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L’appello di Bellotti “chiedo un segnale forte contro la ‘ndrangheta”
Il consigliere comunale dell'Idv, dopo la sua apparizione alla trasmissione Presa Diretta, parte deciso all'attacco: nella lotta contro la 'ndrangheta il mio partito mi ha lasciato solo. Ora faccio appello a Di Pietro e alle altre forze della coalizione per dare un segnale forte
Il consigliere comunale dell'Idv, dopo la sua apparizione alla trasmissione Presa Diretta, parte deciso all'attacco: nella lotta contro la 'ndrangheta il mio partito mi ha lasciato solo. Ora faccio appello a Di Pietro e alle altre forze della coalizione per dare un segnale forte
Tre richieste, tre appelli chiari, lanciati alla città ma anche al suo partito, l’Italia dei Valori: il consigliere comunale Paolo Bellotti, tra i protagonisti dell’inchiesta televisiva condotta da Domenico Iannacone e Danilo Procaccianti, parte deciso all’attacco di chi, secondo lui, lo ha “lasciato solo nella lotta contro il rischio di infiltrazioni della ‘ndrangheta a Valle San Bartonomeo”. Il suo partito, in primis, con qualche eccezione. Accanto a lui, in una conferenza stampa, c’erano infatti l’ex tesoriere Piera Levo e i membri del direttivo Marco Laguzzi e Monica Barrera.
“Il segretario provinciale Vincenzo Demarte, – dice Bellotti – ancor prima dell’arresto del consigliere Giuseppe Caridi per associazione di tipo mafioso, dichiarò di essere contrario alla mia posizione sulla variante di Valle”. E per quella divergenza di vedute ci fu anche una “scazzottata” finita con una medicazione al pronto soccorso e reciproca denuncia, come avrebbe sostenuto lo stesso Demarte in una intervista mai smentita. Non solo: “il partito mi impedì, pena espulsione, di usare il simbolo dell’Idv nelle iniziative del comitato Noi di Valle e mi fu imposto di ritirare la mozione in consiglio comunale con la richiesta di scioglimento del comunale per infiltrazioni mafiose. Beninteso, la mozione non prevede lo scioglimento immediato, ma l’avvio delle procedure di verifica da parte del Prefetto di una serie di controlli, come prevede l’articolo 143 del Testo Unico”. La mozione “la presentai ugualmente come singolo consigliere comunale, e solo Giorgio Barberis di Rifondazione Comunista si disse favorevole all’iniziativa”.
Eccoli, allora, gli appelli di Bellotti: “il primo per la città. Vorrei riproporre la mozione per l’avvio delle procedure di controllo da parte della prefettura e chiedo a tutte le forze politiche, alla luce di quanto è emerso anche dall’inchiesta giornalistica di Rai Tre, di sottoscriverla”.
Il secondo appello è rivolto “al presidente nazionale del mio partito, Antonio Di Pietro, perchè non ci lasci più soli e dia un segnale forte, facendosi promotore in parlamento di un’interrogazione affinché ci sia attenzione alla vicenda alessandrina. L’idv che conosco e che mi piace è quello di Pino Mascia, di Demagistris, delle lotte contro la mafia”.
L’ultimo appello è un attacco diretto al segretario provinciale Demarte: “chiedo alla coalizione di centro sinistra di sostenere la posizione di Rita Rossa, quando dichiarò che non voleva Demarte tra i candidati”.
Demarte fu “sollevato” dai vertici regionali di occuparsi delle questioni alessandrine legate ai rapporti di coalizione e “gli fu tolta la possibilità di gestire le risorse dell’Idv. Una persona che non è ritenuta degna di gestire i soldi del partito, come può gestire quelli dei cittadini?” si chiede il consigliere comunale. Tutore dell’Idv nei rapporti con la coalizione fu chiamato l’onorevole Cambursano che recentemente ha però lasciato il partito di Di Pietro. “A noi non risulta però che ci siano comunicazioni ufficiali di pieno reintegro di Demarte”, sostiene Bellotti. A gettare dubbi sulla gestione della cassa del partito è l’ex tesoriere (ed ex iscritta all’Idv) Piera Levo: “ricevetti pressioni per pagamenti di rimborsi e fatture”, racconta. E per questo decise di lasciare l’incarico.
“Il segretario provinciale Vincenzo Demarte, – dice Bellotti – ancor prima dell’arresto del consigliere Giuseppe Caridi per associazione di tipo mafioso, dichiarò di essere contrario alla mia posizione sulla variante di Valle”. E per quella divergenza di vedute ci fu anche una “scazzottata” finita con una medicazione al pronto soccorso e reciproca denuncia, come avrebbe sostenuto lo stesso Demarte in una intervista mai smentita. Non solo: “il partito mi impedì, pena espulsione, di usare il simbolo dell’Idv nelle iniziative del comitato Noi di Valle e mi fu imposto di ritirare la mozione in consiglio comunale con la richiesta di scioglimento del comunale per infiltrazioni mafiose. Beninteso, la mozione non prevede lo scioglimento immediato, ma l’avvio delle procedure di verifica da parte del Prefetto di una serie di controlli, come prevede l’articolo 143 del Testo Unico”. La mozione “la presentai ugualmente come singolo consigliere comunale, e solo Giorgio Barberis di Rifondazione Comunista si disse favorevole all’iniziativa”.
Eccoli, allora, gli appelli di Bellotti: “il primo per la città. Vorrei riproporre la mozione per l’avvio delle procedure di controllo da parte della prefettura e chiedo a tutte le forze politiche, alla luce di quanto è emerso anche dall’inchiesta giornalistica di Rai Tre, di sottoscriverla”.
Il secondo appello è rivolto “al presidente nazionale del mio partito, Antonio Di Pietro, perchè non ci lasci più soli e dia un segnale forte, facendosi promotore in parlamento di un’interrogazione affinché ci sia attenzione alla vicenda alessandrina. L’idv che conosco e che mi piace è quello di Pino Mascia, di Demagistris, delle lotte contro la mafia”.
L’ultimo appello è un attacco diretto al segretario provinciale Demarte: “chiedo alla coalizione di centro sinistra di sostenere la posizione di Rita Rossa, quando dichiarò che non voleva Demarte tra i candidati”.
Demarte fu “sollevato” dai vertici regionali di occuparsi delle questioni alessandrine legate ai rapporti di coalizione e “gli fu tolta la possibilità di gestire le risorse dell’Idv. Una persona che non è ritenuta degna di gestire i soldi del partito, come può gestire quelli dei cittadini?” si chiede il consigliere comunale. Tutore dell’Idv nei rapporti con la coalizione fu chiamato l’onorevole Cambursano che recentemente ha però lasciato il partito di Di Pietro. “A noi non risulta però che ci siano comunicazioni ufficiali di pieno reintegro di Demarte”, sostiene Bellotti. A gettare dubbi sulla gestione della cassa del partito è l’ex tesoriere (ed ex iscritta all’Idv) Piera Levo: “ricevetti pressioni per pagamenti di rimborsi e fatture”, racconta. E per questo decise di lasciare l’incarico.