non ci soddisfano. L’amministrazione dice che non ha nulla in mano e si sta spendendo solo per dire se può mantenere i servizi con standard ottimali. Vuol dire tutto e niente. Noi, in realtà pensiamo che abbiano già tutto pronto per la cessione del servizio, smentiscano se non è vero.”
“Ci sono delle strade possibili, manca la volontà politica – ha commentato Nicola Stornini responsabile Usb per il pubblico impiego – La soluzione delle cooperative è la peggiore per i lavoratori e la più comoda per il Comune. Chi lavora sotto cooperativa ha un contratto peggiorativo, ha un diverso trattamento pensionistico e altre penalizzazioni. La nostra proposta, invece, è che i lavoratori possano lavorare sotto un’agenzia interinale, se proprio si deve privatizzare. In questo modo ci sarebbe il vantaggio di mantenere almeno lo stesso trattamento lavorativo e il Comune risparmia. Questa pare una soluzione nel breve periodo, utile per far respirare un po’ il Comune. Anche qui però ci deve essere la volontà politica per attuarlo. Chiediamo, per questo, ai candidati sindaci cosa vogliono fare sul tema, perché sta alla politica decidere. Il compito primo nostro è quello di impedire il passaggio delle educatrici a una cooperativa, poi trovare una via alternativa e qui la politica deve esporsi” ha concluso Stornini.
Durante il dibattito sono intervenuti alcuni personaggi della politica cittadina. Innanzitutto i candidati sindaci, invitati dall’organizzazione sindacale a partecipare.
“Sono convinto che di fronte alla dignità del lavoro e delle persone non ci sono colori politici che tengano – ha detto Mauro Morando candidato della lista civica ‘Per la nostra città’ – Il lavoro e i servizi non sono favori chiesti alla politica, sono doveri che la politica ha verso i cittadini in quanto il suo compito è quello di amministrare la cosa pubblica. Le risorse ci sono e si trovano. Se non si spendessero 500 mila euro per un concorso ippico o 3 milioni per cambiare per l’ennesima volta i cassonetti, si potrebbero pagare i lavoratori”.
“Sono venuto qua per offrirvi le mie catene. Quando c’è un problema è l’unico modo per farsi ascoltare – ha tuonato Renato Kovacic che concorre a primo cittadino con Comunisti Sinistra Popolare – La politica è bella se è partecipata e non in mano sempre dei soliti. Vi invito a farvi sentire e a candidarvi nelle liste”
Non ha voluto fare promesse Angelo Malerba del Movimento 5 Stelle, illustrando solo come “il Movimento si adopera per delle idee e non delle persone. Ci si deve mettere la faccia, cioè impegnarsi per qualcosa. Io sono precario e lo sto facendo. Se anche voi vi impegnate in prima persona qualcosa ottenete. Come Movimento diciamo che ci sono sprechi e ci sono cittadini che hanno bisogno. Il nostro programma è pubblico e potete trovarlo sul nostro sito”.
Ha fatto pervenire una lettera anche Roberto Sarti, candidato sindaco per la Lega Nord, che ha tenuto a far sentire il suo appoggio alle educatrici in quanto ritiene un dovere non abbandonarle. Sarti crede sia fondamentale che si intervenga a tutela di un lavoro che svolge una funzione sociale importantissima .
A chiudere il dibattito è stato il consigliere comunale Paolo Bellotti che ha illustrato ai presenti quelli che sono gli scenari che potrebbero presentarsi a Palazzo Rosso e le ricadute che potrebbero esserci per i lavoratori. “Nel patto di stabilità il costo del personale è uno di quegli indici che può far saltare i finanziamenti a un ente. Per risolvere questo problema tutti creano società o cooperative pagandole per dei servizi in modo che non debba assumere dependenti. Se si avverasse l’ipotesi del dissesto finanziario il quadro sarebbe comunque grave. In questo caso tutto il personale non di ruolo sarebbe licenziabile. Si potrebbe però vedere un aspetto positivo. Un commissario potrebbe fare scelte non elettorali e tagliare i costi inutili evitando il licenziamento dei lavoratori”.