Alessandria: “monnezza” anno zero
A giugno dovrebbe diventare operativa la newco (Amiu 51%, Iren 49%) che gestirà per ventanni raccolta e trasporto dei rifiuti per il capoluogo e altri 24 comuni associati. Mentre anche Aral (lazienda che si occupa di recupero e smaltimento) si avvia alla privatizzazione, e sta per inaugurare la nuova discarica fra Solero e Quargnento. Cosa cambia per gli alessandrini?
A giugno dovrebbe diventare operativa la newco (Amiu 51%, Iren 49%) che gestirà per vent?anni raccolta e trasporto dei rifiuti per il capoluogo e altri 24 comuni associati. Mentre anche Aral (l?azienda che si occupa di recupero e smaltimento) si avvia alla privatizzazione, e sta per inaugurare la nuova discarica fra Solero e Quargnento. Cosa cambia per gli alessandrini?
Il viaggio all’interno della galassia dei rifiuti alessandrini non può prescindere dalla figura di Piercarlo Bocchio, il manager pubblico che da tanti anni ormai è il vero deus ex machina di uno dei comparti più delicati e lucrosi dell’economia pubblica del territorio. Oggi Bocchio è direttore generale di Aral, direttore pro tempore di Amiu (e “papabile” presidente della newco, il cui amministratore delegato sarà invece espresso da Iren), e tuttora presidente del Consorzio Smaltimento Rifiuti, esso stesso in scadenza per legge entro fine anno. Se provate a chiedergli quale sarà il suo ruolo nel futuro “scacchiere” della filiera, da vero “marpione”, socialista della prima repubblica, Bocchio si schermisce dietro un “potrei anche fare un bel passo indietro, ormai”, che però non convince nessuno. Anche perché in tanti, a destra come a sinistra, auspicano che dal caos primordiale di questi mesi possa emergere un’unica entità societaria, in grado di gestire, con un solo centro decisionale, e le opportune economie di scala, tutto il processo che va dalla raccolta della montagna di rifiuti del territorio fino al loro completo smaltimento. E chi meglio di lui, che di rifiuti e problematiche annesse si occupa ormai da una vita, potrebbe sovraintendere almeno la prima fase dell’integrazione? Tra il dire e il fare, naturalmente, ci sono di mezzo interessi consistenti, iter di legge e procedure di appalto che non possono essere determinate a tavolino. Ad esempio: l’operazione definita di “privatizzazione” dell’Amiu (impropriamente, perché Iren Emilia è in realtà una società anch’essa pubblica, sia pur di rilevanza nazionale e con 7 milioni di utenti e 50 mila dipendenti) è stata sì portata avanti dal sindaco Fabbio e dalla sua maggioranza di centro destra, ma c’è chi sostiene che sotto sotto non sia spiaciuta per nulla neppure al Pd, anche se sulle modalità di iscrizione a bilancio delle 8 annualità anticipate (pari a 15,1 milioni di euro) la Corte dei Conti ha avanzato obiezioni, e la stessa candidata sindaco del centro sinistra Rita Rossa ha assunto di recente una posizione molto critica.
Ma andiamo con ordine, e vediamo qual è lo stato dell’arte nella galassia dei rifiuti alessandrini. Per i prossimi vent’anni il servizio raccolta e trasporto rifiuti ad Alessandria e in altri 24 comuni del circondario passerà da Amiu (gestione in house) ad una new company (“che speriamo sia operativa dal 1 giugno”, afferma Piercarlo Bocchio) composta al 51% dalla stessa Amiu, e al 49% da Iren, colosso che opera nei settori dell’energia, acqua, gas e ambiente. Sempre secondo Bocchio: “L’azienda che per i prossimi 20 anni si occuperà di raccolta e trasporto rifiuti avrà un futuro sicuramente migliore di quello che avrebbe avuto se fosse rimasta solo Amiu”.Anche perché le casse della stessa Amiu sono vuote, l’azienda vanta un credito importante nei confronti del Comune di Alessandria, e lo stesso Bocchio pare stia “marcando stretti” gli attuali amministratori. Che però sono in scadenza di mandato, e sottoposti ad una fortissima “pressione” giudiziaria e mediatica: difficile che da qui a maggio possa cambiare alcunché. L’opposizione di centro sinistra, peraltro, lamenta a gran voce che da anni “la Tia (Tariffa igiene ambientale: la famigerata tassa sulla rumenta, pesante balzello temuto tanto dai privati cittadini che dalle aziende, ndr) viene incassata direttamente dal Comune tramite Equitalia proprio perché in questo modo Palazzo Rosso beneficia dell’anticipo ad inizio anno dell’85% dell’intero importo (pari a oltre 14 milioni di euro), ma soprattutto può utilizzare la cifra a proprio piacimento, senza doverla girarlo in toto ad Amiu, a cui eroga risorse col contagocce”. A parlare è Enrico Mazzoni, consigliere comunale del Pd alessandrino, che aggiunge: “Noi segnaliamo da tempo questa situazione, così come evidenziamo che è stata costituita, in parallelo, l’ennesima società per la riscossione dei tributi, Al.Tri., che dopo due anni non è ancora operativa, anche se paga un consiglio di amministrazione”.
