La discussione e le dichiarazioni di voto delle quattro ore di Consiglio
Anche se alla fine la manovra correttiva è stata approvata, le 4 lunghe ore di Consiglio comunale sono state caratterizzate da un acceso dibattito in aula. La minoranza ribadisce la necessità di dimissioni. La Lega interviene sul ruolo dei Revisori dei conti e il pubblico dal loggione non manca di commenti. Soprattutto dopo le dichiarazioni della consigliera Scagni: "Se non foste ladri, come siete...."
Anche se alla fine la manovra correttiva è stata approvata, le 4 lunghe ore di Consiglio comunale sono state caratterizzate da un acceso dibattito in aula. La minoranza ribadisce la necessità di dimissioni. La Lega interviene sul ruolo dei Revisori dei conti e il pubblico dal loggione non manca di commenti. Soprattutto dopo le dichiarazioni della consigliera Scagni: "Se non foste ladri, come siete...."
A più voci la minoranza ha ribadito “l’assurdità della situazione in cui è arrivata l’amministrazione comunale”, riportando alla luce i fatti salienti dell’ultimo periodo che hanno condotto alle richieste di modifica da parte della Corte dei Conti. “Il pronunciamento della Sezione Controllo, l’indagine della Procura della Corte dei Conti con il presunto danno erariale che colpisce tutta l’amministrazione e la maggioranza con accuse di dolo e colpa grave. I due avvisi di garanzia al sindaco e all’assessore Vandone, poi dimissionario, l’arresto del ragioniere capo Ravazzano e il cambio di ben 5 ragionieri capi nel corso del mandato della Giunta Fabbio”.
Paolo Bellotti proprio su questa questione, sottolinea come “Ravazzano, che ha firmato le modifiche dei rendiconti 2009-2010 e che oggi si trova agli arresti domiciliari è anche uno di quei funzionari/dipendenti assunti quando l’Ente era impossibilitato a fare assunzioni dirigenziali perché fuori dal Patto di stabilità“. Poi fa riferimento alla questione dei presunti 15 milioni della gara Amiu che sembrano essere già presenti in bilancio 2011 da luglio, ma sotto altre voci, “Pubblicità, gare, bandi, avvisi”. “Anche in questo caso – prosegue Bellotti – vi abbiamo preso con le mani nella marmellata!”. Di quadro surreale parla anche il consigliere Giorgio Barberis (nella foto sopra): “è surreale il parere che ci avete letto ieri del tributarista Uckmar che esamina 5 punti su 12 richiesti dalla Corte dei Conti, è surreale l’emendamento di questa sera che ‘supera’ il parere dei Revisori, ma surreale anche l’atteggiamento della Lega Nord, oltre la ‘difesa ad oltranza’ di qualche membro della maggioranza”.
Il riferimento al Carroccio segue il momento della presa di parola da parte del capogruppo Sarti (nella foto), che pur dimostrando poi la coerenza nella scelta di non partecipare al voto, visti i pareri “non favorevoli” del Collegio dei Revisori, comunque spiega il valore, la funzione e il compito del collegio. “I revisori hanno una funzione di vigilanza, controllo e collaborazione – sottolinea Sarti – Deve prevalere la garanzia di controllo per poter poi arrivare a segnalare se le procedure funzionano oppure no”. Sarti sembra essere “un tantino” critico con i Revisori, per quando riguarda le spiegazioni e motivazioni poco esaustive dei loro pareri. Ciò nonostante ribadisce come “la Lega non abbia mai alimentato la bagarre in aula e soprattutto come abbia sempre sostenuto e collaborato con l’amministrazione. Ma per poi ottenere cosa? Che hanno tolto le deleghe ai nostri assessori”.
Il capogruppo del Pd, Gianni Ivaldi, ha ritratto l’amministrazione comunale come un prestigiatore: “l’illusionismo è un’arte, ma deve esserci un limite oltre il quale non si può andare oltre. Altrimenti uno spettacolo di intrattenimento diventa poi pericoloso”.
Ma la “dose” più dura, che si è rivelata poi quella che ha fatto scatenare la reazione della maggioranza e del sindaco stesso, è stata data dalla consigliera Scagni (nella foto).
