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Mostra foto-documentaria sull’occupazione italiana della Libia
Dal 25 gennaio al 3 febbraio a Palazzo Borsalino l'iniziativa dell'Isral per il Giorno della Memoria: un'attenta riflessione su quelle che furono le violenze del colonialismo italiano, senza tralasciare il contesto storico nei quali esse si verificarono
Dal 25 gennaio al 3 febbraio a Palazzo Borsalino l'iniziativa dell'Isral per il Giorno della Memoria: un'attenta riflessione su quelle che furono le violenze del colonialismo italiano, senza tralasciare il contesto storico nei quali esse si verificarono
Quest’anno per il Giorno della Memoria l’Isral ha allestito una mostra foto-documentaria sull’occupazione italiana della Libia, che sarà inaugurata mercoledì 25 gennaio, presente lo storico Costantino Di Sante, che ne è il curatore.
La mostra è ospitata nella Sala Lauree di Palazzo Borsalino (via Cavour 84 – Alessandria) ed è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18.30 fino al 3 febbraio.
Negli ultimi mesi, la Libia è stata al centro dell’attenzione dei mezzi di comunicazione, mentre la conoscenza della sua storia e del periodo della presenza italiana rimane ancora poco conosciuta e poco studiata. Gli attuali drammatici avvenimenti, a cent’anni dalla guerra italo-turca del 1911-12 per il dominio della Libia, impongono una riflessione storica più ampia per capire cosa sta accadendo e quali saranno gli sviluppi politici e strategici nella nostra ex colonia.
La mostra foto-documentaria su L’occupazione italiana della Libia dal 1911 al 1943 serve a far conoscere a un pubblico più vasto, in particolare a studenti e insegnanti, le nuove acquisizioni storiografiche sul colonialismo italiano e la complessa storia contemporanea di questo Paese.
La ricerca di documenti, foto e segni di memoria è stata effettuata, oltre che nell’archivio di Tripoli, negli archivi italiani dello Stato Maggiore dell’Esercito, del Ministero degli Esteri e presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. La consulenza scientifica è stata garantita da studiosi italiani e libici. Per permettere una sua esposizione anche a livello internazionale, la mostra è stata duplicata; una copia in italiano/arabo e una in arabo/inglese ed è stato realizzato un catalogo per ogni lingua (italiano, inglese e arabo).
La mostra è stata esposta a Siena presso l’Università, Firenze presso Palazzo Medici-Riccardi, a Bolzano presso l’Università, a Merano presso la sala civica Otto Huber, a Brescia presso l’Istituto Gambara, ad Ancona presso la Mole Vanvitelliana, a Macerata presso l’auditorium S. Paolo dell’Università e presso l’ex campo di concentramento di Fossoli di Carpi.
La mostra offre una più attenta riflessione su quelle che furono le violenze del colonialismo italiano, senza tralasciare il contesto storico nei quali esse si verificarono. Per questo, alcuni pannelli sono dedicati a temi che mostrano aspetti politici, culturali, economici e sociali del colonialismo italiano, come, ad esempio, le peculiarità del colonialismo italiano, i rapporti di collaborazione con parte dei notabili locali, la “valorizzazione della colonia”, gli esempi di architettura italiana, l’“incontro coloniale”, il lavoro svolto dai coloni, l’internamento e le persecuzioni subite dalla comunità ebraica durante il secondo conflitto mondiale, la fine del colonialismo italiano dopo la battaglia di El Alamein.
Il taglio storico-didattico della mostra permette di poter lavorare sul tema del colonialismo con le scuole. La mostra è accompagnata da un documentario e da alcune diapositive.
La mostra è ospitata nella Sala Lauree di Palazzo Borsalino (via Cavour 84 – Alessandria) ed è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18.30 fino al 3 febbraio.
Negli ultimi mesi, la Libia è stata al centro dell’attenzione dei mezzi di comunicazione, mentre la conoscenza della sua storia e del periodo della presenza italiana rimane ancora poco conosciuta e poco studiata. Gli attuali drammatici avvenimenti, a cent’anni dalla guerra italo-turca del 1911-12 per il dominio della Libia, impongono una riflessione storica più ampia per capire cosa sta accadendo e quali saranno gli sviluppi politici e strategici nella nostra ex colonia.
La mostra foto-documentaria su L’occupazione italiana della Libia dal 1911 al 1943 serve a far conoscere a un pubblico più vasto, in particolare a studenti e insegnanti, le nuove acquisizioni storiografiche sul colonialismo italiano e la complessa storia contemporanea di questo Paese.
La ricerca di documenti, foto e segni di memoria è stata effettuata, oltre che nell’archivio di Tripoli, negli archivi italiani dello Stato Maggiore dell’Esercito, del Ministero degli Esteri e presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. La consulenza scientifica è stata garantita da studiosi italiani e libici. Per permettere una sua esposizione anche a livello internazionale, la mostra è stata duplicata; una copia in italiano/arabo e una in arabo/inglese ed è stato realizzato un catalogo per ogni lingua (italiano, inglese e arabo).
La mostra è stata esposta a Siena presso l’Università, Firenze presso Palazzo Medici-Riccardi, a Bolzano presso l’Università, a Merano presso la sala civica Otto Huber, a Brescia presso l’Istituto Gambara, ad Ancona presso la Mole Vanvitelliana, a Macerata presso l’auditorium S. Paolo dell’Università e presso l’ex campo di concentramento di Fossoli di Carpi.
La mostra offre una più attenta riflessione su quelle che furono le violenze del colonialismo italiano, senza tralasciare il contesto storico nei quali esse si verificarono. Per questo, alcuni pannelli sono dedicati a temi che mostrano aspetti politici, culturali, economici e sociali del colonialismo italiano, come, ad esempio, le peculiarità del colonialismo italiano, i rapporti di collaborazione con parte dei notabili locali, la “valorizzazione della colonia”, gli esempi di architettura italiana, l’“incontro coloniale”, il lavoro svolto dai coloni, l’internamento e le persecuzioni subite dalla comunità ebraica durante il secondo conflitto mondiale, la fine del colonialismo italiano dopo la battaglia di El Alamein.
Il taglio storico-didattico della mostra permette di poter lavorare sul tema del colonialismo con le scuole. La mostra è accompagnata da un documentario e da alcune diapositive.