Ma cosa cambierà davvero con l’avvento della newco con Iren? E i cittadini, soprattutto, finiranno come al solito per vedere lievitare l’entità della propria bolletta? Piercarlo Bocchio lo ha recentemente escluso: “Il contratto di servizio avrà gli stessi costi degli anni precedenti. L’unica novità sarà che la newco potrà riscuotere direttamente la Tia, la tariffa igiene ambientale”. Dall’anno prossimo, si intende, mentre la nuova società, essendosi impegnata ad anticipare al Comune di Alessandria 8 rate annuali di concessione (15, 1 milioni di euro) poi “per 8 anni non pagherà più nulla, e dal nono anno in poi la rata annuale sarà di circa 2 milioni di euro”. Insomma, Iren porterà le risorse finanziarie, Amiu metterà a disposizione personale (trasferito “in continuità”, ossia senza essere licenziato e riassunto), macchinari e sede (concessa in uso ventennale, ma sempre di proprietà di Amiu Spa). La newco naturalmente partirà “pulita”, nel senso che debiti (verso i fornitori) e crediti (per lo più con il Comune di Alessandria) attuali resteranno in carico ad Amiu patrimoniale. E l’obiettivo della nuova realtà pare essere quello di partecipare anche ad altre gare, sia sul territorio provinciale che altrove. E la raccolta differenziata? “Altro bel problema – sottolinea Mazzoni –: oggi siamo al 48%, e dobbiamo arrivare al 65%, come richiede la normativa europea. Il centro destra ha demolito il porta a porta, che è rimasto solo in centro: e il ritorno ai cassonetti in strada è costato oltre tre milioni di euro. E’ chiaro che non si può cambiare continuamente strada, facendo pesare il tutto sulle tasche dei cittadini. Ma se torneremo ad amministrare Palazzo Rosso la questione andrà senz’altro affrontata, in termini di costi e benefici, e di obiettivi da raggiungere”.
E sul fronte smaltimento e discariche? E’ un capitolo complesso, su cui torneremo. Ad oggi quel che è certo è che la nuova discarica in località Calogna (nel comune di Solero, ma al confine con Quargnento) diventerà operativa a giugno, consentendo quella che in gergo si chiama “la coltivazione del rifiuto”. “I lavori di preparazione – sottolinea Luigi Benzi, giovane e combattivo sindaco di Quargnento, e vice presidente di Aral – sono ripresi dopo la sospensione per il gelo invernale, e non dovrebbero esserci intoppi. La discarica dovrebbe restare operativa tredici anni, con possibile proroga per altri due, ma solo con il consenso congiunto dei due Comuni interessati. L’area interessata è complessivamente di circa 100 mila metri quadrati, compresa l’ampia fascia boschiva che limiterà l’impatto visivo. In sostanza stiamo parlando di una soluzione ‘non invasiva’, e che nasce con il massimo di accorgimenti possibili, sul fronte della salvaguardia delle falde acquifere, dei terreni, dell’aria. L’impianto potrà smaltire complessivamente 360 mila metri cubi di rifiuti urbani non pericolosi, anche se inizialmente verrà costruito soltanto il primo lotto dei tre progettati”. E i rappresentanti dei piccoli comuni, nel corso dell’ultima riunione del consiglio di amministrazione di Aral, hanno puntato i piedi, affinché le procedure per il bando di privatizzazione della stessa società fosse rivisto in alcuni dettagli, “proprio per fare in modo – conclude Benzi – che, comunque vadano le cose, esista una convenzione a piena garanzia dei piccoli comuni, e del loro peso decisionale”. Secondo la legge, la procedura di ricerca di un partner per Aral (che, sul modello di quanto avvenuto per Amiu, potrà essere pubblico o privato) deve essere espletata, o quanto meno avviata, entro la fine del 2012. Ma Piercarlo Bocchio è ottimista: “speriamo di farcela in tempi più brevi”. Dietro l’angolo, c’è il sogno di un’unica società capace di unificare le competenze oggi in capo ad Amiu e Aral, per gestire in maniera coordinata l’intero ciclo dei rifiuti. Chimera, o progetto concretamente realizzabile?