L’altro Natale: Alessandria e la solidarietà
Questi sono certamente per la maggior parte degli alessandrini giorni di festa, da passare con i propri cari e, sebbene con sempre maggiore difficoltà, ancora caratterizzati da doni, pranzi e cenoni. Alessandria ha però un grande cuore e non mancano i gesti di solidarietà per offrire a tutti un Natale un po' speciale
Questi sono certamente per la maggior parte degli alessandrini giorni di festa, da passare con i propri cari e, sebbene con sempre maggiore difficoltà, ancora caratterizzati da doni, pranzi e cenoni. Alessandria ha però un grande cuore e non mancano i gesti di solidarietà per offrire a tutti un Natale un po' speciale
La Caritas diocesana per esempio, come ormai da tradizione, per le festività organizza alcuni appuntamenti speciali, come è stato per il pranzo di Natale, offerto a coloro che di solito frequentano la mensa di via delle Orfanelle. Il servizio è reso possibile grazie all’impegno di numerosi volontari e alle generose offerte della Comunità , che, ricorda il direttore della Caritas Gianpaolo Mortara: “non sono mai mancate, e, in particolare da ottobre in avanti, quando è cresciuto il numero di coloro che si rivolgono quotidianamente a noi, hanno visto un impegno straordinario della popolazione; c’è chi ha dato una cassetta di frutta, chi una piccola somma in denaro, e chi molto di più, ciascuno secondo le sue possibilità ma tutti con grande cuore. Anche in questi giorni è proprio grazie all’impegno di una ventina di volontari che possiamo allestire un servizio un po’ speciale. Invece del solito pasto nelle occasioni dove tradizionalmente si festeggia con particolare abbondanza, come nel caso del pranzo di Natale o della cena di capodanno, ci siamo attrezzati, pur nel nostro piccolo, per offrire una mensa composta da qualche antipasto, un primo, un secondo con contorno e un dolce”. L’impegno straordinario della Caritas, indice purtroppo della crisi che interessa sempre più di frequente anche ‘nuove’ famiglie, non si ferma però solamente alla mensa e svolge un ruolo essenziale anche sul fronte della lotta al freddo e dell’accoglienza notturna per quanti si trovano senza una fissa dimora: per questo l’Ostello di via Mazzini è già allestito da tempo per l’emergenza dettata dalle rigide temperatura invernali, potenziando l’accoglienza che passa dalla ventina di posti ordinaria alle circa 40 persone ospitate in questi giorni, con la possibilità di offrire riparo ancora a una dozzina di ospiti aggiuntivi in caso di necessità. Il tutto reso possibile in questo caso anche grazie al prezioso supporto dei volontari della Croce Rossa.
Il fronte abitativo è particolarmente delicato e in questi ultimi mesi ha manifestato tutta la sua vulnerabilità, con sempre più famiglie in difficoltà e sempre meno possibilità concrete di ricevere aiuto da parte delle istituzioni preposte, che si vedono ridurre i fondi per il sostegno e devono fare i conti con i costanti ritardi nell’erogazione dei pur pochi contributi previsti. Simbolo di questo Natale per la cronaca alessandrina è forse stato il caso della famiglia sfrattata subito prima del 25 dicembre, una storia che ha fatto breccia nel cuore di molti. Al momento la famiglia ha trovato una sistemazione di fortuna, ma serve un garante che consenta loro di affittare un alloggio al Cristo, già individuato. Chi volesse partecipare alla colletta che è nata per dare aiuto alla famiglia (o per offrire altre forme di sostegno) può contattare Manuela Bolognini e fare riferimento al numero di telefono 338 7779106.
Spiega Marina Fasciolo, dirigente del Cissaca: “purtroppo gli sfratti ad Alessandria sono ormai praticamente all’ordine del giorno. Nei giorni scorsi si è svolta una riunione in Prefettura per affrontare il problema e si sta portando avanti un progetto interessante che consenta di creare un fondo di garanzia per l’housing sociale e l’istituzione di una nuova figura di mediatore, una sorta di ‘tutor’ che sia in grado di affiancare le famiglie in difficoltà per sostenerle nelle scelte da compiere in tema di sostegno alla casa e di indirizzarle nell’iter da seguire. Per ora esiste una bozza di protocollo e speriamo si arrivi presto alla fase operativa. Come servizi sociali il nostro impegno è massimo, con uno sforzo concreto e quotidiano anche in termini di creatività, per cercare nuove soluzioni in grado di dare risposte alle sfide sempre più impegnative che il nostro territorio si trova ad affrontare. Fra gli esempi che possiamo fare mi piace ricordare il servizio partito a settembre insieme con la Caritas e finanziato dal Csva denominato “donne al bivio”, con l’obiettivo di dare una casa e una sistemazione d’emergenza a quelle donne che, trovandosi in una situazione di particolare fragilità, hanno bisogno di una nuova soluzione abitativa. La Diocesi di Alessandria ha messo a disposizione un alloggio e un altro verrà offerto dall’Atc. Grazie ai 18 mila euro del Csva abbiamo già potuto sistemare una mamma con un figlio piccolo e un educatore potrà accompagnarli nel percorso che ora attende loro. Sono risultati piccoli ma importanti, frutto di una lotta quotidiana per offrire sostegno a chi ne ha più bisogno. Nella drammaticità della situazione attuale vengono sperimentati anche nuovi modelli d’intervento, che se da un lato sono difficili da realizzare, dall’altro sono necessari per fronteggiare più risposte possibili in tempi brevi ma anche per garantire un sostegno reale a chi viene da una situazione di debolezza. Per questo stiamo sperimentando situazioni di ‘coabitazione guidata’, dove per contenere i costi e costruire legami si pongono in condizioni di coabitazione più di un nucleo famigliare, di solito mamme con bambini. Sono situazioni che meritano una riflessione: la famiglia sta modificando in questi casi la propria struttura, vedendosi costretta ad acquisire un ruolo sempre più di servizio e strumento per sostenere servizi sociali che le istituzioni non sono più in grado di erogare come fatto negli anni passati”.
Insomma, ancora una volta laddove le istituzioni politiche e amministrative segnano il passo e dimostrano di aver sempre meno risposte da poter offrire, è la generosità del mondo civile e degli operatori come quelli dei servizi sociali a provare a porre rimedio, con tanto cuore ma altrettante difficoltà. Fino a quando potremo continuare su questa strada, senza interventi strutturali e organici in grado di offrire risposte plausibili ai problemi di un mondo sempre più disumano?