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Coldiretti: “I Comuni ci aiutino nella tutela del Made in Italy”
Una richiesta di collaborazione alle amministrazioni comunali da parte della Coldiretti di Alessandria per proteggere e tutelare il marchio italiano all'estero. Dei 190 comuni della provincia molti hanno già deliberato. Alessandria porterà la delibera il Consiglio comunale
Una richiesta di collaborazione alle amministrazioni comunali da parte della Coldiretti di Alessandria per proteggere e tutelare il marchio italiano all'estero. Dei 190 comuni della provincia molti hanno già deliberato. Alessandria porterà la delibera il Consiglio comunale
“Tutelare e promuovere il vero Made in Italy”. Con questa richiesta la Coldiretti, sia a livello nazionale che locale, chiede alle amministrazioni comunali di dare il proprio contributo. Dei 190 comuni della provincia i più piccoli, circa 20 o 30, hanno già deliberato. Nella mattinata di oggi, 16 gennaio, anche l’assessore Franco Trussi ha espresso la disponibilità del Comune di Alessandria, con una delibera che era già stata pensata e stilata i primi di dicembre 2011 e che dovrà essere portata in Consiglio comunale per diventare effettiva. All’appello mancano ancora anche la Provincia e la Camera di commercio.
Il Consiglio comunale sulla tutela dell’agricoltura locale, del marchio italiano e sulla riduzione della filiera affinché si prediliga la qualità dovrebbe esprimere parere unanime e positivo. Anche perché quale è l’obiettivo di Coldiretti? “Far approvare una delibera che dia pieno supporto all’azione della Coldiretti dove viene chiesto espressamente al Governo di impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per la commercializzazione sui mercati esteri di prodotti di imitazione Italian sounding, a favore, invece, della promozione dell’autentico Made in Italy”. Il riferimento che il presidente della Coldiretti provinciale Paravidino e il presidente di zona, di Alessandria, Pagella portano ad esempio è quello della Simest, la società controllata dal Ministero per lo Sviluppo economico, che finanzia con denaro pubblico alcune aziende come Parmacotto e Lactitalia, che “di italiano nei loro prodotti all’estero hanno solo il nome”. La Coldiretti con questa iniziativa chiede che questa società di promozione con denaro pubblico non sponsorizzi solo i marchi dal nome italiano, “ma che anche nella sostanza siano davvero tali”.
Il Consiglio comunale sulla tutela dell’agricoltura locale, del marchio italiano e sulla riduzione della filiera affinché si prediliga la qualità dovrebbe esprimere parere unanime e positivo. Anche perché quale è l’obiettivo di Coldiretti? “Far approvare una delibera che dia pieno supporto all’azione della Coldiretti dove viene chiesto espressamente al Governo di impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per la commercializzazione sui mercati esteri di prodotti di imitazione Italian sounding, a favore, invece, della promozione dell’autentico Made in Italy”. Il riferimento che il presidente della Coldiretti provinciale Paravidino e il presidente di zona, di Alessandria, Pagella portano ad esempio è quello della Simest, la società controllata dal Ministero per lo Sviluppo economico, che finanzia con denaro pubblico alcune aziende come Parmacotto e Lactitalia, che “di italiano nei loro prodotti all’estero hanno solo il nome”. La Coldiretti con questa iniziativa chiede che questa società di promozione con denaro pubblico non sponsorizzi solo i marchi dal nome italiano, “ma che anche nella sostanza siano davvero tali”.
“Questo provoca un pesante danno d’immagine – spiega Paravidino – all’agricoltura e alla qualità italiana”. La speranza è quella di poter, con l’aiuto delle amministrazioni comunali, “esercitare una certa pressione politica sulle autorità, affinché le cose cambino”. La Coldiretti si sta prodigando, in termini di risorse economiche oltre che comunicative, per fare arrivare il messaggio, in primis con l’alleanza dei consumatori. “L’italiano nel mondo è conosciuto per il cibo, che è anche il settore che produce maggior danno di falsificazione: si arriva ai 60 miliardi di falsificazione del Made in Italy nel mondo”. Paravidino non contesta “la concorrenza o il liberismo”, ma precisa che “è necessario però marciare con le stesse regole”.
Questo concetto è stato sottolineato anche dall’assessore Trussi: “Per uscire dalla crisi bisogna promuovere i nostri prodotti, le nostre specialità”, in modo che nessuno nel mondo si fregi del titolo di Made in Italy per prodotti che in realtà non lo sono, perché non utilizzano materie prime nostrane. La delibera sarà discussa nel primo Consiglio comunale, magari già mercoledì.
Questo concetto è stato sottolineato anche dall’assessore Trussi: “Per uscire dalla crisi bisogna promuovere i nostri prodotti, le nostre specialità”, in modo che nessuno nel mondo si fregi del titolo di Made in Italy per prodotti che in realtà non lo sono, perché non utilizzano materie prime nostrane. La delibera sarà discussa nel primo Consiglio comunale, magari già mercoledì.