Palazzo Rosso: un Natale surreale
Incertezza fra gli addetti ai lavori, scoramento tra i dipendenti dellente e delle partecipate, e tra gli alessandrini. Dopo il parere non favorevole dei revisori dei conti sulle modifiche apportate dalla giunta ai bilanci 2009 e 2010, come si comporterà il consiglio comunale nelle sedute del 29 e del 30 dicembre?
Incertezza fra gli addetti ai lavori, scoramento tra i dipendenti dell?ente e delle partecipate, e tra gli alessandrini. Dopo il parere ?non favorevole? dei revisori dei conti sulle modifiche apportate dalla giunta ai bilanci 2009 e 2010, come si comporterà il consiglio comunale nelle sedute del 29 e del 30 dicembre?
Venerdì mattina nella cassetta della posta dei consiglieri comunali, ci dicono le cronache, “veniva depositato il parere ‘non favorevole’ del collegio dei revisori sulle modifiche apportate su richiesta della Corte dei Conti”.
E adesso? Il sindaco Fabbio getterà la spugna nei prossimi giorni, o chiederà comunque alla propria maggioranza di sostenerlo, nonostante il ‘niet’ dei tecnici, in un percorso che non è più solo scivoloso, ma rischia di portare verso l’abisso?
Al riguardo da giorni gli addetti ai lavori sono cauti in pubblico, lapidari in privato. Più d’uno (e non mi riferisco ad esponenti dell’opposizione) ricorre all’espressione “sindrome di Napoleone”, e non è difficile capire a chi ci si riferisce.
Ma stiamo ai fatti, e cerchiamo di capire cosa ora potrà succedere.
La Corte dei Conti ha dato indicazioni tassative: le modifiche ai rendiconti di bilancio vanno apportare e approvate dall’assemblea entro il 30 dicembre. Poi toccherà alla Corte stessa esaminarli, e pronunciarsi, il prossimo 19 gennaio. Su sindaco, ragioniere capo, assessori e consiglieri comunali che hanno approvato in passato i bilanci oggetto di contestazione ‘pende’ una pesante (anche se differenziata) richiesta di danno erariale, mentre in parallelo la procura di Alessandria nei giorni scorsi ha inviato avvisi di garanzia a Piercarlo Fabbio e al suo assessore al Bilancio Luciano Vandone, procedendo all’arresto del ragioniere capo Carlo Alberto Ravazzano. Ora arriva il parere negativo dei revisori dei conti.
Quali saranno allora le prossime mosse del sindaco? Fino a pochi giorni fa la scelta (obbligata dice qualcuno: ma l’alternativa esiste, e si chiama dimissioni immediate) del primo cittadino è stata quella di minimizzare, buttando acqua sul fuoco: ha sottolineato che si tratta di questioni contabili e non di politica, e probabilmente soltanto di differenti interpretazioni dei numeri. Diversamente la pensa l’opposizione, che da tempo (soprattutto grazie ad un meticoloso lavoro proprio sui numeri da parte dell’ex presidente della commissione Bilancio Ezio Brusasco) denuncia anomalie e irregolarità, costantemente inascoltata (e in passato in qualche caso derisa) dalla maggioranza di centro destra. Ora i nodi stanno arrivando al pettine, e presto gli alessandrini avranno modo di sapere chi ha ragione e chi ha torto, e soprattutto cosa ciò comporta, in termini di responsabilità personali, ma soprattutto di ricadute sulla collettività.
Se i revisori dei conti avessero dato parere positivo, quasi certamente la Lega Nord si sarebbe astenuta al momento del voto, consentendo di fatto ai provvedimenti di essere approvati. Ma adesso? Per ora, attraverso la voce del loro capogruppo Roberto Sarti, gli esponenti del Carroccio fanno sapere: “per dovere di coerenza parteciperemo alla seduta del Consiglio. Sulla nostra posizione e partecipazione al voto, invece, stiamo ancora valutando”.
La minoranza probabilmente a questo punto presenterà una mozione ufficiale di sfiducia. Per la quale però, dicono i bene informati, “servono 16 firme”. E poi naturalmente il sostegno della maggioranza del consiglio comunale. Possibile che l’incalzare degli eventi convinca al ‘gran passo’ i leghisti, o persino che tra alcuni consiglieri di Pdl e dintorni, ormai completamente frastornati ed amareggiati, ci siano dei ripensamenti?
Di certo diversi esponenti della maggioranza da giorni rifuggono da ogni commento, con sguardi eloquenti e sconsolati, e non è da escludere un dilagare di ‘pentitismo’ magari un po’ tardivo, ma che sarebbe comunque comprensibile, di fronte ad un percorso dal traguardo sempre più incerto.
E il ‘dopo’ di tutto ciò quale sarà? ‘Semplice’ commissariamento per traghettarci alle elezioni di primavera, o il riconoscimento di un dissesto finanziario dell’ente, con un percorso di risanamento più lungo e complesso, e magari una temporanea ‘sospensione’ della politica?