Piazza S.Maria di Castello: oggi parcheggio selvaggio, domani spazio d’integrazione
Una nuova veste per una delle piazze più antiche della città di Alessandria, S. Maria di Castello. Un progetto alla base dello "studio di fattibilità" realizzato dalla società Studio A4 di Alessandria e da un gruppo di Perugia, conosciuto per la propria specializzazione nella progettazione di piazze. Se ne discuterà anche con le associazioni interessate e di settore in una serie di incontri prima della data ultima del 31 gennaio 2012
Una nuova veste per una delle piazze più antiche della città di Alessandria, S. Maria di Castello. Un progetto alla base dello "studio di fattibilità" realizzato dalla società Studio A4 di Alessandria e da un gruppo di Perugia, conosciuto per la propria specializzazione nella progettazione di piazze. Se ne discuterà anche con le associazioni interessate e di settore in una serie di incontri prima della data ultima del 31 gennaio 2012
Tutte le realtà che sono interessate ad eventuali “cambiamenti” nella piazza storica di Alessandria, che è stata definita dall’architetto Lombardo “uno spazio poco definito, un parcheggio selvaggio che non razionalizza la funzione della piazza”. Cosa potrà diventare allora? Intanto alla base del progetto c’è la funzione che dovrebbe tornare a ricoprire piazza S. Maria di Castello, ovvero un “teatro di integrazione, di partecipazione cittadina”.
“Sono molti anni che si pensa a nuove soluzioni progettuali – spiega l’architetto Lombardo – ed è per questo che abbiamo deciso di fare uno studio sui vecchi tracciati planimetrici della piazza, per ripercorrere la sua storia”. Intorno al 1850 la pavimentazione era di ciottolato, mentre prima l’area oggi adibita a parcheggio era un’area verde, con una piantumazione di gelsi. “Noi vorremo riprendere il ciottolato per la parte d’ingresso della chiesa, della facciata, mentre l’area circostante (piazzale) vedrebbe come materiale utilizzato quello lapideo, che creerebbe meno ostacoli e meno barriere architettoniche, sia per i pedoni, che per le persone disabili, ma anche per la stessa viabilità. Quest’ultima rappresenta l’altra problematica da valutare: “impossibile pensare di eliminare il transito dei mezzi per le numerose attività presenti (Enaip, Asilo Campanellino, scuola media Manzoni), ma allo stesso tempo il transito delle auto sarebbe spostato dal lato del palazzo dell’Enaip, poiché quello che oggi è lo spazio adibito a parcheggio non esisterebbe più. Una piattaforma a gradinate rialzerebbe l’area come ingresso e spazio della chiesa. “Come parcheggio si utilizzerebbe quello dell’Enaip, oggi privato, che diventerebbe pubblico: 40 posti auto, cui se ne potrebbero aggiungere altrettanti con la prospettiva di un parcheggio interrato”. L’area absidale della chiesa, quindi il retro, manterrebbe il parcheggio attuale, ma considerato come area di “sosta temporanea”, utile per i genitori che devono lasciare e riprendere i bambini all’asilo. Dal lato della facciata, invece, una serie di gradinate ampie, cui si affiancherebbe una piattaforma con la funzione di “spazio teatrale” per la conversazione, la partecipazione dei cittadini al “vivere la piazza”, come si usava fare un tempo. In prospettiva di una “rivitalizzazione” dell’area di piazza S. Maria di Castello, tesa all’integrazione sociale, anche le attività commerciali devono tornare a rinascere: per loro a disposizione i due piani terra del palazzo oggi adiacente all’attuale parcheggio.
Una presentazione ricca e dettagliata, correlata dai disegni progettuali, che non ha però suscitato grande apprezzamento da parte di alcuni consiglieri. Giuseppe Bianchini parla di “mania di cambiare look” che è propria dei tempi moderni. Mentre il consigliere Mario Bocchio (nella foto) propone alcune “modifiche”. “Mi sembra di vedere una gettata di cemento – commenta Bocchio -Perché invece non pensiamo ad un maggiore spazio dedicato al verde? Forse sarebbe più in linea anche con la nuova funzione che dovrebbe venire ad assumere la piazza, cioè di partecipazione dei cittadini”. Al consigliere di maggioranza non è piaciuta molto nemmeno l’idea del porticato antistante il palazzo dell’Enaip: “mi sembra un ‘incamiciamento’ della facciata, quasi si volesse chiudere a bunker!”. Il consigliere del Pd, Paolo Berta, sembra invece aver apprezzato la volontà di far partecipare le associazioni di settore e anche la considerazione nell’utilizzo dei materiali e della progettazione per le persone disabili, spesso condannate dalle barriere architettoniche presenti.
“Tutti spunti che saranno presi in esame per eventuali modifiche prima del progetto di studio di fattibilità definitivo da consegnare entro fine mese – ha concluso l’architetto Robotti – che sarà valutato da una commissione tecnica composta dall’architetto Pelizzone, Neri e dal presidente dell’ordine degli architetti di Novara, nomina decisa dall’Ordine di Alessandria”.