Osenga: “legalità e nuovi investimenti: così l’edilizia tornerà a crescere”
1.500 aziende iscritte alla Cassa Edile in provincia, con circa 6 mila addetti. Ma anche un nero che si gonfia pericolosamente a causa della crisi. Il ruolo del pubblico, lincertezza del privato. Il nuovo Palazzo dellEdilizia e una joint venture mai decollata con il mercato cinese. Intervista a tutto campo con il presidente del Collegio Costruttori di Alessandria
1.500 aziende iscritte alla Cassa Edile in provincia, con circa 6 mila addetti. Ma anche un nero che si gonfia pericolosamente a causa della crisi. Il ruolo del pubblico, lincertezza del privato. Il nuovo Palazzo dellEdilizia e una joint venture mai decollata con il mercato cinese. Intervista a tutto campo con il presidente del Collegio Costruttori di Alessandria
Presidente Osenga, se cresce il mattone, cresce l’Italia, si diceva una volta. E’ ancora così?
Direi proprio di sì. Ed è anche vero il contrario: ossia che quando rallenta l’edilizia, ne risente tutto il sistema Paese. Oggi viviamo, a livello nazionale, un momento davvero difficile. Tutti gli indicatori sono negativi, il volume d’affari del settore segna un -9% rispetto al 2010, e dal 2008 il numero complessivo di ore lavoro (regolari) è sceso del 28%. Stiamo parlando, in termini di occupazione, di 300 mila posti di lavoro in meno. Facciamo meno rumore di Termini Imprese insomma, ma la situazione è ancora più tragica.
Messa così, sembra una Waterloo. Ma lei ha giustamente fatto un cenno al lavoro regolare: chiariamo meglio questo aspetto?
Certo: io naturalmente parlo del sistema edile italiano, di cui sono rappresentante e che si muove nella più piena regolarità. Sappiamo bene che, nei fatti, coloro che vengono licenziati ed espulsi dal mercato ufficiale, spesso cercano e trovano lavoro ‘in nero’, con danni enormi in primo luogo sul fronte della loro stessa sicurezza, e poi comunque per il sistema economico. Da questo punto di vista i controlli sono intensi: ma è pur vero che, soprattutto negli appalti privati, spesso ci si trova di fronte a ditte individuali, dietro le quali si nasconde una forte illegalità.
Parliamo del nostro territorio presidente Osenga: quali specificità per l’alessandrino?
La situazione non è tanto diversa rispetto al trend nazionale. C’è una ‘tenuta’ maggiore rispetto ad altri territori piemontesi, come Torino o Biella, dove se non è caduta libera, poco ci manca. Da noi si avverte una certa carenza sul fronte dell’edilizia pubblica, anche se l’Ente Provincia ha fatto molto per mantener fede ai propri impegni. Pesante invece la situazione dei Comuni: con l’aggravante di tempistiche di pagamento davvero ormai insostenibili. Per fortuna, d’accordo con Provincia, comune di Alessandria, comune di Acqui Terme (e speriamo che presto aderiscano altre amministrazioni) abbiamo ‘sostenuto’ per tutto il 2011, e rinnoveremo per il 2012, accordi con la Cassa di Risparmio di Alessandria, e anche con altri istituti bancari, affinché si facciano carico di erogare ai fornitori il dovuto dagli enti, con una compartecipazione delle parti al pagamento degli interessi, al massimo per 12 mesi. Per tante imprese edili è stata una boccata d’ossigeno davvero vitale.
E l’edilizia privata?
Il privato rappresenta l’80% del mercato complessivo del nostro territorio. La crisi ha colpito duro anche lì, sia pur ‘a macchia di leopardo’. Ci sono aree, come il tortonese, dove il mercato immobiliare sta dando segnali di ripresa. Altre, come novese e casalese, che cominciano a sentire ora le difficoltà. Mentre ad Alessandria e dintorni, anche a causa di numerose operazioni immobiliari mai completate (almeno sul piano dell’allocazione sul mercato) gli alloggi sfitti, e disponibili, sono davvero tanti. Purtroppo però una fascia crescente di popolazione sembra non potersi più permettere l’acquisto di una casa secondo le modalità tradizionali. Per questo stiamo puntando molto anche sull’edilizia in locazione: una nuova forma di edilizia agevolata. Non sono case popolari pubbliche, ma progetti di proprietà e gestione di privati, che beneficiano di una serie di sgravi, agevolazioni e contributi pubblici, impegnandosi però ad affitti trentennali concordati che vanno incontro alle esigenze, ad esempio, delle giovani coppie. E’ una forma di social housing che stiamo sostenendo ad Alessandria e a Casale, e che ben risponde alle esigenze di emergenza abitativa.
