Cascina Rosa: “anche dal gelo, ci salvano i privati”
Da domenica le tubature della struttura sono ghiacciate. I cani sopravvivono grazie allacqua bollente fornita da un vicino e ai cappottini regalati da alcuni privati. E intanto si aspetta un fantomatico nuovo canile...
Da domenica le tubature della struttura sono ghiacciate. I cani sopravvivono grazie allacqua bollente fornita da un vicino e ai cappottini regalati da alcuni privati. E intanto si aspetta un fantomatico nuovo canile...
E’ un cittadino che abita nelle vicinanze della struttura a concedere l’uso dell’acqua. E cittadini sono anche coloro che hanno donato ai cani ospiti di Cascina Rosa tante coperte e cappottini per proteggerli dal freddo. Privati cittadini anche quelli che sabato e domenica, grazie a un tam tam partito da Facebook, si sono recati al Canile Rifugio per aiutare a spalare la neve e a mettere la paglia nelle cucce. Privati i volontari dell’Ata che costantemente si adoperano per garantire un pasto quotidiano, l’igiene e le cure veterinarie necessarie agli oltre 90 cani che trvano ospitalità a Cascina Rosa.
Solo 17 su 35 sono i box riscaldati dalle lampade a raggi uv che limitano un pochino il problema del clima così rigido. Per tutti gli altri, l’unico metodo che i volontari dell’Ata hanno potuto trovare per scongiurare l’ipotermia – causa di diverse morti in altri canili proprio in questi giorni – è stato mettere molta paglia e coperte nelle cucce.
“Non abbiamo molte alternative. Anche se avessimo i soldi per acquistare altre lampade (cosa molto difficile visto che il Comune è insolvente da due anni), la struttura non reggerebbe il voltaggio e in tanti box sarebbe necessario fare numerosi lavori parecchio drastici. Lavori che risulterebbe insensati considerando che è da diversi mesi che aspettiamo di trasferirci in un fantomatico nuovo canile.”
Proprio a novembre di quest’anno Elena Gamalero scriveva sul “La ZampATA” – il giornalino dell’associazione -:
Fino all’ultimo queste due pagine sono rimaste bianche, come in attesa di una novità da potervi comunicare.
Fino all’ultimo abbiamo sperato di potervi invitare a visitare la nuova struttura del Rifugio Cascina Rosa.
E’ giusto che i nostri lettori e simpatizzanti conoscano come stanno andando le cose sul fronte “nuovo canile”; pertanto vi racconto la situazione attuale (N.B. questo numero di “La ZampATA” è andato in stampa i primi giorni del mese di novembre 2011).
Circa due anni fa, la nostra associazione è stata contattata per ricevere la comunicazione della inevitabile necessità di trasferire il Rifugio Cascina Rosa da San Michele ad altra ubicazione a causa dell’imminente vendita dei terreni sui quali si trova attualmente la struttura, ai fini di far sorgere lì un importante centro logistico necessario per lo sviluppo della città di Alessandria.
Non molto felici, perché ormai da anni ci sentivamo “a casa nostra”, ma consapevoli delle evidenti necessità di interventi di ristrutturazione del canile che da anni chiediamo e di fronte al progetto di un nuovo canile faraonico e all’avanguardia, abbiamo accettato lo spostamento.
Il nuovo canile avrebbe dovuto sorgere in Località Gerlotti, a quattro passi da dove ci troviamo ora, ed il progetto prevedeva la realizzazione imminente del Rifugio Cascina Rosa (vista la necessità rapida del nostro spostamento) e, in un secondo momento, l’accorpamento del Canile Sanitario di Alessandria.
Un progetto importante e ben presentato, dalle evidenti comodità di fruizione sia da parte dei volontari che da quella dei visitatori che quotidianamente si recano al nostro canile.
Il progetto avrebbe dovuto essere realizzato entro il mese di luglio 2011.
I mesi passavano, l’inverno incalzava e i lavori non cominciavano.
Noi, in attesa di una nuova casa, cominciavamo ad ipotizzare la futura organizzazione e a fare sopralluoghi sui terreni ad essa destinati sempre con estrema perplessità in quanto i lavori sembravano non iniziare mai.
Abbiamo più volte chiesto il perché della dilatazione dei tempi di inizio lavoro e ci è sempre stato assicurato che il progetto stava procedendo e che, vuoi per agenti meteorologici, vuoi per altri problemi, i lavori erano solo in stand-by.
Il tempo è trascorso in un lampo e inevitabilmente si avvicinava il fatidico mese di luglio 2011. Ormai consapevoli del fatto che le scadenze non sarebbero mai state rispettate e di fronte alla necessità di fare i conti con una struttura indebolita dagli anni e con la necessità di lavori di ristrutturazione sempre più evidenti, abbiamo per l’ennesima volta chiesto delucidazioni all’amministrazione comunale che ci ha finalmente confessato che, senza nemmeno essere stati interpellati in merito, l’area destinata alla costruzione del nuovo canile era stata a sua volta venduta e destinata alla nascita di un albergo e centro benessere annessi al centro ippico già esistente e che la presenza di un canile sarebbe stata sconveniente alla clientela che in essa avrebbe soggiornato; ci hanno inoltre garantito che, entro tempi brevissimi, saremmo stati contattati per valutare nuove proposte di aree idonee alla costruzione del canile.
Il tempo è inesorabilmente volato via e in settembre, impauriti dall’arrivo di un nuovo inverno da trascorrere al vecchio canile (idea con la quale ormai conviviamo), abbiamo chiesto un incontro con il Sindaco per ricevere aggiornamenti sulla questione.
Durante l’incontro avvenuto in data 11 ottobre, il Sindaco ci ha confermato le voci che già circolavano, ossia che l’unica soluzione trovata era quella di costruire il nuovo rifugio Cascina Rosa e l’annesso canile sanitario a Lobbi.
Ora, è evidente che Lobbi non è in Alessandria ed è altrettanto noto a tutti che la strada per raggiungerla è sempre funestata da traffico. Abbiamo subito fatto presente al Sindaco che la scomodità nel raggiungere un luogo si traduce ben presto in un luogo poco visitato e, nel caso specifico di un canile, pochi visitatori = pochi cani adottati = tanti cani che invecchieranno al canile.
Abbiamo manifestato il nostro parere a sfavore di tale soluzione spiegando anche che significherebbe per l’Amministrazione comunale spendere molti soldi per la costruzione di un nuovo canile e nel giro di breve tempo vedersi costretta, a causa del canile pieno, ad accollarsi nuove ingenti spese per pagare privati per la custodia dei cani accalappiati sul nostro territorio.