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Robot chirurgico: innovativo intervento all’Ospedale di Alessandria
Grazie alla collaborazione tra Chirurgia Generale e Neurochirurgia una ragazzina operata per una rara malformazione spinale. Spinoglio: un intervento molto complesso ma grazie al robot è stato non invasivo ed estremamente preciso
Grazie alla collaborazione tra Chirurgia Generale e Neurochirurgia una ragazzina operata per una rara malformazione spinale. Spinoglio: ?un intervento molto complesso ma grazie al robot è stato non invasivo ed estremamente preciso?
Ancora nuove applicazioni per la chirurgia robotica, in forte espansione presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, che mantiene il programma di ricerca e sviluppo concordato con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
La Chirurgia Generale ad indirizzo oncologico, diretta dal dottor Giuseppe Spinoglio (nelle foto), è divenuta in questi ultimi due anni leader nel mondo in alcuni settori specifici, tra cui il “single access”, tecnica che coniuga la possibilità di effettuare una colecistectomia con un solo accesso ombelicale, a differenza degli usuali quattro buchi della tecnica laparoscopica, con la precisione e sicurezza dell’approccio robotico.
Il dottor Cevoli ha, inoltre, sviluppato la chirurgia robotica in ambito urologico, nella chirurgia del rene e del giunto renale, oltre che nella chirurgia del cancro della prostata.
Nell’ambito dello sviluppo di interventi innovativi è stata realizzata l’asportazione di un meningocele in una ragazzina, una rara malformazione spinale in cui una sacca, costituita da una parte di meningi che rivestono il midollo spinale e contente liquor rachideo, si estroflette attraverso un forame sacrale a lato del retto sul pavimento pelvico. Per la ragazzina si trattava di convivere con una tumefazione sotto la cute di dimensioni molto consistenti, con un diametro di circa otto centimetri, paragonabile alle dimensioni di una pallina da tennis.
“Normalmente – spiegano il dottor Versari e il dottor Spinoglio – gli interventi di asportazione di questo tipo vengono condotti per via posteriore, estremamente invasiva con demolizioni muscolari e ossee”.
In questa caso specifico, con l’ausilio del robot Da Vinci, la ragazzina è stata operata per via anteriore passando dall’addome, dall’equipe della Chirurgia Generale e della Neurochirurgia, grazie alla collaborazione tra il dottor Spinoglio e la sua equipe, il dottor Versari e il dottor Barbanera.
“Grazie al robot, questa via ha consentito di portare a termine un intervento non invasivo ed estremamente preciso. Si è trattato naturalmente di un intervento molto complesso, senza menomazioni o esiti per la nostra paziente – continua il dottor Spinoglio – Per la prima volta il robot DaVinci viene usato nel trattamento di questa patologia, attraverso via anteriore non invasiva”.
Nicola Giorgione, commissario dell’Azienda Ospedaliera dichiara: “È un motivo di grande soddisfazione poter constatare l’elevato livello di professionalità raggiunto dalla nostra struttura, che si instaura in un preciso percorso di ricerca e sviluppo concordato con le Fondazioni che hanno supportato questo importante progetto. Un esempio di buona sanità, grazie alla costante attenzione dei professionisti, in primis il dottor Spinoglio che è un riferimento in tutto il mondo per questo tipo di chirurgia. Ma anche grazie alla sensibilità delle Fondazioni di Alessandria e Torino, che hanno permesso la realizzazione di un centro che sta dimostrando con i fatti di essere all’avanguardia”.
La Chirurgia Generale ad indirizzo oncologico, diretta dal dottor Giuseppe Spinoglio (nelle foto), è divenuta in questi ultimi due anni leader nel mondo in alcuni settori specifici, tra cui il “single access”, tecnica che coniuga la possibilità di effettuare una colecistectomia con un solo accesso ombelicale, a differenza degli usuali quattro buchi della tecnica laparoscopica, con la precisione e sicurezza dell’approccio robotico.
Il dottor Cevoli ha, inoltre, sviluppato la chirurgia robotica in ambito urologico, nella chirurgia del rene e del giunto renale, oltre che nella chirurgia del cancro della prostata.
Nell’ambito dello sviluppo di interventi innovativi è stata realizzata l’asportazione di un meningocele in una ragazzina, una rara malformazione spinale in cui una sacca, costituita da una parte di meningi che rivestono il midollo spinale e contente liquor rachideo, si estroflette attraverso un forame sacrale a lato del retto sul pavimento pelvico. Per la ragazzina si trattava di convivere con una tumefazione sotto la cute di dimensioni molto consistenti, con un diametro di circa otto centimetri, paragonabile alle dimensioni di una pallina da tennis.
“Normalmente – spiegano il dottor Versari e il dottor Spinoglio – gli interventi di asportazione di questo tipo vengono condotti per via posteriore, estremamente invasiva con demolizioni muscolari e ossee”.
In questa caso specifico, con l’ausilio del robot Da Vinci, la ragazzina è stata operata per via anteriore passando dall’addome, dall’equipe della Chirurgia Generale e della Neurochirurgia, grazie alla collaborazione tra il dottor Spinoglio e la sua equipe, il dottor Versari e il dottor Barbanera.
“Grazie al robot, questa via ha consentito di portare a termine un intervento non invasivo ed estremamente preciso. Si è trattato naturalmente di un intervento molto complesso, senza menomazioni o esiti per la nostra paziente – continua il dottor Spinoglio – Per la prima volta il robot DaVinci viene usato nel trattamento di questa patologia, attraverso via anteriore non invasiva”.
Nicola Giorgione, commissario dell’Azienda Ospedaliera dichiara: “È un motivo di grande soddisfazione poter constatare l’elevato livello di professionalità raggiunto dalla nostra struttura, che si instaura in un preciso percorso di ricerca e sviluppo concordato con le Fondazioni che hanno supportato questo importante progetto. Un esempio di buona sanità, grazie alla costante attenzione dei professionisti, in primis il dottor Spinoglio che è un riferimento in tutto il mondo per questo tipo di chirurgia. Ma anche grazie alla sensibilità delle Fondazioni di Alessandria e Torino, che hanno permesso la realizzazione di un centro che sta dimostrando con i fatti di essere all’avanguardia”.