Restyling piazza S.Maria di Castello: più verde e meno cemento
Grazie alle proposte, ai consigli, alle critiche delle associazioni di categoria e dei diretti interessati al futuro di piazza S.Maria di Castello raccolte nel corso di questa settimana nei diversi incontri pubblici e in commissione consiliare a Palazzo Rosso, i progettisti alessandrini dello Studio A4 hanno apportato delle modifiche allo studio di fattibilità iniziale
Grazie alle proposte, ai consigli, alle critiche delle associazioni di categoria e dei diretti interessati al futuro di piazza S.Maria di Castello raccolte nel corso di questa settimana nei diversi incontri pubblici e in commissione consiliare a Palazzo Rosso, i progettisti alessandrini dello Studio A4 hanno apportato delle modifiche allo studio di fattibilità iniziale
Questo studio, infatti, si basa su un “progetto di partecipazione” con le realtà che vivono la piazza e che con i loro consigli e le loro proposte hanno il compito di concretizzare l’obiettivo dei progettisti alessandrini che è quello di creare uno “spazio d’integrazione” per la città.
Alcune critiche erano arrivate anche dai consiglieri comunali che lunedì scorso avevano preso parte alla commissione consiliare di presentazione. “Poco verde e troppo cemento” aveva dichiarato Mario Bocchio.
Detto, fatto. Nel nuovo progetto si sono aggiunte molte più aree verdi: a partire dalla ricostruzione di due filari di gelsi nella parte sud della piazza, in quella zona destinata alla stabilizzazione delle attività commerciale. “Magari con la possibilità di creare dei dehors – ha spiegato l’architetto Lombardo dello Studio A4 – Abbiamo riproposto la piantagione storica della piazza nel lontano 1820, come avevamo appreso dalla mappatura dell’archivio storico di Alessandria”. Queste aree permetterebbero, inoltre, di lasciare libera la “piazza metafisica”, ovvero quella che circonda il perimetro della chiesa.
Anche sulla questione “parcheggi” sono state apportate delle modifiche: “l’intenzio è quella di promuovere il parcheggio già esistente di via Inviziati, oltre ai parcheggi a lisca di pesce delle vie limitrofe alla piazza. Il parcheggio dell’Enaip sarà invece adibito ad uso pubblico solo per una parte, mentre l’altra diventerà un’area verde dove gli studenti dell’istituto possano fare ricreazione”. La questione viabilità, strettamente connessa a quella dei parcheggi, è in fase di valutazione: “si sta ragionando sulla possibilità non solo di ridurla, ma addirittura di eliminarla in questa zona. Ma per prendere questa decisione saranno necessari ulteriori fasi di valutazione” ha spiegato l’architetto Lombardo. A margine di quest’area si troverebbe comunque un percorso ciclabile e uno pedonale, a latere del palazzo Enaip.
L’ex area Atc, quella interessata dalla demolizione del “mostro”, presenta un dislivello di circa 1 metro e 20 centimetri rispetto all’area che dall’asilo del Monserrato va verso la chiesa. “Qui il progetto prevedeva già la costruzione del cosiddetto ‘teatro’, cioè di quello spazio a gradinate predisposto per la partecipazione e per l’aggregazione. Questa zona è stata ulteriormente delimitata da una vasca verde che termina con una grande siepe in direzione del sagrato della chiesa (che invece l’architetto assicura resterà “così com’è”)”. Da qui c’è uno spazio che diventa rialzato, come se fosse un podio, con una “vista privilegiata”. La stessa logica è stata usata per la “grande pensilina” nell’area di allineamento tra il palazzo dell’Enaip e quello ex Sordomuti, che dovrebbe diventare uno spazio protetto di uscita per gli studenti dell’istituto con, allo stesso tempo, una “vista” sulla piazza. L’illuminazione? Una parte sulla facciata della chiesa, l’altra radente la pavimentazione nella parte laterale della piazza.
Ad intervenire in commissione, per le associazioni interessate al restyling, è stato Calcis dell’associazione “Amici di Borgo Rovereto” che ha portato all’attenzione qualche altro spunto di “modifica” del progetto. I cambiamenti riguardano la facciata del palazzo Enaip ed ex Sordomuti per le quali si potrebbe pensare “ad una buona decorazione” con vantaggi e risparmio dei costi. Lo stesso ragionamento viene proposto per il rimanente comparto Atc. Ma forse l’idea più accattivante è quella che punta al “riportare a galla” i reperti archeologici che la stessa Sovrintendenza ha rilevato, come vecchie strade in cotto e resti del “Castrum Rovereti”. “Perché non fare – si chiede Calcis – degli ‘squarci’ nelle prime due gradinate di quello che dovrebbe essere il ‘palco del teatro’ vetrati e illuminati ad hoc per mostrare i reperti sottostanti?”.
Tante le proposte, ma poco il tempo. Staremo a vedere cosa ancora lo Studio A4 riuscirà a modificare “a piacere degli alessandrini” entro la data ultima di consegna dello studio di fattibilità, il 31 gennaio.