Consiglio: in seconda convocazione, l’assestamento di bilancio passa
Erano sufficienti 14 consiglieri per raggiungere il numero legale: l'assestamento viene discusso in aula grazie ad una deroga di regolamento. La minoranza chiede le dimissioni di sindaco e assessore al Bilancio, mentre dalla Giunta Vandone spiega " utilizzate solo schermaglie procedurali"
Erano sufficienti 14 consiglieri per raggiungere il numero legale: l'assestamento viene discusso in aula grazie ad una deroga di regolamento. La minoranza chiede le dimissioni di sindaco e assessore al Bilancio, mentre dalla Giunta Vandone spiega " utilizzate solo schermaglie procedurali"
Un numero incredibile di persone, forse più di una settantina, pronte ad assistere allo spettacolo, affacciate dal loggione della sala consiliare: più e meno giovani, politici e sindacalisti, lavoratori e pensionati. Insomma una buona rappresentanza della città si Alessandria.
Ma alla base del Consiglio comunale di ieri sera c’era anche il numero “fisico” dei consiglieri: era stato annunciato mercoledì sera “in seconda convocazione”, quindi con il numero legale facilmente raggiungibile. Bastavano infatti 14 presenti in aula per non far cadere l’ordine de lavori. La Lega come annunciato non si è presentata in Consiglio, ma tra i banchi della maggioranza è stata accolta una nuova figura: il consigliere Mauro Gavazza (nella foto), pidiellino, che ha preso il posto di Claudio Prigione de La Destra, ieri sera seduto tra la Giunta, dopo l’acquisizione della deroga di assessore.
Con i tre acquisti il numero della maggioranza in aula sale fino a quota 20, sindaco compreso, ma ieri sera la salvezza su quasi tutte le votazioni, almeno le più importanti, è stata proprio determinata dal numero sufficiente di 14, cioè dalla seconda convocazione. Mancavano Emanuele Locci,Giovanni Barosini. Maurizio Grassano ha presenziato per un po’, tagliando la corda al momento del voto e anche lo stesso consigliere Giuseppe Bianchini, papabile assessore, che in questi giorni è stato “tirato” un po’ da una parte e un po’ dall’altra, ha lasciato l’aula senza partecipare alla votazione sull’assestamento Così come Ezio Sestini. La minoranza inizia ad indossare i cappotti, pronta ad chiudere i lavori, consapevole che con l’abbassamento del numero legale a 14 consiglieri il provvedimento passa. Il riassestamento infatti viene approvato: 18 presenti, 18 favorevoli.
Questo risultato testimonia però le gravi difficoltà ancora presenti in seno alla maggioranza: fosse passata la richiesta dell’opposizione di mantenere il numero legale “originale” (21 consiglieri) per i provvedimenti fuori dall’ordine del giorno, o inseriti in un secondo tempo, la maggioranza non ce l’avrebbe fatta. La risposta del segretario generale è stata “è un atto dovuto, non una delibera di giunta, quindi basta la seconda convocazione”. In quasi nessuna delle votazioni di ieri sera si è raggiunta quota 21: si passava da 18 a 19, massimo venti presenti-votanti.
Una totale astensione dal voto da parte della minoranza: quasi nessuno vota per la surroga del neo eletto consigliere Gavazza, al posto di Prigione, neo assessore. Così come Barberis, Bellotti sottolineano la poca credibilità di Prigione, al quale “non ci sentiamo di fare i nostri auguri di buon lavoro, vista l’incoerenza di chi fino a poche settimane fa chiedeva la sospensione dell’assessore Vandone e oggi gli è seduto accanto”.
Così allo stesso modo nessun voto da parte dei gruppi politici di opposizione sul provvedimento dell’assestamento: mentre il diverbio più sentito è stato quello tra l’assessore Vandone e il capogruppo dell’Idv, Carlo Cattaneo, in coro da più parti si sentiva come ritornello la richiesta di “dimissioni (sia del sindaco che dell’assessore), per il bene della città”.
Mentre Luciano Vandone (nella foto), come più volte sostenuto anche in commissione, continuava a ribadire la necessità di questo assestamento, sia in virtù dell’articolo 175, comma 8, della legge 267 del Testo Unico degli Enti Locali, sia in virtù della necessità di ricontrollare e tutelare gli equilibri di bilancio. “Con questo documento stasera contabilizziamo maggiori entrate per 18 milioni e minori spese per 8 milioni 700 mila euro“. Le maggiori entrate sono legate “alla presa d’atto di fatti importanti che nel lungo termine miglioreranno la vita di questa città”: l’assessore fa riferimento ai 12 milioni del Pisu (Piano integrato di sviluppo urbano) che arriveranno dalla Regione, in co-finanziamento con l’Europa e al denaro speso per il ponte Meier dal Comune di Alessandria che si inserisce nella riqualificazione di quell’area che va dalla Cittadella al centro storico. Poi ci sono i tagli, ad alcuni servizi e opere anche se non si sa quali nello specifico: quasi 9 milioni di taglio spese correnti, sempre da inserire in questo provvedimento.
“Vanno bene i 12 milioni, ma la legge non parlava di 30 novembre come data ultima? – chiede ironicamente Ezio Brusasco – Oggi siamo al 2 dicembre. Questo fa sorgere alcuni dubbi sulla buona fede del provvedimento”. Poi da buon tecnico, Brusasco ripercorre sia la prima delibera della Corte dei Conti, che l’ultimo pronunciamento per arrivare a dire “che c’erano gli strumenti per salvaguardare il Pisu, senza dover votare questo riassestamento, che in realtà non prende ancora in considerazione le modifiche richieste dalla Corte. Quindi è un provvedimento che ci si poteva pensare anche di non presentare e di conseguenza votare”.
Ben più duri Carlo Cattaneo e Gianni Ivaldi: “Non è un provvedimento illegittimo, ma è inutile! Fa un assestamento su un bilancio, il preventivo 2011, che in realtà non esiste, non essendo ancora stato modificato come richiesto dalla Corte”. E aggiungono: “Senza contare che si sta per votare una cosa che non ha nemmeno avuto il parere dei Revisori dei Conti e soprattutto sul quale non si è espressa la commissione Bilancio che non ha, per ben due volte, raggiunto il numero legale”. Cattaneo, in particolare, critica la poca umiltà con cui Vandone si presenta al Consiglio per fare politica, “che dovrebbe significare pensare e agire per il bene della gente”. Ma Vandone replica più volte: “avete utilizzato la manfrina del voto, solo per schermaglie procedurali, senza mai chiedere davvero quali sono i cambiamenti che apporta questo provvedimento, le cifre”. E’si perché come un cerchio che si chiude si è tornati al nodo centrale del Consiglio di ieri: i numeri, quelli “ballerini”, come li hanno definiti nell’opposizione, e quelli “importanti, reali, di tutela degli equilibri” come li ha definiti Vandone.
Ora il prossimo appuntamento per il Consiglio sarà il 19 dicembre con le modifiche al bilancio, come richiesto dalla Corte dei Conti, alla mano.