“L’Italia sono anch’io”: le testimonianze dei giovani
All'Acsal l'evento a sostegno della Campagna nazionale per i diritti di cittadinanza e di voto degli immigrati che vivono e lavorano nel nostro Paese. Le difficoltà per il permesso di soggiorno: sono qui da quando avevo 1 anno, se a 18 anni mi rimandassero in Marocco mi sentirei uno straniero
All'Acsal l'evento a sostegno della Campagna nazionale per i diritti di cittadinanza e di voto degli immigrati che vivono e lavorano nel nostro Paese. Le difficoltà per il permesso di soggiorno: ?sono qui da quando avevo 1 anno, se a 18 anni mi rimandassero in Marocco mi sentirei uno straniero?
Tra gli interventi quello del 27enne cinese, sposato e con 3 figli, che lavora in un ristorante di Alessandria e al quale non interessa la cittadinanza italiana altrimenti perderebbe quella di origine: “in Italia c’è molta crisi ma la Cina sta vivendo un grande sviluppo, chissà dove sarà il futuro per i miei figli”. Una odontotecnica mussulmana, in Italia dal 1998, racconta che in un laboratorio le avrebbero dato il lavoro solo se si fosse tolta il velo, una ragazza albanese laureata in Economia a Torino può rinnovare il permesso di soggiorno solo se ha un contratto di lavoro ma per avere un lavoro le chiedono prima il permesso stesso. Ha invece ottenuto la cittadinanza italiana una ragazza dell’Ecuador che fa la mediatrice culturale ma quando è arrivata in Italia 13 anni fa ha dovuto ripetere la 4a e la 5a elementare, perdendo due anni; ora pensa alla carriera militare. Anche la dottoranda in Chimica all’Università Avogadro, nel nostro Paese da 14 anni, ha il permesso di soggiorno rinnovato annualmente. Un ragazzo nato in Marocco ma arrivato in Italia quando aveva solo un anno al compimento dei 18 anni potrebbe dover tornare nella sua terra d’origine: “ma non conosco nemmeno la lingua, mi sentirei straniero in patria e dovrei lasciare qui la mia famiglia”.
Mohammed El Bakkali della Cgil parla della tassa sui permessi di soggiorno istituita dalla finanziaria per sostenere il fondo rimpatri, l’ordine pubblico e la sicurezza: “una follia, gli uffici stranieri dei sindacati stanno facendo orari incredibili per dare spiegazioni e aiuto”. Sul diritto di voto dice: “è uno strumento di riscatto per i migranti. A me non interessa chi dice che voterebbero a destra, il voto va conquistato da ogni schieramento”.
Lorenzo Trucco, avvocato dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione illustra l’iniziativa per il riconoscimento della cittadinanza e del diritto di voto. Con la raccolta di firme in corso per una legge di iniziativa popolare si chiederà di riconoscere lo ius soli, ovvero la cittadinanza italiana a ogni bambino nato in Italia se un genitore ha il permesso di soggiorno di almeno un anno, di diventare italiano dopo un regolare corso di studi, dopo 6 mesi dal matrimonio con un italiano (ora è il tempo è di 2 anni) e la naturalizzazione dopo 5 anni anziché dopo 10. Si chiederà anche il diritto di voto alle elezioni amministrative per chi soggiorna in Italia da almeno 5 anni.
Chiara Bergaglio, antropologa dell’Associazione Altrementi, parla di una ricerca sulle seconde generazioni e sulle idee e prospettive in Italia dei giovani migranti. “C’è una dissonanza tra la socializzazione che si crea a scuola e nei luoghi di incontro e la mancata inclusione sociale e politica. I giovani hanno bisogno di riconoscimento sociale e culturale”.
Al termine della conferenza la proiezione di 18 ius soli, film-documentario di Fredi Kuwornu.