Locci difende Buzzi Langhi. Nuove alleanze in Giunta?
Ad entrare nel merito della polemica scoppiata tra la lega Nord e lex consigliere del Carroccio Davide Buzzi Langhi entra anche il consigliere pidiellino Emanuele Locci. Intanto proseguono i lavori del rimpasto della giunta. Altri ingressi in vista?
Ad entrare nel merito della polemica scoppiata tra la lega Nord e lex consigliere del Carroccio Davide Buzzi Langhi entra anche il consigliere pidiellino Emanuele Locci. Intanto proseguono i lavori del rimpasto della giunta. Altri ingressi in vista?
Una certezza è invece la “difesa” per il neo assessore arrivata dai banchi della maggioranza, da parte di un altro “giovane politico” che fa spesso sentire la sua voce, sia verso i partiti di opposizione che all’interno del suo stesso schieramento. Si tratta di Emanuele Locci, Pdl-An (nella foto) che ha deciso di intervenire sulla spinosa questione scoppiata tra Lega Nord e Buzzi Langhi. “Sono amareggiato nel vedere che la Lega non sostenga Davide Buzzi Langhi, un componente del suo gruppo consiliare, scelto dal sindaco Piercarlo Fabbio perchè, capace e giovane, in grado di supportare l’amministrazione in questo delicato momento. I partiti hanno certamente diritto di proporre una rosa di possibili assessori, a fronte però del potere che la legislazione offre al primo cittadino di nominare i piú stretti collaboratori, che devono rispondere a lui e ai cittadini prima che ai partiti”. Contattato telefonicamente Locci spiega il “perché” di queste dichiarazioni: “ E’ una mia battaglia di vecchia data – ironizza – Avevo richiamato la necessità di cambiamenti nella classe dirigente già in tempi non sospetti (a metà mandato). Quindi se oggi il sindaco sceglie di dare la possibilità ad un giovane, ad una figura nuova, non posso che essere d’accordo e sostenerlo”. Il giovane pidiellino non ne fa solo una questione generazionale, anche se spiega “sicuramente nuove generazioni all’interno dell’amministrazione sono uno strumento di contatto con la classe più giovane dei cittadini”, ma sottolinea come vi sia l’esigenza di dare “una possibilità” alla nuova classe dirigente di formarsi, con la “pratica” nel governo della città.
Emanuele Locci rimarca il proprio stupore nel vedere che “alleati importanti come la Lega, che dimostra di valorizzare i giovani come l’amico Riccardo Molinari o il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, da sempre leali con il Popolo della Libertà, sulle ultime vicende dei bilanci della città di Alessandria abbiano preso le calcolate distanze. Quando a suo tempo, invece, hanno condiviso i lavori portati avanti da una giunta in cui erano protagonisti”. E lancia la frecciatina: “Capisco perfettamente le ragioni di chi desidera smarcarsi per una propria possibile via al voto ma che la Lega faccia proclami e richiami etici, oltre a richieste di trasparenza, è almeno inelegante. Dica chiaramente che vuole ingraziarsi stampa e opinione di qualche gruppo dissociandosi dalle responsabilità di governo, continuando però nello stesso tempo nell’amministrare le aziende partecipate ancora in gestione con uomini e presidenti della Lega” (il riferimento è a realtà come Atm, il cui presidente Cabella è vicino al gruppo del Carroccio). L’interesse del consigliere Pdl per la “classe dirigente e il suo rimpasto” ha fatto circolare in questi giorni, nei corridoi di Palazzo Rosso, la voce di un possibile ingresso in Giunta dello stesso Locci. Che risponde: “se queste sono le voci che circolano, allora forse il clima sta cambiando e sta crescendo la consapevolezza che la politica ha bisogno di nuove persone, meglio ancora se giovani”. Non nega, non smentisce. Ma precisa: “la questione non si è posta per ora con il primo cittadino”.
Intanto prosegue il “toto giunta” che lascia ancora aperto uno spiraglio per l’ingresso di Giuseppe Bianchini (nella foto), consigliere Udc, come è stato confermato anche da Piercarlo Fabbio in conferenza stampa l’altro ieri. Mentre il capogruppo Udc, Giovanni Barosini, proprio nella giornata di ieri ha firmato la mozione di sfiducia al sindaco presentata dalla minoranza, Bianchini non ha apposto invece la sua firma. Che non firmi, ma per un’altra carica? Magari, perché no, un assessorato.