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Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo: se ne discute all’Acsal
Per il prossimo incontro dei Giovedì Culturali dell'Associazione Cultura e Sviluppo il 23 febbraio Ivan Scalfarotto e Franco Barbero. Perché libertà differenti a seconda delle preferenza affettive? (VIDEO ALL'INTERNO)
Per il prossimo incontro dei Giovedì Culturali dell'Associazione Cultura e Sviluppo il 23 febbraio Ivan Scalfarotto e Franco Barbero. Perché libertà differenti a seconda delle preferenza affettive? (VIDEO ALL'INTERNO)
Giovedì 23 febbraio all’Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria (piazza De Andrè 76) attraverso le storie di persone in lotta per l’affermazione della propria identità e dei propri diritti si affronterà il tema della comparazione normativa fra le leggi italiane e quelle adottate da altri Paesi europei, a partire forse dalla più delicata e importante delle questioni: il diritto all’amore. Per il prossimo incontro del ciclo dei Giovedì culturali dell’Acsal, alle 20,45 saranno ospiti Ivan Scalfarotto (foto a sinistra), parlamentare, vicepresidente del Partito Democratico, fondatore e direttore esecutivo di Parks – Liberi e Uguali e Franco Barbero (foto a destra), sacerdote fino al 2003, dimesso dallo stato clericale a causa delle sue posizioni ritenute non ortodosse, co-fondatore della comunità di base di Pinerolo.
I diritti negati sono uno dei nodi cruciali su cui si gioca il futuro di un Paese. Per questo l’Unione europea ha approvato norme all’avanguardia contro l’omofobia e le discriminazioni, e quasi ovunque in Occidente sono state varate leggi a tutela delle nuove famiglie. L’Italia sembra invece percorrere una via diversa, lasciando che il pregiudizio si mescoli alla legge. Una società che si ritenga pienamente civile, però, non può voltare lo sguardo di fronte a episodi di discriminazione che vanno contro la nostra Carta costituzionale e accettare di offrire libertà differenti a seconda delle preferenze affettive che ciascuno porta con sé.
I diritti negati sono uno dei nodi cruciali su cui si gioca il futuro di un Paese. Per questo l’Unione europea ha approvato norme all’avanguardia contro l’omofobia e le discriminazioni, e quasi ovunque in Occidente sono state varate leggi a tutela delle nuove famiglie. L’Italia sembra invece percorrere una via diversa, lasciando che il pregiudizio si mescoli alla legge. Una società che si ritenga pienamente civile, però, non può voltare lo sguardo di fronte a episodi di discriminazione che vanno contro la nostra Carta costituzionale e accettare di offrire libertà differenti a seconda delle preferenze affettive che ciascuno porta con sé.