Consiglio comunale: la protesta silenziosa della minoranza
Così è iniziata la seduta del Consiglio comunale di ieri sera tra i banchi della minoranza, prima dell'abbandono dell'aula con l'inizio dell'ordine dei lavori previsto dalla capigruppo. Un silenzio polemico contro la mancata concessione di tornare a parlare della pronuncia della Corte dei Conti, con l'audizione del sindaco Fabbio
Così è iniziata la seduta del Consiglio comunale di ieri sera tra i banchi della minoranza, prima dell'abbandono dell'aula con l'inizio dell'ordine dei lavori previsto dalla capigruppo. Un silenzio polemico contro la mancata concessione di tornare a parlare della pronuncia della Corte dei Conti, con l'audizione del sindaco Fabbio
Giusto il tempo di approvare l’ordine del giorno “sull’omicidio stradale”, che ha coinvolto unilateralmente maggioranza e minoranza, e poi l’opposizione abbandona l’aula, non partecipando agli altri argomenti di discussione e votazione. Inizialmente gli unici due superstiti sembrano essere il consigliere Carlo Cattaneo, che dopo un po’ comunque rinuncia a restare seduto nel suo banco, e la consigliera Mara Scagni che invece, pur non partecipando al voto, non abbandona il Consiglio sino alla fine, intervenendo anche su temi importanti come lo Statuto comunale e il regolamento dei Centri d’Incontro.
Senza la minoranza, ma con il sostegno (talvolta favorevole, talvolta di astensione) dei rappresentanti della Lega Nord (Sarti, Autano e Cuttica di Revigliasco) il Consiglio procede regolarmente portando a termine tutti gli argomenti in programma: passa con 20 voti a favore e 4 astenuti il provvedimento relativo al “servizio di tesoreria”, che ha prorogato l’attività fino a giugno 2012 alla Cassa di Risparmio di Alessandria, attuale tesoriere, e nel frattempo ha attuato il bando di gara per il periodo 2012-2015.
Anche il “nuovo regolamento dei Centri d’Incontro comunali” che ha visto l’assessore Teresa Curino e i membri delle commissioni intensamente impegnati in queste ultime settimane arriva alla fine del suo lungo e travagliato percorso, con oltre 40 bozze e due anni di lavoro. Salta l’approvazione sul tema forse più importante di tutto il Consiglio, il nuovo Statuto comunale: 25 presenti e favorevoli, che non sono però sufficienti per l’approvazione che necessita dei 2/3 dei consiglieri, cioè 27. Risultato che non poteva che essere tale vista la mancanza della controparte con cui aprire il dibattito, come ha sottolineato il capogruppo Fabrizio Priano, che rende “monco l’atto”. Ora come dettato dal Testo Unico degli Enti locali l’iter da seguire, prima di giungere all’approvazione definitiva, è di altre due votazioni successive, da eseguire entro 30 giorni, che devono ottenere il favore della maggioranza più uno, cioè di 21.
Staremo a vedere cosa si riuscirà a decidere prima del 21 marzo, data ultima per l’amministrazione per mettere a posto i bilanci secondo le ultime richieste della Corte dei Conti, oppure dichiarare il dissesto.