Cappelletti: “Lascio il Palazzo, senza rimpianti”
Si è dimesso pochi giorni fa dal ruolo di consigliere comunale. Ma ad Alessandria Mauro Cappelletti è soprattutto un medico stimato, presidente provinciale del suo Ordine professionale. Lo abbiamo incontrato, per capire cosa ha spinto un esponente di spicco della società civile ad entrare in politica. E ad uscirne dopo pochi anni
Si è dimesso pochi giorni fa dal ruolo di consigliere comunale. Ma ad Alessandria Mauro Cappelletti è soprattutto un medico stimato, presidente provinciale del suo Ordine professionale. Lo abbiamo incontrato, per capire cosa ha spinto un esponente di spicco della società civile ad entrare in politica. E ad uscirne dopo pochi anni
Dottor Cappelletti, ora che è fuori dal Palazzo, tira un sospiro di sollievo?
Sì e no. Nel senso che non rinnego la mia scelta di cinque anni fa, e anzi la rifarei. Ma al contempo ho anche capito che probabilmente posso dare il mio contributo alla nostra comunità più attraverso la mia attività professionale che non in consiglio comunale, diciamo così. Per cui non ho intenzione di ricandidarmi.
Lei è entrato in politica formalmente solo cinque anni fa, nel Pdl. Si sentiva e si sente un uomo di centro destra?
Io sono, e sono sempre stato, un moderato. Francamente, se guardo al mio percorso professionale e ai progetti che, con altri, ho realizzato in ambito medico sanitario, devo anche constatare che ho sempre collaborato in maniera proficua più con esponenti di sinistra e centro sinistra. Ma questo non vuol dire: nel 2007 sentivo che era arrivato per me il momento di dare un contributo (assolutamente disinteressato: non avevo bisogno di fare politica insomma..) alla città. Conoscevo Piercarlo Fabbio, lo stimavo, e gli ho chiesto se potevo dare una mano, e come. Mi ha risposto: candidati, e sono stato eletto in consiglio.
Cinque anni dopo, davvero nessun pentimento?
(sorride, ndr). No, anche se per due anni ho osservato i meccanismi del consiglio, perché non sono abituato a intervenire senza conoscere. E via via ho constatato che il potere vero è nelle mani del sindaco, e della giunta. I consiglieri sono chiamati a ratificare, e al limite a dire no. Ma la vicenda del bilancio è emblematica: se gli esperti, dall’assessore al Bilancio al ragioniere capo, ai vari contabili, ti dicono di fidarti, perché le cose stanno in un certo modo, è evidente che tu non puoi che crederci….
Fino ad un certo punto però. Lei è stato l’unico esponente del Pdl a votare contro le modifiche di bilancio, nella seduta del 30 dicembre. Scelta drastica..
Scelta inevitabile, dal mio punto di vista. E della quale avevo preventivamente avvertito il sindaco Fabbio, comunicandogli anche la mia decisione di dimettermi, sia pur per ragioni personali e professionali, nei giorni successivi. Con le contestazioni della Corte dei Conti, e il parere negativo dei revisori, quali elementi potevo avere io per persistere nella fiducia ‘a scatola chiusa’? Naturalmente mi auguro però che la vicenda si chiarisca, e che le correzioni apportate siano ritenute adeguate: ma a questo punto devono pronunciarsi persone davvero competenti su questioni di bilancio. E io non lo sono.
Il sindaco Fabbio come ha preso la sua decisione, e le sue dimissioni?
Fabbio è una persona seria, e molto garbata. Magari non gli ha fatto piacere, ma mi ha ringraziato per il contributo di questi quattro anni e mezzo, e ne ha preso atto. Guardi, il sindaco in questo mandato ha lavorato credo 18 ore al giorno, e obiettivi concreti sono stati raggiunti: penso al rifacimento dei giardini, o di piazza Matteotti, corso Roma, via Cavour. Per non dire della sicurezza in città. Oggi Alessandria è più bella e più vivibile di prima. Sui bilanci, ripeto: non ho la competenza per pronunciarmi.
Dottor Cappelletti, tanti alessandrini la conoscono e la apprezzano come medico. Tra l’altro da poco riconfermato presidente provinciale del suo Ordine professionale. Ripercorriamo, in estrema sintesi, il suo percorso professionale?
Va bene, ma proprio rapidamente. Sono stato medico ospedaliero fino a 39 anni, contribuendo insieme ad altri straordinari colleghi a realizzare tra l’altro il centro di rianimazione e l’anestesia senza dolore. Sono uscito dall’ospedale da aiuto primario, per dedicarmi alla medicina di famiglia. In cui credevo e credo, tanto da essermi battuto negli anni per la formazione continua, per l’informatizzazione delle schede sanitarie, per lo screening della prevenzione del tumore alla mammella e molte altre attività. Ho circa 1.400 mutuati, e da quattro anni sono presidente dell’Ordine, come lei ha ricordato, che è un ente pubblico, e non un sindacato, naturalmente. Abbiamo specifici e articolati compiti, che spaziano dalla gestione degli albi professionali (in provincia di Alessandria i medici sono circa 2.300) ai contenziosi, alla formazione. E siamo sottoposti al controllo e alla vigilanza del Ministro della Salute.
Il ministro Balduzzi è alessandrino, e assai sensibile a questioni legate al territorio, come si è visto di recente sul fronte Eternit. I rapporti con lui come sono?
Eccellenti, ci siamo immediatamente congratulati per la sua nomina, anche se sappiamo che il suo sguardo deve essere nazionale, e non locale. Certo, sappiamo che, in caso di necessità, è un interlocutore attento, presente e disponibile. Noi però dobbiamo guardare prima di tutto ai cittadini/pazienti. E abbiamo, ad esempio, costituito una commissione dell’Ordine per studiare tutte le variazioni del Piano Sanitario Regionale, e contribuire per quel che possiamo a migliorarlo.
Lei per lavoro incontra tante persone tutti i giorni dottor Cappelletti: sono pazienti, ma anche cittadini. Come vivono la situazione del Paese, e il rapporto con la politica?
Male, lo sappiamo tutti. Io vedo almeno 50 alessandrini ogni giorno, e naturalmente un confronto anche amichevole, e qualche battuta o commento su quel che succede è inevitabile. La fiducia verso chi ha incarichi politici, nazionali e locali, è ai minimi storici, inutile negarlo. ‘Dottore, adesso di governi ne paghiamo due: quello dei tecnici, e quello dei politici’, mi ha detto un paziente l’altra mattina. Purtroppo la società civile si sente debole, presa in giro. E non è che finora, dalla politica, siano arrivati grandi segnali di riscossa. Speriamo bene….