Corte dei Conti: le prime reazioni . La Lega chiede di discuterne in Consiglio
La pronuncia della Corte dei Conti sulle "risposte mancanti" dei bilanci 2010-2011 è arrivata a Palazzo Rosso dopo un mese di attesa. Sono stati dati altri 30 giorni all'amministrazione Fabbio, ma la Lega Nord vuole spiegazioni e soluzioni già lunedì, 20 febbraio, in Consiglio comunale
La pronuncia della Corte dei Conti sulle "risposte mancanti" dei bilanci 2010-2011 è arrivata a Palazzo Rosso dopo un mese di attesa. Sono stati dati altri 30 giorni all'amministrazione Fabbio, ma la Lega Nord vuole spiegazioni e soluzioni già lunedì, 20 febbraio, in Consiglio comunale
Con un comunicato stampa a firma di Nando Tempesta della segreteria cittadina della Lega Nord il gruppo del Carroccio chiede che la pronuncia della Corte dei Conti giunta a Palazzo Rosso nella giornata di venerdì 17 febbraio venga discussa all’ordine del giorno del Consiglio comunale già convocato per lunedì 20 febbraio. “La Lega Nord chiede al presidente del Consiglio Comunale, prof. Gianfranco Cuttica di Revigliasco, di modificare con urgenza l’ordine del giorno della seduta del Consiglio Comunale già convocata per lunedì 20 febbraio 2012 affinché questo analizzi la situazione economica del Comune. Attraverso questa analisi, infatti, il Consiglio potrà valutare se sia possibile assumere ulteriori misure correttive per evitare la dichiarazione di dissesto ovvero, alternativamente, la possibilità di dichiarare autonomamente il dissesto del Comune. Una simile delibera infatti, oltre a evitare che il perfezionamento della procedura amministrativa in corso porti alla vergogna dello scioglimento degli organi istituzionali del Comune e alla loro sostituzione con un commissario prefettizio, dimostrerebbe la volontà del Consiglio Comunale di osservare scrupolosamente le norme che reggono la vita degli enti locali, dal momento che la dichiarazione di una situazione di dissesto, qualora esistente, è elevata ad obbligo del Consiglio Comunale“.
In particolare la Lega ritiene “della massima urgenza che nella seduta del Consiglio del 20 Febbraio 2012 il Sindaco Piercarlo Fabbio si presenti in Consiglio Comunale per fornire valutazioni e soluzioni ben diverse dalle esternazioni, del tutto inappropriate quando non abnormi, in cui si è esibito nelle ore immediatamente successive alla notifica della delibera della Corte al Comune. Qualora, come temiamo, il Sindaco non si dimostri in grado di fornire le predette valutazioni e soluzioni, ci pare sin d’ora evidente che sarà necessario procedere con la richiesta delle sue dimissioni e con ogni altro provvedimento si riveli opportuno”. Che il gruppo leghista, questa volta possa davvero prendere in considerazione l’azione più volte auspicata dall’opposizione di “richiesta di dimissioni”?
E’ arrivata ieri, venerdì 17 febbraio, la pronuncia della Corte dei Conti relativa al bilancio consuntivo 2010 e al preventivo 2011, “mancanti di risposte non puntuali”. Dopo un mese dall’adunanza del 19 gennaio a Torino presso la Sezione Controllo nel corso della quale erano stati sottolineati alcuni punti ancora privi delle adeguate risposte all’assessore al Bilancio, Franco Trussi e al ragioniere capo Paolo Ansaldi.
48 pagine che ripercorrono la “storia” travagliata dell’amministrazione comunale e che di fatto avviano la “fase due” del dissesto guidato. Rimangono “profili di criticità strutturale […] tali da determinare squilibri strutturali del bilancio che possono provocarne il dissesto finanziario”. La Sezione di Controllo ribadisce come “l’ente non ha adottato, se non parzialmente e in modo non efficace, i necessari interventi correttivi e i conseguenti provvedimenti gestionali diretti a sanare le irregolarità e criticità riscontrate, ripianare la situazione debitoria e ripristinare stabilmente gli equilibri di bilancio”. Insomma ben più che la “tirata d’orecchie” del 19 gennaio.
