Corte dei Conti-Giunta Fabbio: questione di “tempi”
L'iter procedurale per l'eventuale dichiarazione di "dissesto" deve fare i conti, oltre che con la giurisprudenza in materia, anche con la tempistica. Si arriverà tranquillamente a nuove elezioni, con tutti gli attuali protagonisti ancora in campo? Se venisse dichiarato il dissesto gli attuali amministratori sarebbero ineleggibili alla prossima tornata elettorale
L'iter procedurale per l'eventuale dichiarazione di "dissesto" deve fare i conti, oltre che con la giurisprudenza in materia, anche con la tempistica. Si arriverà tranquillamente a nuove elezioni, con tutti gli attuali protagonisti ancora in campo? Se venisse dichiarato il dissesto gli attuali amministratori sarebbero ineleggibili alla prossima tornata elettorale
Ma proviamo a fare un passo indietro. La Corte dei Conti di Torino rileva irregolarità nei bilanci consuntivi 2009, 2010 e nel preventivo 2011 e invia le osservazioni al Comune indicando un termine entro il quale effettuare le correzioni. Le modifiche arrivano a fine dicembre, in corner rispetto alla scadenza dettata dalla Sezione Controllo (30 dicembre 2011), senza l’appoggio della Lega Nord che nel frattempo è stata “estromessa” dalla giunta. E’ il primo punto indicato dal Dlgs 149.
La Corte prende in esame le modifiche e, nel corso dell’adunanza alla presenza dell’assessore al Bilancio Franco Trussi e del ragioniere capo Paolo Ansaldi, fa presente alcune mancanze: è il 19 gennaio 2012. Diversamente però dalla volta precedente, i giudici di Torino si prendono più di un mese di tempo per presentare nuove osservazioni, inviate solo venerdì scorso, 17 febbraio, a Palazzo Rosso. Secondo alcuni esperti, la chiave di volta, in peggio, non è rappresentata tanto dal fatto che viene messo in evidenza, ancora una volta, lo “squilibrio strutturale” dell’ente, quanto il tentativo di risanare i bilanci con una vendita di concessioni Amiu per la raccolta della spazzatura, inserendo in un solo esercizio un introito che avrebbe dovuto essere spalmato in 8 anni e che di fatto è “un’anticipazione” e non una vera e propria entrata.
Ora la Corte concede altri 30 giorni, al termine dei quali prenderà in esame eventuali nuove correzioni. Su questa strada il primo a fare proposte è stato il capogruppo del Pdl, Fabrizio Priano, che ha chiesto chiaramente, nel corso della seduta di Consiglio comunale di lunedì sera, che il sindaco, l’assessore al Bilancio, il ragioniere capo e ovviamente il Collegio dei Revisori si apprestino a fare un lavoro di “comparazione” con i 10 parametri dettati dal decreto ministeriale del 2009, che decretano la reale situazione dell’Ente, il dissesto finanziario accertato o meno. Sembra infatti che le precedenti analisi di questi parametri siano oggi da rivedere, sulla base dei nuovi dati di bilancio. Con la riapprovazione del bilancio 2010, il Comune ha accertato un disavanzo di amministrazione di 10 milioni: cambiano le cifre e cambiano, quindi, anche gli indici di deficitarietà. Con ogni probabilità già martedì mattina il Collegio dei Revisori si riunirà proprio per mettere in atto questo nuovo lavoro di controllo dei parametri, in base ad una scala di gradualità che ne caratterizza la gravità. Questa nuova valutazione sarà poi presentata dai Revisori dei conti nel primo Consiglio comunale utile .
Con tutta la buona volontà e l’impegno, pare però impensabile che i tecnci comunali, a meno di miracoli, riescano a sistemare tutto in un mese (altrimento lo avrebbero già fatto). Passati i 30 giorni concessi, la Corte si riunirà nuovamente in adunanza (21 marzo), e preso atto – presumibilmente – della mancata sistemazione dei conti, passerà la pratica al Prefetto il quale darà ulteriori 20 giorni di tempo prima di dichiarare il dissesto. Ma sotto l’aspetto della tempistica siamo, a questo punto, circa alla metà di aprile, a meno di un mese dalle elezioni amministrative. Se il dissesto viene dichiarato entro i 30 giorni che precedono l’aperture delle urne, Fabbio, gli assessori e coloro che hanno votato i bilanci incriminati non potranno ripresentarsi al voto per ineleggibilità. Insomma, la Corte (e Fabbio) corrono sul filo del rasoio. Ma ancora diversa è la questione se la Corte ritardasse anche di pochi giorni nei diversi passaggi, perché la procedura di dissesto rischierebbe di essere “congelata” con conseguenze tutte ancora da valutare. Il primo cittadino, i vecchi consiglieri e gli assessori, nel caso in cui venissero eletti, potranno essere confermati o decadranno? Una giurisprudenza in tal senso sembra non essere ancora stata scritta. Ad oggi l’unico caso di “dissesto guidato” con la nuova procedura si regista infatti in provincia di Arezzo, ma con la differenza che non c’erano elezioni in vista.