Elezioni a Palazzo Rosso: candidati ‘lanciati’, elettori dubbiosi
E ufficiale: le elezioni amministrative si terranno il 6 e 7 maggio. A cento giorni dalle urne, le incognite sul voto alessandrino non sono però solo politiche, ma anche giudiziarie. Il Pdl confermerà la fiducia a Fabbio, a qualsiasi condizione? E chi sarà il candidato della Lega Nord? Intanto gli altri aspiranti sindaco affilano le armi, tra lo scetticismo dei cittadini
E? ufficiale: le elezioni amministrative si terranno il 6 e 7 maggio. A cento giorni dalle urne, le incognite sul voto alessandrino non sono però solo politiche, ma anche giudiziarie. Il Pdl confermerà la fiducia a Fabbio, a qualsiasi condizione? E chi sarà il candidato della Lega Nord? Intanto gli altri aspiranti sindaco affilano le armi, tra lo scetticismo dei cittadini
A suo svantaggio, la complessa vicenda legata ai bilanci dell’ente, per la quale si attende in queste ore un ulteriore pronunciamento della Corte dei Conti, mentre sullo stesso tema pare probabile un rinvio a giudizio, e secondo qualcuno anche l’apertura di nuovi filoni di inchiesta. E poi c’è la spada di Damocle del presunto danno erariale, che pende sul capo di tutta la giunta e dei consiglieri comunali che approvarono i bilanci contestati.
Tutto ciò potrebbe indurre Piercarlo Fabbio, o il suo partito, ad un ripensamento nelle prossime settimane? O ci ritroveremo un sindaco sotto processo per le già note ipotesi di reato (falso ideologico, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato), e al contempo impegnato a convincere gli elettori a riconsegnarli le chiavi della città? Sono domande che è legittimo porsi, e alle quali dovrà rispondere, oltre al primo cittadino, anche il suo partito, quel Pdl che si avvia, a fine febbraio, al suo primo congresso provinciale con una ‘gatta da pelare’ di quelle serie. Perché il punto vero, inutile negarselo, è che all’interno del partito gli aspiranti ‘post Fabbio’ non abbondano, e praticamente nessuno, tra i big alessandrini del Partito della Libertà appare interessato a mettersi in gioco in una competizione ad altissimo rischio, per ragioni non difficili da intuire.
Ma stiamo ai fatti. Gli undici candidati sindaco già in campo sono la dimostrazione di quanto Alessandria creda ancora alla centralità di Palazzo Rosso, oppure al contrario sono sintomo di malessere, manifestazione della crisi della politica che genera un clima da ‘todos caballeros’? Intanto proviamo ad elencarli, giusto per tracciare un quadro riassuntivo:
Claudio Prigione (La Destra), Graziano Canestri (Forza Nuova), Piercarlo Fabbio (Pdl), Gianni Barosini (Udc, Fli, I Cittadini prima di tutto, Noicrediamoinchicredeinoi), Gianni Vignuolo (Api), Corrado Parise (Parise per Alessandria), Giovanni Rattazzo (Crescere Insieme), Ezio Sestini (Alessandria Riformista), Mauro Morando (per La Nostra Città), Rita Rossa (Pd, I Moderati, Sel, Federazione della Sinistra, Idv), Renato Kovacic (Partito Comunista).
Naturalmente il quadro è incompleto: l’attesa è soprattutto rivolta alle scelte della Lega Nord, ma manca ancora anche sicuramente il candidato del Movimento 5 Stelle, e magari qualche sorpresa: l’ex sindaco Mara Scagni ad esempio, formalmente ancora iscritta al Pd, ma che da mesi non fa mistero di valutare anche la possibilità di una propria lista. Oppure TuAlessandria, l’associazione politica che fa capo all’altro ex sindaco, l’onorevole Felice Borgoglio, e che da un anno ‘sonda’ il terreno, e secondo i bene informati ha ricevuto più di un ‘no, grazie’ da potenziali candidati (e candidate) della società civile alessandrina: e se alla fine Borgoglio decidesse di presentarsi in prima persona? Sarebbe solo amarcord?
L’incognita maggiore, a questo punto, riguarda certamente la scelta della Lega Nord. Il Carroccio punterà sull’attuale presidente del consiglio comunale, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, o estrarrà dal cilindro la candidatura di Riccardo Molinari (in predicato peraltro di ingresso nella giunta Cota) o dell’eurodeputato Tino Rossi? Ma, soprattutto, ci sono ancora spazi per un accordo tra Pdl e Lega (ovviamente su un nome diverso da quello di Fabbio), oppure i due principali partiti del centro destra si presenteranno alle urne separati, offrendo un prezioso assist ai candidati di centro sinistra, e in particolare a Rita Rossa? E quale potrà essere il reale peso dei presunti outsider, da Gianni Barosini a Corrado Parise? Sono ancora possibili alleanze pre elettorali tra i numerosi candidati in pista, o siamo destinati a ritrovarci tra le mani una scheda ‘lenzuolo’, sulla quale orientarci a fatica?
Certamente molte di queste domande sono destinate a trovare una risposta nelle prossime settimane. Così come auspichiamo di capire, concretamente, come i tanti aspiranti sindaci intendano affrontare le non poche emergenze dell’ente, e del territorio.