La Corte dei Conti lascia altri 31 giorni all’amministrazione Fabbio per apportare le dovute correzioni e dare risposta ai temi lasciati ancora insoluti, arrivando così a stabilire per la data del 21 marzo una nuova adunanza di “verifica” delle modifiche apportare, con preventiva trasmissione dei documenti e dei provvedimenti eventualmente adottati (come previsto dal Tuel-Testo unico degli enti locali). Tutto il procedimento dovrà essere eseguito sotto la guida del Prefetto e della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica che fa capo al Consiglio dei Ministri. Terminati i 30 giorni, “ove sia accertato il perdurare dell’inadempimento da parte dell’Ente delle citate misure correttive e la sussistenza delle condizioni dettate dall’articolo 244 del Tuel”, il Prefetto dovrà assegnare al Consiglio, con una lettera indirizzata ai singoli consiglieri comunali, un termine non superiore ai 30 giorni “per la deliberazione del dissesto”. Superato inefficacemente anche questo termine, il Prefetto dovrà allora procedere con la nomina di un commissario per la deliberazione dello stato di dissesto, con conseguente procedura di scioglimento del Consiglio comunale, ai sensi dell’articolo 141 del Tuel.
L’altra soluzione potrebbe essere quella di “anticipare i tempi” e dichiarare il dissesto finanziario: ma come giustamente sostiene anche lo stesso presidente del Consiglio comunale, Cuttica di Revigliasco, “è compito dell’esecutivo che conosce la materia, sia apportare le correzioni che prendere certe decisioni”, che non si sa ancora quali siano. Anche se il comunicato stampa del sindaco della giornata di ieri, proprio in merito alla pronuncia, sembrava non lasciare molti dubbi: si procede come si è fatto fin’ora. Anzi, nonostante le prospettive future non promettano niente di buono e l’ente comunale si avvii sempre più verso il default, il sindaco non fa cenno alle “prossime intenzioni”, ma ironicamente punta invece il dito verso la mandante di tutta questa operazione, l’ex sindaco Mara Scagni. “Andiamo verso le idi di Marzo, ma visto che il rapporto con la Corte non è idilliaco, chiederemo probabilmente l’intervento di un arbitro super partes. È infatti evidente che chi ha attivato il percorso contro di noi, lo fa per distrarre l’opinione pubblica dai disastri che aveva lasciato. A questo punto dobbiamo togliere il puntatore laser dalle mani politiche pericolose di chi ci desiderava morti. Menomale che Giudici e Giustizia hanno il loro percorso indipendente dai desiderata di Mara Scagni” (leggi tutto il testo del comunicato qui)
Dal capogruppo del Partito Democratico, Gianni Ivaldi, intanto arriva il primo commento: “Con questa pronuncia si apre il processo di riconoscimento del dissesto: noi chiediamo con forza al sindaco di Alessandria di assumersi le sue responsabilità e di rassegnare immediatamente le dimissioni nell’interesse generale”. Ma questa era solo un’anticipazione, poiché Ivaldi nel corso del Consiglio comunale già convocato per lunedì 20 febbraio chiederà con ogni probabilità al primo cittadino di relazionare sulla vicenda. E non si sa mai che le nuove prospettive sul “da farsi” non saltino fuori: cosa farà Fabbio? Tenterà di portare avanti la baracca fino alle prossime elezioni? Staremo a vedere…
Come previsto iniziano a fioccare le reazioni. Queste le parole di Corrado Parise, candidato sindaco alle amministrative 2012: “Meglio tardi che mai. Ci auguriamo che almeno stavolta il Prefetto prenda atto della situazione e commissari immediatamente. La Corte dei Conti ha dato la seconda possibilità, al Prefetto e ai Consiglieri comunali, per fare l’unica cosa utile alla città: smetterla di far finta di nulla, commissariare e arrivare alle elezioni coi conti chiari, se non in ordine. Il comune è dissestato e sarebbe ora che tutti coloro che devono prendersi delle responsabilità istituzionali, lo facciano. Le dichiarazioni di Fabbio sono incommentabili. Il sindaco non aveva la stessa opinione della Corte dei Conti nel 2009, quando altri collegi furono molto meno severi con lui e Vandone, che per ben tre volte chiesero un parere sulla madre di tutte le operazioni dissennate messe in campo nei mesi e anni successivi: la fideiussione Svial”.
Mentre la strenua difesa dell’amministrazione Fabbio e del suo operato “per il bene di Alessandria” è affidata al consigliere Mario Bocchio, che si associa al primo cittadino, puntando il dito contro il mandatario (Mara Scagni) di quello che ha definito un “omicidio politico”: “Si individuino gli strumenti per porre fine ad un interminabile tentato ‘omicidio’politico!”
15:30 Il commento di Barosini sulla pronuncia
Grande amarezza, delusione, grave incertezza. Questi i sentimenti degli alessandrini, attoniti ed incolpevoli. Dopo troppi anni di oggettivo malgoverno, l’intera città invoca serietà, equilibrio e maggiore attenzione alle reali esigenze delle famiglie.