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Garbarino: “valuterò gli atti nella forma, nel merito non posso”
Il rettore dell'Università Avogadro interviene sul caso del concorso alla facoltà di Giurisprudenza di Alessandria: "la legge mi impone di valutare gli atti nella forma. Non sta a me entrare nel merito della scelta della commissione". Ma il gruppo che ha sollevato la questione annuncia "battaglia"
Il rettore dell'Università Avogadro interviene sul caso del concorso alla facoltà di Giurisprudenza di Alessandria: "la legge mi impone di valutare gli atti nella forma. Non sta a me entrare nel merito della scelta della commissione". Ma il gruppo che ha sollevato la questione annuncia "battaglia"
Si parla già di “malauniversità” per il caso del concorso per ricercatori in Economia Politica alla facoltà di Giurisprudenza dell’Amedeo Avogadro di Alessandria. Ora spetta al rettore dell’ateneo, Paolo Garbarino, valutare gli atti inviati dalla commissione che ha decretato il nome del vincitore, formalmente non ancora noto. Una scelta, però, anticipata attraverso le pagine telematiche di Facebook e che in molti hanno già commentato come “scandalosa”. Tra i 13 partecipanti, l’incarico di ricercatore, uno degli ultimi banditi prima dell’entrata in vigore della riforma Gelmini, avrebbe vinto colei che “presentava meno titoli”.
“La legge ci attribuisce 30 giorni di tempo per fare una valutazione formale degli atti. Cercheremo, con l’aiuto degli uffici, di fare in fretta, anche se spesso la fretta è cattiva consigliera. Presteremo sicuramente, come sempre e questa volta a maggior ragione, il massimo scrupolo nel valutare quanto trasmessoci dalla commissione del concorso”, spiega il rettore Garbarino. L’esame potrà essere solo di tipo formale. “Non mi è consentito, ammesso che lo ritenga opportuno, fare una valutazione nel merito. Se lo facessi, andrei contro la legge”.
Al concorso si erano iscritti 34 candidati, solo in 13 si sono poi prsentati al colloquio. “Io posso solo approvare o respingere tali atti e, nel secondo caso, rinviarli alla commissione. Daremo comunicazione della decisione, ma senza fornire le motivazioni perchè non mi è consentito. Tutta la procedura è coperta dal principio della riservatezza e chi non ha un interesse diretto non ha possibilità di accedere agli atti”, spiega con massima chiarezza il rettore.
Intanto, il gruppo dei partecipanti “bocciati” sta preparando una lettera di diffida verso il preside di facoltà, e membro della commissione giudicatrice, Salvatore Rizzello. “Stiamo anche attendendo un parere legale per capire come muoverci”, dicono. Ma Garbarino anticipa: “neppure il Tar potrebbe comunque entrare nel merito della scelta della commissione”. Non sarebbe la prima volta in cui il rettore annulla un corcorso e il Tar, insieme al Consiglio di Stato in appello, decretano la regolarità della procedura.
Solo la magistratura ordinaria, a seguito di un preciso procedimento, potrebbe intervenire nel merito, valutando “l’eccesso di potere” della commissione d’esame. Ma il rischio è quello di mettere in discussione un intero sistema universitario e non solo il “potere” della triade che ha valutato i curricula dei candidati al concorso dell’Avogadro. Insomma, c’è odore di battaglia contro i mulini a vento. E non è impossibile che ci sia un don Chisciotte pronto a farla.
“La legge ci attribuisce 30 giorni di tempo per fare una valutazione formale degli atti. Cercheremo, con l’aiuto degli uffici, di fare in fretta, anche se spesso la fretta è cattiva consigliera. Presteremo sicuramente, come sempre e questa volta a maggior ragione, il massimo scrupolo nel valutare quanto trasmessoci dalla commissione del concorso”, spiega il rettore Garbarino. L’esame potrà essere solo di tipo formale. “Non mi è consentito, ammesso che lo ritenga opportuno, fare una valutazione nel merito. Se lo facessi, andrei contro la legge”.
Al concorso si erano iscritti 34 candidati, solo in 13 si sono poi prsentati al colloquio. “Io posso solo approvare o respingere tali atti e, nel secondo caso, rinviarli alla commissione. Daremo comunicazione della decisione, ma senza fornire le motivazioni perchè non mi è consentito. Tutta la procedura è coperta dal principio della riservatezza e chi non ha un interesse diretto non ha possibilità di accedere agli atti”, spiega con massima chiarezza il rettore.
Intanto, il gruppo dei partecipanti “bocciati” sta preparando una lettera di diffida verso il preside di facoltà, e membro della commissione giudicatrice, Salvatore Rizzello. “Stiamo anche attendendo un parere legale per capire come muoverci”, dicono. Ma Garbarino anticipa: “neppure il Tar potrebbe comunque entrare nel merito della scelta della commissione”. Non sarebbe la prima volta in cui il rettore annulla un corcorso e il Tar, insieme al Consiglio di Stato in appello, decretano la regolarità della procedura.
Solo la magistratura ordinaria, a seguito di un preciso procedimento, potrebbe intervenire nel merito, valutando “l’eccesso di potere” della commissione d’esame. Ma il rischio è quello di mettere in discussione un intero sistema universitario e non solo il “potere” della triade che ha valutato i curricula dei candidati al concorso dell’Avogadro. Insomma, c’è odore di battaglia contro i mulini a vento. E non è impossibile che ci sia un don Chisciotte pronto a farla.