Armi e libri sulla ‘ndrangheta in casa Caridi: le immagini dell’arresto dell’ex consigliere
C'è un legame tra le infiltrazioni mafiose nel nord e la variante di Valle San Bartolomeo? Se ne è parlato ieri sera nella trasmissione di Rai Tre "Presa Diretta". Dalle immagini dell'arresto di Bruno Pronestì e Giuseppe Caridi, all'ombra delle speculazioni edilizie. E Bellotti annuncia: "ora mi auguro che la variante venga bloccata". Nel pomeriggio una conferenza stampa del consigliere dell'Idv: "farò richieste specifiche"
C'è un legame tra le infiltrazioni mafiose nel nord e la variante di Valle San Bartolomeo? Se ne è parlato ieri sera nella trasmissione di Rai Tre "Presa Diretta". Dalle immagini dell'arresto di Bruno Pronestì e Giuseppe Caridi, all'ombra delle speculazioni edilizie. E Bellotti annuncia: "ora mi auguro che la variante venga bloccata". Nel pomeriggio una conferenza stampa del consigliere dell'Idv: "farò richieste specifiche"
La telecamera di Presa Diretta si sofferma sul volto di quello che inquirenti considerano il capo della ‘ndrangheta nel basso Piemonte, Pronestì. E’ il viso di un “qualunque” sessantatrenne, sereno. Solo quando il carabiniere chiede spiegazioni su un quaderno su cui sono appuntati molti nomi e cifre di “fiori da ritirare” le mani dell’uomo tremano. L’ultimo arresto, in ordine dei tempo, nella notte tra il 20 e il 21 giugno, è a casa del consigliere comunale Pdl Giuseppe Caridi.
Originario di Taurianova, camicia chiara, occhiali e una faccia solo un po’ incredula, o forse solo assonnata. I carabinieri rovistano in casa tra cassetti e mobili: trovano una lista di indirizzi: “sono per fare lavori con il comune”, si giustifica. Poi diversi libri sulla ‘ndrangheta con alcune parti sottolineate, come si fa con i libri di scuola perchè la lezione resti ben impressa nella memoria. “E’ un nostalgico?”, chiede un carabiniere. Caridi non risponde. Non solo libri e carte. Le immagini scorrono sulle armi che Caridi custodiva in casa, fucili a cannemozze, coltelli di varie dimensioni, pistole. Tutte regolarmente denunciate. Collezionista?
Cosa ci azzecca un calzolaio con la politica e, soprattutto con la presidenza della commissione territorio del Comune, incarico ricoperto da Caridi al momento dell’inchiesta? Se lo chiede il giornalista Danilo Procaccianti di Presa Diretta e lo chiede anche al primo cittadino Piercarlo Fabbio: “conosco Caridi da più di trent’anni e mi è sempre sembrato un amministratore orientato al bene pubblico”, afferma il sindaco davanti alle telecamere. E aggiunge: “non abbiamo mai avuto segnali, non c’erano precedenti”. La nomina a presidente della commisione? “Io sono a capo della giunta, quella è stata una scelta della maggioranza”.
E qui si arriva al nocciolo: l’inchiesta giornalistica di Domenico Iannacone e Danilo Procaccianti fa emergere un possibile legame tra la malavita con la cosiddetta variante di Valle San Bartolomeo. Notizie in parte già trapelate e che dovranno essere tutte provate dall’inchiesta giudiziaria in corso.
E’ il consigliere comunale dell’Idv Paolo Bellotti ad accompagnare il giornalista tra le strade che portano alla collina e che illustra il progetto il cui valore si aggira circa sui 5 milioni di euro “per costruire case di cui il mercato non ne sente il bisogno”. Bellotti nel corso della discussione in commissione territorio, di cui Caridi era presidente, si è trovato a schivare una sedia, lanciata al suo indirizzo proprio dal presidente. Tutto è da provare, ben inteso. Ma la trasmissione ha messo davanti agli occhi di tutti in fatto che la malavita organizzata al nord c’è “ed è vitale” come dice in conferenza stampa chi ha guidato l’inchiesta genovese. Ora Bellotti qualche sassolino dalla scarpa se lo potrà anche togliere: questo pomeriggio ha convocato una conferenza stampa per “fare una richiesta ben precisa”. Ieri sera, attorno a lui, in Valle San Bartolomeo, c’erano amici, conoscenti e gli abitanti della collina che rischia di essere cementificata per assistere alla trasmissione. Ci si congratula con Belloti, per aver contribuito a scoprire il pentolone, ma c’è anche l’inquietudine di scoprire di abitare in un territorio nel mirino della malavita.
Bellotti si dice “orgoglioso” di aver potuto partecipare all’inchiesta giornalistica e aggiunge: “mi auguro che ora la speculazione dii valle si fermi. Non ho paura per la mia incolumità fisica, ho avuto in tal senso assicurazioni dai vertici dell’Arma ma, forse adesso è più chiaro il motivo per cui ho annunciato il mio ritiro dalla politica”.