Sì al maxi processo per inquinamento al Polo Chimico
Si aprirà a luglio il maxi processo per avvelenamento doloso e omessa bonifica a carico di ex dirigenti e direttori di Ausimont e Solvay. Lino Balza: "un primo atto di giustizia"; Solvay: "siamo stupiti, le imputazioni sono infondate"
Si aprirà a luglio il maxi processo per avvelenamento doloso e omessa bonifica a carico di ex dirigenti e direttori di Ausimont e Solvay. Lino Balza: "un primo atto di giustizia"; Solvay: "siamo stupiti, le imputazioni sono infondate"
Carlo Cogliati, presidente e amministratore delegato Ausimont e Solvay dal 1991 al 2003, Giulio Tommasi, Francesco Boncoraglio, Bernard De Laguiche, Pierre Jaques Joris, Luigi Guarracino, Giorgio Carimati e Giorgio Canti sono invece imputati anche per avvelenamento doloso, insieme a quello di omessa bonifica
Oltre una sessantina le parti civili ammesse, tra cui ex dipendenti, residenti di Spinetta, riuniti in un Comitato e seguiti dagli avvocati Spallasso e Lanzavecchia, sindacati, associazioni, tra cui Wwf e Medicina Democratica che vede in Lino Balza (foto), ex impiegato e sindacalista Ausimont uno dei fondatori. “Le fonti di prova sono state le indagini dei carabinieri del Noe, i documenti sequestrati ambientali e medici, le intercettazioni telefoniche e le testimonianze dei dipendenti e dei residenti. – spiega Lino Balza – Dunque, negli atti processuali approntati da Riccardo Ghio della procura della Repubblica ci sono le prove che gli imputati, senza soluzione di continuità tra Ausimont e Solvay, non solo seppellivano depositi industriali, non solo sapevano, ma hanno fatto di tutto per omettere e manomettere dati e analisi, imbrogliando i già distratti enti pubblici, impedendo così di contenere ed eliminare l’immenso inquinamento della falde acquifere (cromo esavalente e altri 20 veleni tossici e cancerogeni) . L’hanno fatto consapevolmente, per interesse, dunque per dolo”. Balza parla anche di “enormi discariche tossiche e cancerogene, illegittime e non autorizzate; omissione della manutenzione della rete idrica dello stabilimentoche ha provocato enormi dilavamenti delle sostanze inquinanti; avvelenamento delle falde sotterranee dentro e fuori lo stabilimento”. Tutti elementi che saranno portati in aula dalla stessa associazione.
Solvay (nella foto a sinistra il direttore) esprime invece “stupore” per la decisione del Gup del Tribunale di Alessandria, Moltrasio, di rinviare a giudizio alcuni dirigenti Solvay con l’accusa di avvelenamento doloso delle acque, in relazione all’inquinamento storicamente presente nel sito industriale di Spinetta Marengo. Nel corso delle indagini e anche dopo la loro conclusione, – sostiene l’azienda – in un clima di cooperazione e fiducia, gli avvocati della difesa dei dirigenti Solvay hanno sottoposto, prima alla Procura e poi al Giudice dell’udienza preliminare, numerose ed evidenti prove che le presunte imputazioni a carico degli stessi manager sono prive di fondamento. Solvay pertanto respinge fermamente tutte queste accuse infondate.” I vertici sostengono di “non essere mai venuti meno ai propri doveri di mettere in atto tutte le misure di sicurezza per la miglior gestione del sito. Con un atteggiamento responsabile, Solvay ha sempre fatto e sta facendo tutto ciò che è necessario per migliorare le condizioni ambientali del polo di Spinetta Marengo”.
Ribatte Balza: “Con l’udienza finale del Gup si è concluso un primo atto di giustizia. Confidiamo nel processo in Corte d’Assisi. Mentre siamo sempre in attesa dell’altro processo a carico Solvay: per malattie professionali, stranamente a bagnomaria”.
Anche gli avvocati di parte civile Spallaso e Lanzavecchia esprimono soddisfazione per la decisione del Gup. Quello verso di vertici Ausimont e Solvay rischia di essere un maxi processo visto il numero di imputati e di parti civili.