Incontro-dibattito su piazza Santa Maria di Castello
Giovedì 19 gennaio alle 21 cittadini, amministrazione comunale e candidati sindaco discutono del futuro della piazza di Borgo Rovereto
Giovedì 19 gennaio alle 21 cittadini, amministrazione comunale e candidati sindaco discutono del futuro della piazza di Borgo Rovereto
L’analisi delle aree adiacenti piazza Santa Maria di Castello, inizialmente finalizzata a ottenere indicazioni per il progetto della piazza, ha finito gradualmente per trasformarsi in una riflessione più ampia sui valori e le caratteristiche del borgo. Queste riflessioni vanno intese come un contributo ad una più approfondita conoscenza del contesto e come parametro di riferimento per il progetto della piazza e di futuri interventi. Il fascino che avvertiamo nei centri storici risiede prioritariamente in una sensazione di straniamento dovuta all’impressione che il tempo si sia fermato. Sono luoghi in cui è meglio parlare sottovoce per non interferire con l’eloquente magico silenzio che in particolari momenti ci avvolge. La qualità di silenziosa atemporalità è, forse, la caratteristica più rilevante di gran parte del borgo ed è più avvertibile in quelle zone povere di edifici monumentali che inevitabilmente introducono un parametro temporale. Nello stesso tempo questa cornice di atemporalità finisce per esaltare la presenza dei pochi edifici di qualche pregio o monumentali come la chiesa di Santa Maria di Castello.
Il progetto della piazza
In questo quadro riteniamo motivato attribuire alla chiesa il ruolo di punto di riferimento per l’intero progetto: un rigoroso e calibrato sistema di geometrie omologhe genera uno schema dove la chiesa si appropria dello spazio antistante trasformandolo in una nuova piazza ma, sopratutto, in un nuovo sagrato; un contenuto bacino d’acqua, raddoppiando specularmente l’immagine della chiesa, ne rafforza poeticamente la presenza. Una prima quinta ellittica di compatta vegetazione neutralizza gli edifici in affaccio sulla piazza conferendole una precisa spazialità. Una seconda quinta ellittica ad est, dove si trova l’abside ed un accesso secondario alla chiesa, scherma l’impropria rumorosa intrusione del nuovo edificio e crea attorno alla zona absidale uno spazio raccolto e visivamente protetto. La piazza, restituita ai pedoni, accentua il suo carattere di convivialità attraverso un sistema di sedute all’ombra degli alberi; col buio un’illuminazione al di sotto degli alberi li trasforma in una vegetale quinta di luce. Un sistema lineare di illuminazione, nel bacino d’acqua radente la facciata, crea grazie al movimento dell’acqua un vibratile effetto luminoso. Una rilevante importanza riveste lo studio delle pavimentazioni la cui radialità, convergente sulla chiesa, ne accentua il significato ordinatore. Sul lato ovest, fronteggiante l’ingresso della chiesa, prosegue la radialità rafforzata da un sistema del verde anch’esso radiale; la piazza si trasforma in un giardino che conduce alla piazza Monserrato e istituisce un rapporto esplicito con quello spazio e la piccola chiesa.
In precedenza abbiamo spesso usato i termini silenzio e silenzioso; crediamo che questo dipenda dal fatto che sin dall’inizio abbiamo pensato al silenzio che caratterizza gran parte del borgo come ad uno dei materiali per il progetto della piazza. Un silenzio eloquente, speriamo, capace di stimolare una riflessone sul fastidioso rumore che connota altre piazze della città.