L’assenza di Fabbio in Consiglio fa scatenare la Lega e la minoranza
Come preannunciato il primo cittadino non era presente in Consiglio comunale. L'incarico di relazionare sulla pronuncia della Corte dei Conti è stato affidato al presidente Cuttica di Revigliasco. Opposizione e Lega accanite contro l'amministrazione. Mentre nel Pdl, il capogruppo Priano propone una prima ipotesi di lavoro per verificare l'ipotetico "dissesto"
Come preannunciato il primo cittadino non era presente in Consiglio comunale. L'incarico di relazionare sulla pronuncia della Corte dei Conti è stato affidato al presidente Cuttica di Revigliasco. Opposizione e Lega accanite contro l'amministrazione. Mentre nel Pdl, il capogruppo Priano propone una prima ipotesi di lavoro per verificare l'ipotetico "dissesto"
Poi come previsto nella capigruppi, il presidente Cuttica apre il dibattito con 5 minuti a testa per ogni capogruppo. Ad aprire le danze è proprio la Lega Nord, con Roberto Sarti (nella foto) che definisce ad inizio discorso la situazione “surreale”: “non abbiamo la presenza del sindaco, che più di tutti pensavo dovesse dare spiegazioni”, attacca subito il capogruppo del Carroccio. Sarti accusa di voler sottovalutare la reale situazione e le parole e i dati minuziosi che sottopone all’attenzione la Corte dei Conti: “noi lo avevamo detto che non avrebbe portato da nessuna parte votare i riassestamenti e le prime modifiche. Ora ci troviamo in una situazione ancora più compromessa del 2011, con uno ‘squilibrio strutturale’ che rappresenta la parola chiave, quella di lettura di tutto il documento della Sezione Controllo”. E conclude: “ma chi pagherà questa situazione? I cittadini e la città”. Con queste parole si chiude il Consiglio per la Lega Nord, che preannuncia l’uscita dall’aula al termine della discussione (fatta eccezione per Cuttica di Revigliasco, che resta al suo posto in qualità di presidente).
Se la Lega attacca, la minoranza rincara la dose. Compatta, chiede le dimissioni del sindaco, degli assessori, insomma dell’amministrazione Fabbio, auspicando che la nuova posizione del gruppo del Carroccio possa apportare nuove firme alla mozione di sfiducia verso il primo cittadino depositata da più di un mese. “Situazione drammatica” viene definita da Gianni Ivaldi (nella foto), che criticando l’assenza per altri impegni del sindaco parla di fallimento tecnico e politico dell’attuale Giunta. “Le nuove rettifiche chieste dalla Corte sono residuali e le prospettive future sono funeree“. “Come Partito Democratico chiediamo al più presto un Consiglio comunale sulla materia in questione e valuteremo se ci sono davvero le basi per chiedere autonomamente il dissesto”. Anche Diego Malagrino, dei Moderati, definisce “sconcertante” la mancanza del sindaco, soprattutto visto che le uniche dichiarazioni del primo cittadino si sono avute per mezzo di un comunicato stampa che dimostra il totale “scollamento dalla realtà”, viste le affermazioni fatte. “Non credo sia segno di trasparenza – prosegue Malagrino – non voler far sapere alla sua città cosa ha intenzione di fare: dal sindaco non sono ancora arrivate le possibili strade da percorrere dopo la situazione descritta dalla Corte dei Conti”.
Di ben altro parere sembra essere invece parte della maggioranza, che nella persona del consigliere de La Destra, Aldo Rovito (nella foto), ritiene “del tutto inutile questa discussione a seguito della comunicazione del presidente”, seppur in linea con il regolamento del Consiglio. “Secondo me prima di un Consiglio ad hoc sulla materia è necessario approfondirla e analizzarla in commissione Bilancio. Io ancora non ho compreso del tutto certe parti, sono contento che nella minoranza sono tutti bravi e capiscano subito tutto”, ironizza l’avvocato. Dello stesso parere sembra essere il capogruppo dell’Unione di Centro, Giuseppe Bianchini che sarcasticamente chiede: “non ho ancora capito se si vuole affondare la Giunta o il Comune?!”.
Ma ad alzare i toni della discussione è il consigliere Mario Bocchio (nella foto): “mi sembra un processo in contumacia della minoranza per l’assenza del sindaco, che c’è sempre stato nelle sedute di Consiglio”. Riprendendo poi i concetti già espressi in un comunicato stampa di venerdì, appena uscita la pronuncia, definisce un “omicidio” questa situazione, “innescato da voi dell’opposizione che però non avete fatto proposte, ma avete solo attaccato”. Ma Bocchio ne ha una per tutti, e così anche la Lega non si salva: “Volete ricostruirvi una verginità che ormai non potete più avere” e con rifermento al paragone uscito oggi Fabbio-Schettino, Bocchio risponde al gruppo leghista “siete voi i veri Schettino, che abbandonate la nave nel momento della difficoltà”. A ribattere a Bocchio è il consigliere Idv Paolo Bellotti che parla di “eutanasia” più che di “omicidio”, accusando in primis il sindaco di anteporre gli interessi di partito, il suo, a quelli della città e della sua amministrazione. “Voi dicevate di amare Alessandria?”, interviene provocatoriamente Giorgio Barberis. “Ma l’avete letta davvero la pronuncia?Avete letto del deficit strutturale? Cosa pensate di poter fare ancora?”, prosegue il capogruppo.
