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Fuori casa con tre bambini, nessuna proroga
Una famiglia con tre bambini piccoli è stata sfrattata per morosità. A gennaio sarebbero arrivati i contributi dei servizi sociali. La Rete sociale per la casa: "siamo arrivati tardi". Il Sunia: "fatto inspiegabile. Il prefetto aveva asscurato che in caso di minori si sarebbero cercate altre soluzioni"
Una famiglia con tre bambini piccoli è stata sfrattata per morosità. A gennaio sarebbero arrivati i contributi dei servizi sociali. La Rete sociale per la casa: "siamo arrivati tardi". Il Sunia: "fatto inspiegabile. Il prefetto aveva asscurato che in caso di minori si sarebbero cercate altre soluzioni"
Uno sfratto di una famiglia con bambini, reso esecutivo, a pochi giorni dalla manifestazione nazionale che ha visto anche ad Alessandria i sindacati organizzare un presidio davanti alla prefettura (nella foto).
Venerdì l’ufficiale giudiziario si è presentato in viaTonso, al civico 3, nel centro storico della città, quella parte dove non ci sono le luci di un Natale che fa sempre fatica a nascondere il volto della crisi.
Ad aprire la porta di casa è il padre di tre bambini piccoli, di cui uno ricoverato all’ospedale infantile per una broncopolmonite. La madre e i fratellini non ci sono.
L’ufficiale chiede all’uomo, cittadino equadoriano che non parla bene l’italiano, di uscire di casa e gli fa firmare il rilascio dell’alloggio. Il fabbro inviato dai proprietari dell’immobile cambia la serratura.
La famiglia era morosa, in arretrato con i pagamenti del canone d’affitto di sei mesi perchè lui, il padre, ha perso il lavoro da muratore. L’ufficiale giudiziario ha in mano l’ordinanza di sfratto esecutivo, quindi procede. A nulla serve sapere che i servizi sociali sono erano conoscenza del caso, che e a breve sarebbero arrivati i contributi per ripianare il debito. A nulla serve fare presente che fuori di casa, insieme all’uomo, ci finiranno anche la moglie e i bambini, che all’uscita di scuola troveranno la porta di casa sbarrata.
Intervengono anche i ragazzi della Rete Sociale per la Casa. Ma è già tardi. “Quando siamo arrivati – spiega Claudio Sanita – lo sfratto era già stato eseguito in presenza dell’ufficiale e dell’avvocato del proprietario dell’appartamento. Non c’erano le forze dell’ordine. Sarebbe bastato chiedere una proroga, di qualche giorno, per risolvere la situazione.”
Il Prefetto, Paolo Francesco Castaldo, nel corso dell’incontro con i segretari dei sindacati aveva assicurato “massima attenzione”, cercando di usare il guanto di velluto, soprattutto in presenza di bambini e anziani. “E così è sempre stato – dicono i ragazzi della Rete sociale – non è mai accaduto ad Alessandria che si verificasse lo sfratto di una famiglia con bambini”.
“Non eravamo a conoscenza del caso – aggiunge Bruno Pasero del Sunia – che appare molto grave e inspiegabile”.
La famiglia sfrattata è temporaneamente ospite del pastore della chiesa evangelica. Per loro si stanno attivando vicini e conoscenti, che lanciano un appello: “chiediamo ad associazioni o chiese di aiutarli in qualche modo”, dicono.
Venerdì l’ufficiale giudiziario si è presentato in viaTonso, al civico 3, nel centro storico della città, quella parte dove non ci sono le luci di un Natale che fa sempre fatica a nascondere il volto della crisi.
Ad aprire la porta di casa è il padre di tre bambini piccoli, di cui uno ricoverato all’ospedale infantile per una broncopolmonite. La madre e i fratellini non ci sono.
L’ufficiale chiede all’uomo, cittadino equadoriano che non parla bene l’italiano, di uscire di casa e gli fa firmare il rilascio dell’alloggio. Il fabbro inviato dai proprietari dell’immobile cambia la serratura.
La famiglia era morosa, in arretrato con i pagamenti del canone d’affitto di sei mesi perchè lui, il padre, ha perso il lavoro da muratore. L’ufficiale giudiziario ha in mano l’ordinanza di sfratto esecutivo, quindi procede. A nulla serve sapere che i servizi sociali sono erano conoscenza del caso, che e a breve sarebbero arrivati i contributi per ripianare il debito. A nulla serve fare presente che fuori di casa, insieme all’uomo, ci finiranno anche la moglie e i bambini, che all’uscita di scuola troveranno la porta di casa sbarrata.
Intervengono anche i ragazzi della Rete Sociale per la Casa. Ma è già tardi. “Quando siamo arrivati – spiega Claudio Sanita – lo sfratto era già stato eseguito in presenza dell’ufficiale e dell’avvocato del proprietario dell’appartamento. Non c’erano le forze dell’ordine. Sarebbe bastato chiedere una proroga, di qualche giorno, per risolvere la situazione.”
Il Prefetto, Paolo Francesco Castaldo, nel corso dell’incontro con i segretari dei sindacati aveva assicurato “massima attenzione”, cercando di usare il guanto di velluto, soprattutto in presenza di bambini e anziani. “E così è sempre stato – dicono i ragazzi della Rete sociale – non è mai accaduto ad Alessandria che si verificasse lo sfratto di una famiglia con bambini”.
“Non eravamo a conoscenza del caso – aggiunge Bruno Pasero del Sunia – che appare molto grave e inspiegabile”.
La famiglia sfrattata è temporaneamente ospite del pastore della chiesa evangelica. Per loro si stanno attivando vicini e conoscenti, che lanciano un appello: “chiediamo ad associazioni o chiese di aiutarli in qualche modo”, dicono.