Scagni: “ladro non è solo chi ruba, ma chi sperpera denaro pubblico”
Dopo il duro intervento in consiglio comunale, lex sindaco chiarisce quali sono secondo lei le gravi responsabilità del centro destra sul fronte bilanci. Ma parliamo anche di una sua eventuale candidatura alle prossime elezioni, e del cosiddetto affaire Guala più volte evocato dal consigliere Bocchio
Dopo il duro intervento in consiglio comunale, l?ex sindaco chiarisce quali sono secondo lei le gravi responsabilità del centro destra sul fronte bilanci. Ma parliamo anche di una sua eventuale candidatura alle prossime elezioni, e del cosiddetto ?affaire Guala? più volte evocato dal consigliere Bocchio
Dottoressa Scagni, l’altra sera in consiglio si è scatenata. Lo rifarebbe? Darebbe ancora dei ladri agli amministratori di Palazzo Rosso?
Guardi, io ho parlato con il cuore, e con la ragione. E mi pare di avere davvero dato voce ad un malcontento popolare che percepisco ogni giorno per strada, tra la gente. Chi finge di ignorare cosa pensano gli alessandrini, e quanto sono preoccupati, o è cieco, o in malafede. Mi è solo spiaciuto che si siano risentiti e offesi anche singoli consiglieri comunali, che certamente in alcuni casi (non tutti però) riconosco essere persone serie e perbene. E che certamente hanno responsabilità di peso diverso rispetto alla giunta. E tuttavia….
Tuttavia?
Insomma, fare politica non può essere un gioco: chi entra in consiglio comunale non può farlo così, tanto per fare, perché ha una minima popolarità in qualche segmento dell’elettorato, e un po’ di amici che lo votano. Un consigliere ha delle responsabilità, e deve possedere delle competenze, o quantomeno sforzarsi di acquisirle. Io amo la politica, credo sia un cardine della democrazia, così come ritengo che i partiti ne siano strumento imprescindibile. Ma chi sceglie di farla deve dimostrarsi all’altezza, e non può limitarsi a dire: ‘ho votato così perché me lo ha detto il sindaco, o l’assessore’. Perché, sia chiaro, essere ladri non significa solo rubare per sè: come amministratori, significa anche sperperare denari pubblici. Che non sono di nessuno, ma di tutti. Perché il conto della mala gestione di Palazzo Rosso da parte di questa giunta lo pagheranno gli alessandrini, e duramente, nei prossimi anni.
A destra però dicono di aver ereditato da lei una situazione assai precaria: il consigliere Mario Bocchio (foto a destra) l’ha di nuovo attaccata personalmente, e a quanto si è letto anche denunciata per diffamazione. Riparlando in particolare di ‘affaire Guala’. Come stanno le cose?
Che Bocchio mi ha denunciata per diffamazione l’ho appreso anch’io dai giornali per ora: vedremo.
Ormai sono abituata alle sue ‘sparate’, e sono cinque anni che, a corto di argomenti, tira fuori questa questione, che lui ha denominato ‘affaire Guala’. Dovrebbe chiamarlo semmai ‘affaire Giovannini’, perché io tutti gli accordi li ho sempre fatti con l’attuale presidente di Confindustria Alessandria, che all’epoca aveva già acquisito il controllo del Gruppo Guala Closures. Una multinazionale di cui andare orgogliosi, che offre al nostro territorio lavoro e prestigio. L’affaire di cui parla Bocchio fu comunque un trasparentissimo accordo, per evitare che il Gruppo (che nella vecchia sede non aveva ormai più spazi adeguati) si trasferisse armi e bagagli altrove, in Italia o all’estero. Ci furono addirittura, credo, interessanti offerte dalla Scozia, dove al contrario che da noi esistono politiche e agevolazioni per attrarre l’imprenditoria straniera. Comunque: la mia giunta, con supporto naturalmente di adeguate perizie tecniche e valutazioni di esperti, rilevò la palazzina di via Don Bosco (dove sono stati ricollocati e centralizzati i magazzini comunali), mentre il Gruppo Guala Closures acquisì il terreno su cui nacque poi l’attuale sede a Spinetta Marengo. Ci fu una precisa convenzione urbanistica, e i termini dell’accordo sono stati resi pubblici e analizzati innumerevoli volte. Si tratta, ripeto, di un’operazione che generò occupazione e rilancio industriale per il territorio: ne vado orgogliosa.
