“L’uomo al centro”: una città per le persone con disabilità
Un importante obiettivo è quello che si pone l'ufficio del Disability Manager, insieme ad amministrazione comunale e associazioni e ordini di categoria per un rinnovamento della città: "non più città disabilitanti, ma adeguamento degli spazi e dell'ambiente alle persone con disabilità"
Un importante obiettivo è quello che si pone l'ufficio del Disability Manager, insieme ad amministrazione comunale e associazioni e ordini di categoria per un rinnovamento della città: "non più città disabilitanti, ma adeguamento degli spazi e dell'ambiente alle persone con disabilità"
Insieme all’architetto Paola Testa, responsabile dell’ufficio Mobilità e Disability Manager di Palazzo Rosso e con la presenza di rappresentanti dell’Ordine degli ingegneri, degli architetti e dei medici si vuole procedere all’abbattimento delle barriere architettoniche presenti ad Alessandria per rendere più praticabile ogni spostamento e ogni azione quotidiana anche alle persone con disabilità. Sono tre le variabili poste in evidenza dal presidente Sarti: ambiente accessibile, ausili tecnici, ausili alla persona. “E’ necessaria una nuova visione di città – ha sostenuto l’architetto Testa – che deve diventare una questione di cultura, non solo per le parti interessate , ma di tutti i cittadini, maggiormente informati”. Il riferimento è al nuovo “linguaggio”, stilato dalla classificazione Icf, che caratterizza le diverse disabilità con un codice alfabetico e uno numerico, che indica il grado, con il quale la comunicazione può avvenire a livello universale. Un “diversal design”, cioè una cultura, un piano che permetta ai disabili di “utilizzare, vivere e integrarsi nella città“. La responsabile del Disability Manager ha voluto porre l’accento anche sulla possibilità di ampliare le licenze dei taxi, con un paio di vetture che ne permettano il trasporto e che insieme al lavoro svolto da mesi da alcune classi dell’Istituto per geometri, ovvero l’utilizzo di strumenti simulatori di disabilità (occhiali da ipovedenti ad esempio) per nuove progettazioni, possano servire non solo sotto l’aspetto sociale, ma educativo e lavorativo allo stesso tempo.
Il primo aspetto è quello sottolineato dall’intervento di Dario Camerino, presidente Ordine degli architetti che ha parlato di “necessità di una formazione adeguata nel settore”, vista ancora la non sufficiente conoscenza di come devono essere affrontate le difficoltà dei disabili. Per il presidente dell’ordine degli ingegneri, Ferralasco, servirebbe una maggiore elesticità dei progettisti alle norme. “Spesso quello che viene progettato su carta è poi difficile da realizzare nel concreto per troppa attenzione alle norme”. Ma Ferralasco propone anche una “mappatura” necessaria per identificare le zone e gli edifici fruibili alle persone con disabilità. Vere e proprie aree colorate su una piantina, affinché sia più facile avere il quadro generale della città. Mauro Cappelletti, per l’Ordine dei medici, appoggia le iniziative, ma sostenendo che “prima di pensare ad una “città” a misura di disabile, sarebbe bene risolvere le principali problematiche che si trovano ad affrontare quotidianamente. Cappelletti parla di una sorta di “censimento” di quelli che sono gli ostacoli che ancora si incontrano: “un esempio su tutti, che calca in questi giorni le cronache cittadine, è quello delle farmacie. E’ contro la legge farsi dare le medicine, portando solo in un secondo momento le ricette, ma molti anziani e portatori di handicap sono costretti a farlo per impossibilità e mancanza di aiuto”.
Sembra essersi formata una grande sinergia tra le parti sociali, quelle di categoria e l’amministrazione comunale. Ma è anche vero che dalle parole è necessario passare ai fatti. Questo è stato quello che ha chiesto la consigliera Mara Scagni “come nella scuola guida, non c’è solo la teoria ma anche la pratica. Passiamo a fatti concreti”. E proprio partendo dai fatti concreti, portando ad esempio la situazione di disagio per le strade e sui marciapiedi in alcune zone della città per il ghiaccio e la neve, soprattutto per le persone anziane e con disabilità (nella foto le difficoltà di parcheggio del consigliere Berta davanti alla propria abitazione), scoppia la polemica. A rispondere alla consigliera della minoranza è l‘assessore Trussi, che parla di 450 tonnellate di sale sulle strade e definisce i continui attacchi della consigliera “un’offesa a tutti coloro che in questi giorni (Amiu) hanno lavorato giorno e notte per fare il possibile e ripulire la città”. Ad interrompere lo “scontro” è stato Giorgio Barberis che dai banchi della minoranza ha definito “stupido” dividersi su un tema tanto importante per tutte le parti politiche. Barberis ha proposto un “catalogo” delle nuove pratiche che passi in eredità alla prossima amministrazione, di qualsiasi colore politico sia.
Proposte arrivano anche dal consigliere Paolo Berta, che senza troppo sottolineare le difficoltà “neve” da lui vissute in questi giorni, ha parlato di necessità di “fare”. “Iniziamo a fare un tavolo di lavoro, a fissare delle date precise, ad ascoltare idee: l’importante è che si inizi a fare qualcosa per superare le difficoltà che si incontrano quotidianamente”. E per iniziare cita il fatto che nessuno studio medico è accessibile ai disabili. Poi sul fronte economico precisa “verifichiamo le risorse a disposizione e partiamo che quelle che ci sono!“. L’aiuto concreto arriva anche dalle associazioni: “sono 4 anni – spiega Berta – che nel mio cassetto c’è un foglio con 22 punti, 22 problemi evidenziati da 22 associazioni di disabili. Riprendiamolo in mano e partiamo da qui!”. La collaborazione deve arrivare da tutte le parti sociali, perché tutti hanno diritti e doveri.
Due lunghe ore di discussione, di proposte, idee e problematiche principali da risolvere.Ora la speranza è che si possano concretizzare in progetti, in realizzazioni, in opere.