Ritratto di una crisi che non passa
AllAssociazione Cultura e Sviluppo di Alessandria il professor Mario Deaglio spiega la crisi economica e ne traccia i possibili sviluppi
AllAssociazione Cultura e Sviluppo di Alessandria il professor Mario Deaglio spiega la crisi economica e ne traccia i possibili sviluppi
I dati del 2011, afferma il professore, confermano pienamente la recessione in corso. Quella che stiamo vivendo è una vera e propria crisi di sistema, che richiederà notevoli sforzi per essere superata. Al pari di un virus, la crisi si è diffusa, partendo da quello finanziario, a tutti i settori della vita economica, andando a colpire in particolar modo i Paesi più ricchi ed aprendo profonde crepe nei loro assetti sociali. Il malcontento degli strati più colpiti della popolazione è sfociato talora nella violenza (basti pensare alle rivolte inglesi dell’agosto scorso), segno di un mutato atteggiamento della gente nei confronti di questa situazione.
Deluse anche le speranze negli effetti risolutivi di alcune misure adottate dagli stati. La proposta americana di stampare molta moneta da immettere nel mercato, avanzata durante la conferenza di Londra dell’aprile 2009, ha portato ad una ripresa pressoché stentata.
L’aspetto più interessante, secondo il professor Deaglio, è che la crisi sta cambiando il mondo. Mutano, molto più rapidamente di quanto si potesse pensare, i pesi dei diversi Paesi nel panorama economico e finanziario. Se nel 2000 i ricchi Paesi occidentali detenevano i due terzi della produzione mondiale, nel 2015, si stima, ne conserveranno appena la metà, a favore della crescente e dinamica Asia. Molti sono i segnali che indicano un cambio di direzione: le nuove modalità di gestione dell’economia, l’uso sempre più esteso della moneta cinese (soprattutto nei Paesi più vicini al colosso asiatico) e, non ultimo, il recente accordo nippo-cinese su di un commercio reciproco che non prevederà più il dollaro come moneta di scambio.
La crisi ha avuto anche delle forti ripercussioni sul piano politico. I governi si sono trovati in difficoltà nell’affrontarla e molti di essi sono saltati: Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Olanda, Svezia, Italia nella sola Europa. La frammentazione sociale si trasforma in vera e propria instabilità politica, portando ad una fragilità di fondo sul piano internazionale.
Quali dunque le misure da adottare? Lo sguardo di chi è al governo deve andare sulle soluzioni nel breve periodo. Utili strumenti per il recupero di risorse, che stabilizzino i bilanci pubblici, possono rivelarsi la lotta all’evasione, le imposte patrimoniali (che colpiscono la ricchezza non usata per il consumo), la vendita di beni pubblici, riforme che riducano il costo dell’attività economica.
Il libro dell’economista torinese disegna anche diversi scenari possibili di andamento e risoluzione della crisi. Se quello di un prossimo futuro radioso non può che apparire come un lieto fine fin troppo ottimistico, si spera almeno che non sia la tempesta perfetta della recessione ad avere la meglio.