(Ri)parte l’attività di Al.tri: “mission economico-sociale e nuova sede”
Una mission ben precisa, quella di riscuotere i tributi, recuperando i crediti anche dagli evasori. Una nuova sede, quella di via San Lorenzo, in pieno centro città. Riparte l'attività della partecipata Al.Tri, nata nel 2010, ma rimasta in sordina per questi due anni. Ma nella minoranza c'è chi teme per questa decisione e chiede all'amministrazione "maggiore prudenza" verso sperperi di denaro e nei confronti dei dipendenti
Una mission ben precisa, quella di riscuotere i tributi, recuperando i crediti anche dagli evasori. Una nuova sede, quella di via San Lorenzo, in pieno centro città. Riparte l'attività della partecipata Al.Tri, nata nel 2010, ma rimasta in sordina per questi due anni. Ma nella minoranza c'è chi teme per questa decisione e chiede all'amministrazione "maggiore prudenza" verso sperperi di denaro e nei confronti dei dipendenti
Con il passaggio dell’attività dell’ufficio comunale tributi nelle mani di questa partecipata, “si possono recuperare dai 5 ai 7 milioni di euro che ogni anno vanno perduti, finendo in prescrizione” ha spiegato il presidente di Al.tri, Domenico Ivaldi (nella foto insieme all’assessore Trussi). Che ripercorrendo con un breve excursus la storia di questa società, pone l’attenzione sulla attuale grave situazione di evasione tributaria che caratterizza Alessandria. “3 mila costruzioni fantasma, che nessuno sa che esistono perché non sono dichiarate, un numero elevato di evasioni dell’Imu (ex Ici, l’imposta comunale immobili) sui terreni fabbricabili e altrettante non riscossioni della Tia (Tariffa di igiene ambientale) su monolocali o bilocali affittati“. Questo è il quadro descritto dal presidente Ivaldi che ha pensato di creare una società apposita, che si occupasse di ciò: “Al.tri è una società economica (perché porta denaro, ma che si regge sulle proprie gambe, grazie alle riscossioni, e non necessita di altro denaro), sociale (perché ‘stana’ coloro che non pagano), e infine perequativa (capace di suddividere con equità risorse e oneri)”.
“Tia, Imu, multe e affissioni”, questa è la nuova mission della società. “Il centro città, via San Lorenzo, sede del mercato coperto, che una volta rappresentava il punto di partecipazione cittadina e che oggi è lasciata morire” è invece la nuova sede di Al.tri. A che prezzo? 108 mila euro l’anno era il prezzo dell’affitto di locazione stabilito dopo il risultato del bando di gara. “Mi sembra un po’ caro” è stato il primo commento del presidente (che ha preso le redini della società nel marzo 2011), che ha chiesto, e ottenuto, un abbassamento del canone di affitto del 10% (quindi 90 mila euro annui), più altri 40 metri quadri e box e cantine gratuite. Contratto d’affitto firmato, ma ancora non esecutivo perché non è ancora stato terminato l’impianto di riscaldamento: “Ad oggi non abbiamo ancora tirato fuori un euro, perché l’impianto non era ancora pronto e quindi noi non siamo ancora entrati. Serviranno altri 10-20 giorni”. Al.tri oggi annovera un cda di tre membri, un presidente (compenso 24 mila euro) e due consiglieri (10 mila euro), un consulente, il dottor Gennaro (espressamente voluto per la sua esperienza da Domenico Ivaldi), un collegio dei sindaci e un collegio dei revisori. Il finanziamento per “partire o ri-partire” da parte dell’ente comunale è stato di 180 mila euro: “100 mila utilizzati per e spese e altri 80 mila sono a disposizione”, ha precisato il presidente Ivaldi.
Le perplessità, dai banchi della minoranza in aula consiliare, non mancano: Paolo Bellotti, si dice “stupito” di queste spese, vista la situazione di criticità finanziaria del Comune (“quasi in dissesto”) e insieme al capogruppo dei Moderati, Diego Malagrino, a Gianni Ivaldi e al vicepresidente del Consiglio, Enrico Mazzoni, sottolinea un’altra grave problematica che è quella del “personale”, cioè dei dipendenti. Sembra infatti che questi ultimi avessero timore per il loro futuro in previsione di questo passaggio alla società partecipata.
Dalle parole dello stesso ragioniere capo, Paolo Ansaldi, si capisce che addirittura il personale del servizio tributi, contrario a questa decisione, si era rivolto al giudice di pace, con il quale si è arrivati però ad un accordo. “I dipendenti comunali di questo servizio saranno trasferiti ad Al.tri con il ‘comando’ (termine tecnico) di 1 anno + 1, ovvero di un biennio, dopo il quale i dipendenti potranno scegliere cosa fare, se rimanere o optare per un trasferimento”. Proprio a partire dall’aspetto “lavoratori dipendenti”, sino ad arrivare a tutta l’operazione di trasferimento del servizio e della ripresa dell’attività di Al.tri in una nuova sede, interviene il consigliere Mazzoni, chiedendo “maggiore prudenza, visto che tra due mesi si va alle elezioni”.
E prosegue: “credo che le motivazioni alla base di questa scelta siano da imputare ai problemi di cassa, di liquidità dell’amministrazione comunale, più che a problemi di norma”. La considerazione deriva dalle spiegazioni riportate da Ansaldi sulla “inattività” di questi anni della società: “è partita sull’onda della finanziaria del 2009 e sui continui e repentini cambiamenti di normativa, non ultima quella del decreto Monti”.
Propositivo è invece il presidente della partecipata che punta ad un “terzo anno di piena attività” per una società che definisce “una sicurezza per i lavoratori” e un servizio del valore di piano industriale di 1 milione 200 mila euro, che “il Comune in qualsiasi momento, a questa cifra, può riprendersi”. Non resta che attendere e vedere se Al.tri resterà un “contenitore” vuoto o se riuscirà ad intraprendere la sua strada, rispettando la propria mission.