Torniamo all’oggi: cosa pensa che potrà accadere nelle prossime settimane?
Ho grande rispetto del lavoro della Corte dei Conti, e della Procura di Alessandria. Credo che tocchi davvero a loro analizzare la situazione, ed esprimere valutazioni adeguate. Posso fare una riflessione politica però: l’attuale amministrazione di centro destra ha davvero portato Alessandria nel baratro, se è vero che si parla di quasi quaranta milioni di euro (dei cittadini) di ipotetico danno erariale: e altri temo se ne aggiungeranno, approfondendo la situazione delle partecipate. Credo che, per ripartire, sarebbe non solo utile, ma forse indispensabile un periodo di ‘sospensione’ della politica, con ricorso ad uno o più commissari, in grado di prendere tutte le decisioni necessarie. Anche quelle, impopolari, che nessun sindaco politico riuscirebbe a mettere in campo, ma senza le quali probabilmente non si esce da questa situazione.
Secondo lei dobbiamo aspettarci lacrime e sangue insomma, e forse non per un anno soltanto…
Per rimediare ad una serie di scelte sciagurate e incompetenti ci vorranno almeno quattro o cinque anni, non uno solo. Naturalmente non dico che non si debba votare per un periodo così lungo: e poi occorre innanzitutto valutare, in caso di dichiarato dissesto dell’ente, quali sono gli spazi di manovra concessi dalla legge in questo ambito. Però una pausa di riflessione della politica secondo me è indispensabile.
Eppure c’è una gran folla di candidati desiderosi di mettersi al timone del Titanic: non è paradossale tutto ciò?
E’ l’effetto della morte di questa politica, del suo incancrenimento. Saltano fuori improvvisatori di ogni tipo, che probabilmente non si rendono conto a cosa andrebbero incontro, se mai dovessero vincere. Speriamo che lo sappiano, almeno, i candidati sulla carta più autorevoli…
Che fa consigliere, allude? E lei, in caso di elezioni a maggio, ci sarà, e come? C’è palpabile attesa attorno a lei, da parte dei cittadini e pure di suoi colleghi politici…
Posso dire che dell’attesa dei secondi mi importa poco, senza sembrare sgarbata? E’ verissimo invece che le persone comuni mi fermano per strada e mi chiedono cosa intendo fare: sia miei elettori del passato, sia cittadini che mi dicono di aver votato Fabbio nel 2007, e di essere ora davvero delusi, e pentiti della scelta. Io attendo di capire quale sarà il corso degli eventi, e poi deciderò. Certamente credo nella politica, amo Alessandria e vorrei ancora dare un mio contributo: non per interesse personale, ma davvero nella direzione di un rilancio della città, che non merita la fine che sta facendo.
Lei è criptica dottoressa, ma a noi risulta che una sua lista, e la candidatura a sindaco, siano sempre più probabili. Con benedizioni e adesioni di un certo peso: ma con il Pd il discorso è proprio chiuso?
(sorride enigmatica, ndr) Io sono ancora iscritta al Pd. E posso aggiungere che credo, ma non da ora, alla necessità di un partito che sia un luogo di incontro e confronto vero tra cattolici e laici. Il Pd non è riuscito ad esserlo, e tutto questo agitarsi tra terzo polo e nuovo centro (che sottintende sempre cattolico) mi pare più un guardare indietro, verso la peggiore vecchia Dc, che non un modo nuovo di rispondere alle esigenze dei cittadini. Ecco, diciamo che nel mio piccolo, ad Alessandria, mi piacerebbe essere della partita, per partire davvero nella costruzione di un partito nuovo, ‘ponte’ tra laici e cattolici. Ma forse sono troppo ambiziosa: per ora cerchiamo di capire come uscire dalle sabbie mobili in cui siamo precipitati….