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Diritti all’amore e amore nei diritti
Ivan Scalfarotto e Franco Barbero allAcsal: testimonianze e prospettive sul tema delle coppie di fatto in Italia
Ivan Scalfarotto e Franco Barbero allAcsal: testimonianze e prospettive sul tema delle coppie di fatto in Italia
Alcune questioni nel nostro Paese sembrano non riuscire a trovare uno spazio di confronto, dunque potenzialmente di risoluzione, pacifico. Il tema dei diritti dell’amore in Italia vive proprio questa situazione. Ne hanno parlato giovedì sera all’Associazione Cultura e Sviluppo Ivan Scalfarotto, parlamentare e vicepresidente del Pd, e Franco Barbero, sacerdote fino al 2003, dimesso dallo stato clericale per le sue posizioni non ortodosse e co-fondatore, dal 1973, della comunità di base di Pinerolo.
In nessun Paese. Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo è il libro in cui Scalfarotto, partendo dalla sua esperienza personale e dal racconto della sua omosessualità, parla delle difficoltà e le complicazioni cui vanno incontro le cosiddette coppie di fatto, anche eterosessuali, nella nostra penisola. Il vero problema è che la politica, per non andare incontro a malcontenti e non perdere consensi, ha paura di scendere a patti con una realtà tangibile che coinvolge sempre più persone. La società insomma si evolve, ma la politica non la segue creando situazioni talvolta paradossali. Come la vicenda di Adele Parrillo, compagna dell’unico civile ucciso a Nassirya, il regista Stefano Rolla, che non ha mai avuto riconoscimenti, anche economici, di alcun tipo perché non sposata.
La colpa non è dunque tutta della Chiesa, che ha una sua missione e un suo set di credo specifici, ma di una politica che non prende laicamente delle decisioni. La storia insegna che questo Paese in passato è riuscito ad essere sensibile nei confronti di certe dinamiche di trasformazione della famiglia, eliminando le disuguaglianze che non molti decenni fa segnavano dei confini netti fra i ruoli ed i diritti del marito e della moglie. Di fronte dunque a tali istanze contemporanee bisognerebbe proporre soluzioni, nella consapevolezza che una società con più diritti è una società migliore per tutti. In questo l’Italia si differenzia dagli altri stati democratici, che pur in formule diverse hanno dato risposte legislative soddisfacenti. Sarebbe auspicabile, afferma Scalfarotto, una maggiore severità nella morale pubblica, lasciando agli individui la libertà di perseguire i propri progetti di vita e di felicità nella sfera privata.
“Spesso pensiamo che la politica e la vita di tutti i giorni siano due isole separate, ma non è così” ha detto Franco Barbero. È meglio pensare che l’itinerario giusto è quello di una reciproca influenza di queste due sfere, in modo che a dei bisogni corrispondano delle vie di soddisfacimento di questi. Uno dei rischi è che l’attuale situazione di crisi economica, con le sue urgenze e le sue criticità, porti in secondo piano la lotta per i diritti. E’ invece auspicabile che le lotte per i diritti non siano separate: si combatta per il lavoro, ma allo stesso tempo per l’amore, perché tutte le sfere di diritto, se affrontate globalmente, possono condurre ad un mondo più felice e più giusto.
Solo la laicità ci può salvare, conclude l’ex-sacerdote. Senza chiedere il permesso a nessuno, dobbiamo prenderci la responsabilità sulla conduzione della nostra vita, rispettando la nostra identità, vivendo con apertura le nostre passioni e le nostre fedi. “Le cose che dico sono opinioni; le cose che capisco sono parziali: e quanto è bella questa collettiva parzialità!”.
In nessun Paese. Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo è il libro in cui Scalfarotto, partendo dalla sua esperienza personale e dal racconto della sua omosessualità, parla delle difficoltà e le complicazioni cui vanno incontro le cosiddette coppie di fatto, anche eterosessuali, nella nostra penisola. Il vero problema è che la politica, per non andare incontro a malcontenti e non perdere consensi, ha paura di scendere a patti con una realtà tangibile che coinvolge sempre più persone. La società insomma si evolve, ma la politica non la segue creando situazioni talvolta paradossali. Come la vicenda di Adele Parrillo, compagna dell’unico civile ucciso a Nassirya, il regista Stefano Rolla, che non ha mai avuto riconoscimenti, anche economici, di alcun tipo perché non sposata.
La colpa non è dunque tutta della Chiesa, che ha una sua missione e un suo set di credo specifici, ma di una politica che non prende laicamente delle decisioni. La storia insegna che questo Paese in passato è riuscito ad essere sensibile nei confronti di certe dinamiche di trasformazione della famiglia, eliminando le disuguaglianze che non molti decenni fa segnavano dei confini netti fra i ruoli ed i diritti del marito e della moglie. Di fronte dunque a tali istanze contemporanee bisognerebbe proporre soluzioni, nella consapevolezza che una società con più diritti è una società migliore per tutti. In questo l’Italia si differenzia dagli altri stati democratici, che pur in formule diverse hanno dato risposte legislative soddisfacenti. Sarebbe auspicabile, afferma Scalfarotto, una maggiore severità nella morale pubblica, lasciando agli individui la libertà di perseguire i propri progetti di vita e di felicità nella sfera privata.
“Spesso pensiamo che la politica e la vita di tutti i giorni siano due isole separate, ma non è così” ha detto Franco Barbero. È meglio pensare che l’itinerario giusto è quello di una reciproca influenza di queste due sfere, in modo che a dei bisogni corrispondano delle vie di soddisfacimento di questi. Uno dei rischi è che l’attuale situazione di crisi economica, con le sue urgenze e le sue criticità, porti in secondo piano la lotta per i diritti. E’ invece auspicabile che le lotte per i diritti non siano separate: si combatta per il lavoro, ma allo stesso tempo per l’amore, perché tutte le sfere di diritto, se affrontate globalmente, possono condurre ad un mondo più felice e più giusto.
Solo la laicità ci può salvare, conclude l’ex-sacerdote. Senza chiedere il permesso a nessuno, dobbiamo prenderci la responsabilità sulla conduzione della nostra vita, rispettando la nostra identità, vivendo con apertura le nostre passioni e le nostre fedi. “Le cose che dico sono opinioni; le cose che capisco sono parziali: e quanto è bella questa collettiva parzialità!”.