Infine c’è l’edilizia industriale: anche lì calma piatta?
Purtroppo sì: la stagnazione del comparto industriale, nonostante un po’ di vivacità ci sia ancora per chi lavora con l’estero, fa sì che le aree esistenti siano più che sufficienti: anzi spesso semi vuote.
Presidente, facciamo una fotografia ‘numerica’ all’edilizia della provincia di Alessandria?
Le aziende iscritte alla Cassa Edile ormai sono meno di 1.500, con circa 6.000 addetti, di cui più di metà ormai sono stranieri: per lo più rumeni e albanesi. Persone in genere assai volenterose, e con professionalità crescente. Tra l’altro, sono la dimostrazione che un lavoro regolare agevola l’integrazione in maniera notevole. In ogni caso, si tenga presente che l’iscrizione alla Cassa Edile è obbligatoria per le aziende che hanno almeno un dipendente. Non per gli artigiani che lavorano formalmente da soli: e siamo ben consapevoli, da confronti con Inps, Inail e Camera di Commercio, che esiste sul nostro territorio circa 7 mila aziende formalmente operanti nel settore. E’ evidente che lì c’è di tutto: il muratore onesto, ma anche il lavoro ‘nero’, e spesso anche altro. Noi chiediamo (e non solo a livello alessandrino, ma nazionale) che i controlli si facciano sempre più intensi, per evitare che il fenomeno continui a crescere, e anzi sia combattuto e debellato.
A proposito di export, presidente Osenga: che fine ha fatto la famosa joint venture con la Cina, di cui il Collegio Costruttori faceva parte, insieme alla provincia di Alessandria, attraverso la sua società strumentale Energia e Territorio?
Notizie sulla società deve chiederle a Palazzo Ghilini, o a Energia e Territorio. Personalmente mi sono dimesso da quella joint venture nella primavera di quest’anno, quando ci siamo resi conto che si era ormai finiti fuori strada, perdendo un’importante opportunità. Noi peraltro non rinunciamo alla Cina come mercato, perché davvero lì ci sono enormi occasioni, e il know how italiano per loro è valore importante. Certo, se cinque anni fa ci si fosse mossi in maniera accorta ed efficace, avremmo intercettato un grande mercato: la provincia di Nanchino fa da sola 74 milioni di abitanti, più dell’intera l’Italia. Consideri che avevamo intercettato i cinesi cinque anni fa: avevano visitato il nostro villaggio fotovoltaico al Cristo, restandone affascinati. L’idea lì era creare le condizioni per esportare in Cina progetti e prodotti di edilizia eco sostenibile, e al contempo fare della nostra provincia un grande retroporto integrato per le merci cinesi in arrivo dai porti liguri.
Poi però è naufragato tutto: come mai?
Le ripeto: chieda a Palazzo Ghilini. Noi con la Cina operiamo tuttora, come pure col Marocco e con altri Paesi stranieri. Ma preferiamo utilizzare direttamente il nostro consorzio Altec…
Chiudiamo con il Palazzo dell’Edilizia presidente: a che punto siete, e non avete scelto un’area un po’ a rischio, sul fronte alluvionale?
Nel scegliere la collocazione del Palazzo dell’Edilizia, la cui progettazione è affidata al celebre architetto statunitense Daniel Libeskind, abbiamo dovuto naturalmente fare i conti con le aree disponibili. Comunque la recente prova del fuoco, anzi dell’acqua, ha mostrato che esistono condizioni di sicurezza adeguate. E naturalmente tenga conto che si tratta di una costruzione (voluta e finanziata dal Sistema edile, ossia Cassa edile, Scuola edile e Comitato paritetico territoriale) assolutamente all’avanguardia sul piano energetico: ci sarà una torre di cinquanta metri per la produzione di energia fotovoltaica, e termico solare. E altri accorgimenti che andranno tutti nella direzione del rispetto dell’ambiente. Il Palazzo dovrebbe essere pronto tra un anno e mezzo, entro giugno del 2013. E ci saranno due strade di ingresso e di uscita, per non gravare minimamente sul traffico dell’area. Il collegio costruttori però rimarrà nella sua attuale sede: la nuova struttura (6.600 metri quadrati coperti) ospiterà la Scuola edile, con un grande auditorio e vari spazi comuni.