Dopo quasi 25 anni nuovo regolamento per i Centri d’Incontro comunali
Un regolamento che risale al 1988 regola i Centri d'Incontro comunali della città di Alessandria. Un provvedimento della Giunta "rinnova" le regole alla base di questi centri di aggregazione (Cristo, Galimberti, La Casetta, Orti per anziani e Ortincontra) cittadina. Le commissioni Politiche Sociali e Affari Istituzionali esaminano il documento prima del passaggio in Consiglio comunale
Un regolamento che risale al 1988 regola i Centri d'Incontro comunali della città di Alessandria. Un provvedimento della Giunta "rinnova" le regole alla base di questi centri di aggregazione (Cristo, Galimberti, La Casetta, Orti per anziani e Ortincontra) cittadina. Le commissioni Politiche Sociali e Affari Istituzionali esaminano il documento prima del passaggio in Consiglio comunale
Gli uffici tecnici del Comune hanno anche stilato uno specchietto illustrativo che contiene il numero dei Centri d’Incontro, gli associati, le attività e i servizi che offrono e le spese delle utenze (acqua, luce, gas) che sono a carico dell’amministrazione comunale. Ad illustrare le linee guida seguite per la realizzazione del nuovo regolamento è l’assessore Teresa Curino: “i pilastri su cui ci siamo basati sono la valorizzazione dell’identità e della storia dei singoli Centri d’Incontro, l’incentivazione alla partecipazione delle associazioni e dei cittadini per questi che sono ‘luoghi di tutti’, la responsabilità anche sul piano economico con una compartecipazione nelle spese da parte dei Centri d’incontro stessi”. Questo nuovo regolamento andrebbe a sostituire l’attuale che ha quasi 25 anni di vita: risale infatti al 1988.
I cinque Centri d’Incontro comunale sono: “Cristo”, “Galimberti”, “La Casetta”, “Orti per anziani” e “Ortincontra” (l’ultimo nato in zona Orti, dietro allo stadio Moccagatta) e tutti e cinque rappresentano delle realtà differenti e complesse all’interno della società cittadina. Una delle caratteristiche che è stata presa in esame è proprio quella della “varietà” dei Centri, delle loro attività e dei loro servizi. Che automaticamente determinano una differenza anche nel numero dei soci, delle spese e dei guadagni. Anche perché le strutture nelle quali sorgono i Centri d’Incontro sono in comodato d’uso dal Comune, anche se la loro organizzazione è sovra-comunale: ovvero sono in parte dipendenti da associazioni, 3 delle quali (Ancescao) sono associazioni di promozione sociale, dove le attività “commerciali” sono solo a garanzia dei soci. Mentre, ad esempio, per i centri “sportivi” gli spazi pubblici come i bar sono aperti a tutti, con regolare battitura di scontrino di cassa.
Tutte le spiegazioni tecnico-amministrative sono state affidate ad uno dei responsabili dell’ufficio comunale, Ferretti, che ha messo in evidenza alcune delle grandi novità. Tra le più importanti c’è l’aspetto “economico”: “le utenze restano intestate al Comune per minor rischio, ma si sta cercando la soluzione migliore per responsabilizzare i Centri d’Incontro. D’ora in poi le spese delle utenze saranno comunicate ai presidenti dei centri che alla fine dell’anno con un loro contributo andranno a reintegrare le spese del Comune. Cioè una spesa condivisa in percentuale con i Centri”. Tutto ovviamente bilanciato dalle loro singole capacità economiche, differenti da un centro all’altro. “Si sta perciò valutando l’entità della percentuale, se definirla come fissa, parziale o concordata”. Tra i vari articoli del nuovo regolamento a far discutere è quello relativo al binomio Centro d’incontro e politica. “Centri esclusi dal palcoscenico elettorale, ma solo nei 45 giorni di campagna”, precisa la Curino.
Da parte della consigliera Mara Scagni (nella foto), piccola critica per non aver operato nella stesura con maggiore coinvolgimento del Consiglio, della commissione e dei singoli soggetti “politici”. Poi si pensa al “peso” delle associazioni che reggono i Centri d’incontro: “prima erano associazioni di volontariato”, precisa la Scagni. “O si decideva di cancellare tutta la storia di questi Centri – risponde l’assessore – oppure si cercavano soluzioni per tenere in piedi le realtà già esistenti, adeguandole alle normative di questi ultimi anni. Considerando le difficoltà perché non tutti i Centri erano in regola!”. L’affidamento alle associazioni va di 3 anni in 3 anni, con un tetto massimo di 6: “a marzo è prevista la scadenza dei contratti con le associazioni sovra-comunali (Ancescao, Uisp e Aics) che saranno rinnovati con queste nuove scadenze temporali”. Prima di passare la “patata bollente” al Consiglio comunale sono previsti altri due incontri in commissione: martedì 14 febbraio l’incontro e il confronto con i presidenti dei Centri e il 21 febbraio gli eventuali “emendamenti” o proposte di modifiche da parte dei consiglieri/commissari.