In dodici chiedono le dimissioni di Fabbio
Depositata questa mattina la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Piercarlo Fabbio firmata dai consiglieri di minoranza ma, per poterla portare in aula e discutere, mancano ancora quattro firme: facciamo appello ai consiglieri di tutte le forze politiche che hanno a cuore Alessandria
Depositata questa mattina la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Piercarlo Fabbio firmata dai consiglieri di minoranza ma, per poterla portare in aula e discutere, mancano ancora quattro firme: facciamo appello ai consiglieri di tutte le forze politiche che hanno a cuore Alessandria
“Al di là delle mozioni, rinnoviamo la richiesta di dimissioni di questa Giunta. Comunque vada a finire, la drammatica situazione etico-economico-finanziaria del nostro Comune lascerà gli alessandrini, incolpevoli e nauseati, in seria difficoltà”. Lo sostiene il gruppo dell’Udc in consiglio comunale. “La prossima e nuova amministrazione, – dice il segretario Gianni Barosini – dopo troppi anni di oggettivo malgoverno, dovrà agire attenendosi rigorosamente a principi di sobrietà, essenzialità, legalità. Si sente un disperato bisogno di vero ed autentico cambiamento e di limpidità”
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E’ stata depositata questa mattina presso la segreteria generale del Comune di Alessandria, la mozione di sfiducia al sindaco Piercarlo Fabbio. E’ firmata dai consiglieri dei gruppi di opposizione Pd, Moderati, Idv e Rifondazione Comunista. Dodici firme in tutto ma ne sono necessarie sedici per poterla presentare e discutere in aula. “Ci rivolgiamo a tutti i consiglieri e a tutte le forze politiche che hanno a cuore Alessandria – è l’appello del capogruppo Pd Gianni Ivaldi (in piedi, nella foto) – e che sono consapevoli che le dimissioni del sindaco costituiscono la premessa essenziale e indispensabile per avviare un percorso virtuoso, che faccia chiarezza sulla reale situazione economica e finanziaria del Comune di Alessandria e consenta di voltare pagina”.
E’ un dettagliato e motivato documento quello preparato dalla minoranza per chiedere al consiglio comunale di esprimersi sull’operato del sindaco, partendo dalla pronuncia di settembre della sezione di controllo della Corte dei Conti, con la quale “rileva che il Comune di Alessandria presenta gravi irregolarità di gestione interessanti più esercizi finanziari e che il contraddittorio instaurato con il collegio dei revisori e con l’ente revoca in dubbio la veridicità dei bilanci relativi agli anni 2009 e 2010”.
Nella nota successiva, a novembre, la sezione di Controllo – ricordano i firmatari della mozione – “ha emesso una pronuncia ulteriore. In particolare viene ribadito che “la situazione finanziaria complessiva del Comune di Alessandria presenta criticità che, in alcuni casi, hanno natura cronica, come ha ammesso lo stesso ente e che richiedono una verifica immediata in ordine all’effettiva possibilità per l’ente di proseguire nell’ordinaria gestione”. La Corte fissava, quindi, nella data del 30 dicembre 2011 il termine ultimo entro il quale l’amministrazione avrebbe dovuto presentare serie di manovre correttive sul rendiconto 2010 e le verifiche del patto di stabilità negli anni 2010 e 2011.
“Nonostante la contestazione e le risultanze delle Corte dei Conti sono stati approvati con soli 16 voti a favore, numero insufficiente – secondo i firmatari della mozione – a garantire la maggioranza di governo, schemi correttivi dei bilanci 2009, 2010 e 2011, che non rispettano interamente le contestazioni della Corte dei Conti, rifiutando ancora un, seppur tardivo, ravvedimento e costringendo il Collegio dei Revisori dei Conti ad esprimere unanime parere non favorevole”.
Le dimissioni risponderebbero ad una questione etica: “l’amministrazione Fabbio è stata coinvolta durante questa legislatura in alcuni arresti”e avvisi di garanzia. Ma viene rilevata anche una questione istituzionale: ossia “il mancato rispetto istituzionale verso gli organi di garanzia come il Collegio dei Revisori dei Conti, più volte denigrato per aver espresso pareri divergenti rispetto a quelli dell’amministrazione; verso il Consiglio Comunale, i singoli consiglieri, in modo particolare quelli di minoranza, che sono stati in questi anni spesso impossibilitati a svolgere pienamente il proprio ruolo di indirizzo e di controllo”. E, infine, una “questione politica: la grave, prolungata e ristagnante fase di crisi politico-amministrativa in cui versa il nostro ente locale, preda di una grave situazione di instabilità politica, economica e finanziaria; l’incapacità di dare ad Alessandria risposte all’altezza della difficile congiuntura economica, compiendo da tempo azioni che stanno portando il nostro Comune al tracollo finanziario; la scomparsa della maggioranza consiliare che vede la governabilità dell’ente sempre più compromessa dalle numerose commissioni e consigli comunali privi di numero legale e di delibere approvate con una maggioranza minore in seconda convocazione.”
Ritenuto “che la gestione scellerata operata da questo Sindaco e da questa Giunta ha portato al mancato rispetto del patto di stabilità 2010 con prospettive di perdita del posto di lavoro per le decine di lavoratori precari impiegati negli uffici comunali e, soprattutto, nelle strutture educative; che la città, in virtù di ciò, sarà costretta a subire tagli di servizi in un momento di grave crisi nazionale e internazionale e che produrrà un ulteriore innalzamento della soglia di povertà, ci troviamo di fronte ad un punto di non ritorno per la tenuta e la credibilità dell’Istituzione Comune”, superabile, secondo i 12 consiglieri, solo partendo dalle dimissioni del sindaco e della sua giunta.