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Fabbio sul Cissaca: “Paghi prima la Provincia”
Il sindaco di Alessandria ribadisce la posizione del comune relativamente al debito di 8 milioni di euro verso il Cissaca e passa palla alla Provincia. Sullassenza alla riunione indetta dai dipendenti afferma: non siamo stati invitati
Il sindaco di Alessandria ribadisce la posizione del comune relativamente al debito di 8 milioni di euro verso il Cissaca e passa palla alla Provincia. Sullassenza alla riunione indetta dai dipendenti afferma: non siamo stati invitati
In comune di Alessandria subordina il versamento del dovuto al Cissaca alla copertura del debito che la Provincia ha nei confronti del Comune. E’ quanto ribadisce il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio, al quale ieri devono essere “fischiate” le orecchie, durante alla riunione indetta dai dipendenti Cissaca (nella foto la platea). Il primo cittadino, o un suo delegato, non erano presenti all’incontro e l’assenza non è passata inosservata.
“Innanzitutto – precisa il sindaco Piercarlo Fabbio – formalmente non siamo stati invitati all’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio nella sede del Consorzio, se non, per conoscenza, attraverso un fax arrivato al mio ufficio solo ieri mattina alle 9,14. Va poi sottolineato che si trattava di una riunione con i sindacati, che, come riportato oggi da alcuni organi di informazione, hanno contestato la presenza dei lavoratori, ‘perché con loro in sala non era più una trattativa’. Sul fronte pagamenti, infine, basta con le strumentalizzazioni politiche. La Provincia, che si è detta pronta a dare un milione, anziché mostrarsi così pubblicamente generosa, versi quanto deve da tempo al Comune: ben sei volte tanto quel milione. Da parte nostra, infatti, già durante l’incontro in prefettura del 7 ottobre scorso, avevamo dato la piena disponibilità ad anticipare la somma in scadenza il 30 ottobre, qualora da Palazzo Ghilini fossero arrivati i pagamenti del debito. Ma purtroppo stiamo ancora aspettando”.
Continua, quindi, il rimpallo di responsabilità dei due enti su chi deve, per primo, aprire i cordoni della borsa.
Il ballo ci sono però i servizi assistenziali che il Cissaca fornisce alla comunità e che rischiano di essere sospesi per mancanza di liquidità nelle casse del Consorzio, creditore nei confronti del Comune di circa 8 milioni di euro.
Non è solo una questione di arrivare alla fine dell’anno, garantendo i servizi e gli stipendi ai dipendenti del Consorzio.
Fabbio fa presente che “sul futuro del Consorzio è inutile arroccarsi a quello che per legge, comunque, non potrà più essere. La legge ha prescritto di superare i Consorzi di funzioni fra Comuni, imponendo a questi ultimi di scegliere un nuovo modo di gestione di servizi che interessano le famiglie e le persone in difficoltà”. Il Cissaca, attualmente, è composto dal Comune capoluogo e da altri 22 Comuni, è uno dei pochi esempi in Piemonte di un sistema che ha funzionato, pur con problemi spesso collegati al bilancio. Per il futuro esistono ipotesi diverse: le funzioni vengono trasferite all’Asl che si convenzionerà poi con i singoli Comuni. Oppure il Comune di Alessandria svolge direttamente il servizio socio-assistenziale, recuperando le funzioni proprie, e i Comuni del circondario, nonché anche altri, si convenzionano con il capoluogo. O, ancora, si istituisce un’azienda speciale (l’attualizzazione delle tradizionali municipalizzate) che associa tutti i Comuni, Alessandria compresa.
“Il problema – commenta il sindaco – è come fare a mantenere un livello qualitativo alto dei servizi per i cittadini, che non sono solo i semplici utenti finali, ma veri e propri portatori di interesse, motori di tutto il sistema, protagonisti del bisogno, che in tempi di crisi, è aumentato a tal punto da obbligarci a rivalutare tutto il nostro sistema di risposta e di offerta.
E si dovrà continuare su questo percorso, mentre il Consorzio è ancora in attività, accentuando la razionalizzazione dei servizi e riducendo il più possibile gli sprechi, al fine di liberare risorse per le nuove povertà e per i nuovi bisogni di una società in cui la migliore distribuzione della ricchezza rimane un obiettivo non raggiunto e ancora perfettibile”.
“Innanzitutto – precisa il sindaco Piercarlo Fabbio – formalmente non siamo stati invitati all’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio nella sede del Consorzio, se non, per conoscenza, attraverso un fax arrivato al mio ufficio solo ieri mattina alle 9,14. Va poi sottolineato che si trattava di una riunione con i sindacati, che, come riportato oggi da alcuni organi di informazione, hanno contestato la presenza dei lavoratori, ‘perché con loro in sala non era più una trattativa’. Sul fronte pagamenti, infine, basta con le strumentalizzazioni politiche. La Provincia, che si è detta pronta a dare un milione, anziché mostrarsi così pubblicamente generosa, versi quanto deve da tempo al Comune: ben sei volte tanto quel milione. Da parte nostra, infatti, già durante l’incontro in prefettura del 7 ottobre scorso, avevamo dato la piena disponibilità ad anticipare la somma in scadenza il 30 ottobre, qualora da Palazzo Ghilini fossero arrivati i pagamenti del debito. Ma purtroppo stiamo ancora aspettando”.
Continua, quindi, il rimpallo di responsabilità dei due enti su chi deve, per primo, aprire i cordoni della borsa.
Il ballo ci sono però i servizi assistenziali che il Cissaca fornisce alla comunità e che rischiano di essere sospesi per mancanza di liquidità nelle casse del Consorzio, creditore nei confronti del Comune di circa 8 milioni di euro.
Non è solo una questione di arrivare alla fine dell’anno, garantendo i servizi e gli stipendi ai dipendenti del Consorzio.
Fabbio fa presente che “sul futuro del Consorzio è inutile arroccarsi a quello che per legge, comunque, non potrà più essere. La legge ha prescritto di superare i Consorzi di funzioni fra Comuni, imponendo a questi ultimi di scegliere un nuovo modo di gestione di servizi che interessano le famiglie e le persone in difficoltà”. Il Cissaca, attualmente, è composto dal Comune capoluogo e da altri 22 Comuni, è uno dei pochi esempi in Piemonte di un sistema che ha funzionato, pur con problemi spesso collegati al bilancio. Per il futuro esistono ipotesi diverse: le funzioni vengono trasferite all’Asl che si convenzionerà poi con i singoli Comuni. Oppure il Comune di Alessandria svolge direttamente il servizio socio-assistenziale, recuperando le funzioni proprie, e i Comuni del circondario, nonché anche altri, si convenzionano con il capoluogo. O, ancora, si istituisce un’azienda speciale (l’attualizzazione delle tradizionali municipalizzate) che associa tutti i Comuni, Alessandria compresa.
“Il problema – commenta il sindaco – è come fare a mantenere un livello qualitativo alto dei servizi per i cittadini, che non sono solo i semplici utenti finali, ma veri e propri portatori di interesse, motori di tutto il sistema, protagonisti del bisogno, che in tempi di crisi, è aumentato a tal punto da obbligarci a rivalutare tutto il nostro sistema di risposta e di offerta.
E si dovrà continuare su questo percorso, mentre il Consorzio è ancora in attività, accentuando la razionalizzazione dei servizi e riducendo il più possibile gli sprechi, al fine di liberare risorse per le nuove povertà e per i nuovi bisogni di una società in cui la migliore distribuzione della ricchezza rimane un obiettivo non raggiunto e ancora perfettibile”.