Servizi educativi, 70 operatori a rischio
Dopo lincontro di lunedì fra lassessore Teresa Curino, il dirigente Carla Cattaneo e le rappresentanze sindacali, martedì si è svolta una riunione molto partecipata di tutti gli insegnanti ed educatori degli asili nidi e scuole materne comunali. 70 posti di lavoro a rischio a partire da luglio
Dopo l?incontro di lunedì fra l?assessore Teresa Curino, il dirigente Carla Cattaneo e le rappresentanze sindacali, martedì si è svolta una riunione molto partecipata di tutti gli insegnanti ed educatori degli asili nidi e scuole materne comunali. 70 posti di lavoro a rischio a partire da luglio
Durante l’assemblea di ieri, all’ex Taglieria del pelo in via Wagner, i rappresentanti della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno relazionato sull’incontro svolto con l’amministrazione alessandrina il giorno prima, definendolo “a oggi ancora privo di risposte concrete sul futuro del servizi educativi e sempre più a fosche tinte”. A preoccupare in particolare è il disegno che pare emergere per il prossimo futuro, come spiegano Alvaro Venturino della Cgil e Fabrizio Sala della Cisl: “alla luce del fatto che i servizi degli asili nido non siano considerati stretta competenza dell’amministrazione e della situazione di grave difficoltà finanziaria nella quale versa l’Ente, insieme con l’impossibilità di rinnovare contratti precari sia in maniera diretta che indiretta per i vincoli posti in conseguenza del non rispetto del patto di stabilità, potrebbe cominciare una riorganizzazione dei servizi educativi che porti a mantenere solamente alcune strutture sotto il controllo comunale, con gravi ripercussioni sia in termini di quantità che, e forse soprattutto, in termini di qualità dei servizi. Una situazione inaccettabile, che rischia di costare il posto a 70 educatori di grande professionalità (in particolare i precari degli asili nido, delle scuole materne e del personale ausiliario ndr), e che verosimilmente aumenterà la preoccupazione e la sfiducia anche da parte dell’utenza, con ulteriori gravi difficoltà per tutto il settore”. A partire dal 1 marzo infatti apriranno le nuove iscrizioni alle scuole materne, e dal 1 aprile quelle per gli asili nido, ma con sempre meno certezze da offrire ai genitori. “Per questo è necessario coinvolgere tutti per affrontare in maniera unitaria la crisi che ci aspetta, educatori e genitori insieme, perché è venuto il momento che anche le famiglie siano informate in pieno della situazione e diventino parte attiva da ascoltare per le scelte future”.
Mentre i sindacati accusano l’amministrazione di non aver agito in maniera lungimirante negli anni passati, stabilizzando via via i precari che pure erano parte imprescindibile della forza lavoro necessaria per la gestione dei servizi, e che ora risulterà difficile collocare in blocco visti anche gli oggettivi vincoli di legge che potrebbero presentarsi, l’assessore Curino in un comunicato diffuso nella giornata di ieri stempera i toni, pur non offrendo ancora risposte precise. Spiega l’assessore: “è stata l’occasione per ribadire come, con specifico riferimento ai Servizi Educativi comunali, l’Amministrazione Comunale stia operando perché se ne mantenga ‘pienamente’ l’erogazione e si possano fornire garanzie per il futuro sia per le famiglie e i loro bambini, sia per la stessa “dimensione” occupazionale. Non ci si è nascosti che il quadro normativo di riferimento sia molto complesso e mutevole e che, al momento, si stiano ancora approfondendo (sia a livello di Direzioni comunali, sia nella previsione di ulteriori proficui incontri tra Delegazione trattante di parte pubblica e R.S.U.) le specifiche modalità operative per concretizzare tali obiettivi. Certo vi è l’esigenza (come evidenziato nel corso dell’incontro dai rappresentanti sindacali) di ‘ragionare approfonditamente sull’esistente’, senza pregiudiziali di ogni sorta e, semmai, ribadendo — da parte nostra (e, sulla scorta di quanto sta avvenendo anche in tanti altri Comuni italiani alle prese con vincoli di bilancio e condizionamenti del “patto di stabilità”) — l’intenzione di risolvere al più presto e positivamente il problema. Qualsiasi ragionevole legittima strada sarà dunque perseguita, attraverso soluzioni che potrebbero essere o mantenute interamente “interne” all’Ente, o anche aperte ad eventuali coinvolgimenti di soggetti diversi, in grado di garantire comunque la qualità dei servizi erogati così come le attuali prerogative occupazionali degli operatori”.
Un nuovo incontro è stato proposto a marzo, ma i sindacati rilanciano perché lo stesso avvenga entro 15 giorni, e intanto annunciano le prime iniziative di protesta e sensibilizzazione, che non mancheranno di coinvolgere la cittadinanza attraverso attività di volantinaggio, di presidio sotto Palazzo Rosso e anche coinvolgendo in dibattiti pubblici sul tema i prossimi candidati sindaco.
Sul fronte normativo, si segue con interesse anche quanto sta avvenendo a Torino, comune che si trova in una situazione non troppo dissimile, visto che anche lì vi è stato lo sforamento del patto di stabilità. Qualche novità interessante potrebbe anche giungere dal cosiddetto “pacchetto mille proroghe” in discussione in parlamento, che dovrebbe prevedere deroghe da applicare ai Comuni che abbiano intenzione di assumere, pur avendo sforato il patto di stabilità, nei settori nevralgici dei servizi ai cittadini, come il caso dell’ambito educativo. La situazione del Comune di Alessandria però, sull’orlo del dissesto finanziario, appare particolarmente grave e non è detto che possa rientrare comunque nelle eventuali deroghe approvate.
I rappresentanti dell’Unione sindacale di Base hanno invece scelto una linea più dura, e fanno sapere che “siamo contrari a ogni possibilità di eventuale cessione del settore educativo alle cooperative. Per questo il 21 febbraio, l’Usb ha inviato al Prefetto e al Sindaco di Alessandria la procedura dello stato di agitazione del personale del settore scolastico ed educativo. Questa iniziativa si rende necessaria perché durante l’incontro con la delegazione trattante di parte pubblica, non sono state fornite risposte e/o proposte esaustive riguardo il futuro di questo importante settore, lasciando ampi spazi di perplessità riguardo ad una probabile dismissione a cooperative private. Ora si attende, come richiesto, l’avvio delle procedure di raffreddamento ai sensi della normativa vigente mediante convocazione delle parti”.