“Oggi si sta scrivendo la pagina più bassa della politica di questa città – ha esordito – Fare politica è una professione e molti consiglieri dovrebbero ragionare su ciò. Quante volte noi abbiamo detto che nei bilanci le cose non andavano, che erano fasulli?!?”. La Scagni, in più occasioni, è stata descritta come “il mandante politico” del caso che è scoppiato, della denuncia alla Procura. E lei ieri sera ha risposto: “se sono io il mandante di tutto quello che è successo, beh ne sono contenta. Voi con il parere di Uckmar letto nel consiglio del 29 dicembre non avete fatto altro che produrre la confessione scritta e pubblica delle vostre colpe!“. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e ha fatto scoppiare anche i più “sereni” consiglieri di maggioranza è stata la frase della Scagni: “se non foste ladri come siete, forse vi si sarebbe potuto dare il beneficio del dubbio della non colpa”.
“Mi fa rabbia sentirci dare dei ladri – interviene Emanuele Locci, prima della sua esposizione in materia tecnica di bilanci – Dov’è che io e i consiglieri abbiamo avuto vantaggio da questa situazione?”. Poi ricomponendosi afferma, “ma lasciamo stare perché oggi non siamo qui per fare politica, ma per responsabilità verso la città”. Di ostruzionismo da parte dell’opposizione parla anche il consigliere Mario Bocchio: “mi sento offeso dalla consigliera Scagni, non la chiamo nemmeno collega. Con questi toni riaccende l’animo da guerra civile in Consiglio”. E prosegue: “Visto che accusa, si ricandidi lei alle prossime elezioni, così ripropone il teatrino di 5 anni fa. Inizia a farsi un’auto analisi di coscienza!”.
“Profondamente disgustato da certe affermazioni” si definisce anche Walter Grassi, appoggiato dal collega Passalacqua. “Farmi dare da lei del ladro no – asserisce Grassi – Non ne ha nessun diritto. La stimano molto, ora mi ha deluso!”. Grassi sottolinea poi come in realtà “se l’amministrazione ha lavorato in questi anni così male, saranno solo i cittadini a deciderlo. Nelle prossime elezioni”.
Sempre con l’intenzione di porre l’attenzione sull’ostruzionismo della minoranza, è intervenuto anche il consigliere Aldo Rovito: “in questa situazione di crisi nazionale e internazionale è notorio che i Comuni non hanno soldi. Allora, o non si fa niente e così si chiudono asili e scuole, oppure si va avanti investendo nei servizi ai cittadini. Ecco dove sono finiti i 39 milioni che ci contestano dalla Corte dei Conti: negli stipendi e per fare crescere Alessandria, non certo nelle nostre tasche”. Poi fa riferimento alle giustificazioni date dal presidente dei Revisori, Tattoli, sul perché del parere negativo: “Se non ci fosse pervenuta la documentazione della Procura della Corte dei Conti, le modifiche fatte ai bilanci rispettavano a pieno, anzi forse superavano, le richieste fatte dalla Sezione Controllo della Corte”.
“Le condizioni del controllo, di cui parlava Sarti, da parte dei Revisori, sono state quelle che ci aspettavamo e che hanno apportato dei miglioramenti? – replica il sindaco Fabbio – Alla luce dei fatti no“. Poi riprendendo il discorso di Locci, che chiedeva se erano meglio i nuovi bilanci corretti o quelli vecchi, risponde: “la risposta è implicita ed è che sono meglio quelli rivisitati, almeno per la Sezione Controllo della Corte dei Conti”.
“Ci sono momenti nell’attività politica – è intervenuto il sindaco Piercarlo Fabbio – durante i quali le provocazioni rischiano di spazzare via la serenità. Nei dibattiti cerchiamo la verità e non i titoli dei giornali. Non scambiamo la verità con la visibilità“. Poi con riferimento a quanto detto qualche ora prima dal sindaco di Torino Piero Fassino ha commentato e descritto cos’è il Patto di stabilità per l’Ente comunale, trovandosi d’accordo con il collega, primo cittadino, di risaputo colore politico differente. “Il patto di stabilità è una camicia di forza troppo restrittiva, peggiorata negli anni, che porta a considerare gli enti locali motori di spesa e non di investimenti. La ricetta suggerita dal sindaco del capoluogo di regione, Piero Fassino, che ha dichiarato che non rispetterà il patto, è: vendere le partecipate; alienare gli immobili; ridurre la spese corrente. Sono i cardini della nostra politica”.
Quattro lunghe ore di interventi, dai toni più e meno pacati, che in qualche occasione hanno scatenato anche la partecipazione degli spettatori dal loggione: grida e commenti. Con qualche parola troppo forte, nei confronti di Passalacqua e di Bocchio. “Razzista e fascista”, che è morta sul nascere in seguito ai ripetuti richiami del presidente Enrico Mazzoni.