Ma tra un “botta e risposta” e l’altro l’intervento più “costruttivo” arriva dal saggio onorevole Maurizio Grassano, del Gruppo Misto, che con la filosofia dello “stare a metà”, sentendosi “fuori dai due schieramenti in lotta”, propone un “Monti” di turno che risolva i problemi, evitando questo continuo “gettarsi addosso l’uno con l’altro le colpe, che risalgono a prima dell’amministrazione Fabbio”.
Ma dai banchi della maggioranza qualche primo accenno di proposta arriva, dal capogruppo Fabrizio Priano (nella foto a destra). “Vista la delicatezza della materia vorrei avere un supporto – esordisce Priano – Chiedo che la ragioneria (quindi il ragioniere capo), l’assessore al Bilancio, il sindaco e il Collegio dei Revisori facciano delle valutazioni reale sulla situazione in cui ci troviamo, sulla base del raffronto con 10 parametri, dettati da una normativa ministeriale del 2009 che indicano se ci si trova o no in dissesto. Eccoli di seguito:
1) Valore negativo del risultato contabile di gestione superiore in termini di valore assoluto al 5 per cento rispetto alle entrate correnti (a tali fini al risultato contabile si aggiunge l’avanzo di amministrazione utilizzato per le spese di investimento);
2) Volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla gestione di competenza e relative ai titoli I e III, con l’esclusione dell’addizionale lrpef, superiori al 42 per cento dei valori di accertamento delle entrate dei medesimi titoli I e III esclusi i valori dell’addizionale lrpef;
3) Ammontare dei residui attivi di cui al titolo I e al titolo III superiore al 65 per cento (provenienti dalla gestione dei residui attivi) rapportata agli accertamenti della gestione di competenza delle entrate dei medesimi titoli I e III;
4) Volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 40 per cento degli impegni della medesima spesa corrente;
5) Esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5 per cento delle spese correnti;
6) Volume complessivo delle spese di personale a vario titolo rapportato al volume complessivo delle entrate correnti desumibili dai titoli I, II e III superiore al 40 per cento per i comuni inferiori a 5.000 abitanti, superiore al 39 per cento per i comuni da 5.000 a 29.999 abitanti e superiore al 38 per cento per i comuni oltre i 29.999 abitanti (al netto dei contributi regionali nonche’ di altri enti pubblici finalizzati a finanziare spese di personale);
7) Consistenza dei debiti di finanziamento non assistiti da contribuzioni superiore al 150 per cento rispetto alle entrate correnti per gli enti che presentano un risultato contabile di gestione positivo e superiore al 120 per cento per gli enti che presentano un risultato contabile di gestione negativo (fermo
restando il rispetto del limite di indebitamento di cui all’art. 204 del tuoel);
8) Consistenza dei debiti fuori bilancio formatisi nel corso dell’esercizio superiore all’1 per cento rispetto ai valori di accertamento delle entrate correnti (l’indice si considera negativo ove tale soglia venga superata in tutti gli ultimi tre anni);
9) Eventuale esistenza al 31 dicembre di anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5 per cento rispetto alle entrate correnti;
10) Ripiano squilibri in sede di provvedimento di salvaguardia di cui all’art. 193 del tuoel riferito allo stesso esercizio con misure di alienazione di beni patrimoniali e/o avanzo di amministrazione superiore al 5% dei valori della spesa corrente.
A fine discussione la Lega Nord lascia l’aula, accompagnata da tutta la minoranza fatta eccezione per Ezio Sestini, fermo al suo posto. I lavori del Consiglio sarebbero dovuti proseguire con la surroga del dimissionario Davide Buzzi Langhi con il neo consigliere leghista Danilo Autano. Ma senza la Lega, diretta interessata alla votazione, e con un numero di presenti in aula “risicato”, vista l’assenza del primo cittadino e tra i banchi dei consiglieri di Piccolo e Foglino (nella foto), contrari con la procedura che ha consentito al presidente Cuttica di spendere qualche parola sulla pronuncia della Corte dei Conti, e che quindi non hanno seguito il Consiglio, non presenziando in aula la votazione è terminata con un 20 presenti, facendo mancare il numero legale (di 21) a poco più di un’ora dall’inizio. A dare il proprio contributo è stato anche Maurizio Grassano che ha deciso, seppur presente, di non partecipare al voto per la surroga “di un leghista”. Tutti a casa presto e con un nulla di fatto.