Giordano: “continuerò a fare politica, ma non è detto che mi candidi”
Le case in terra cruda, il centro storico, la collina di Valmadonna e Valle San Bartolomeo. Ne parliamo con Giuseppe Giordano, assessore a Urbanistica e Patrimonio di Palazzo Rosso. Che sottolinea: sto con Fabbio, ci valuteranno gli elettori
Le case in terra cruda, il centro storico, la collina di Valmadonna e Valle San Bartolomeo. Ne parliamo con Giuseppe Giordano, assessore a Urbanistica e Patrimonio di Palazzo Rosso. Che sottolinea: sto con Fabbio, ci valuteranno gli elettori
Assessore Giordano, la sua scrivania di assessore è praticamente vuota. Già pronto al trasloco?
Lei provoca, ma fa bene, così chiariamo subito la situazione. Io, lo sanno tutti, sono uno che corre dall’alba a sera inoltrata, perché oltre a fare l’assessore ho anche un’attività professionale, come agente di assicurazioni. La scrivania “pulita” non è sintomo di inoperosità: piuttosto l’esatto contrario. Ho l’impostazione del professionista privato, e me la porto dietro: tutto ciò che arriva deve essere immediatamente smistato, e “lavorato”. Devo dire che qui in assessorato c’è un team eccellente, a cominciare dai dirigenti. Per cui di pratiche accumulate sulla scrivania cerchiamo di non tenerne.
Ma lei pensa di ricandidarsi?
Guardi, io faccio politica da quand’ero ragazzino, e la farò credo tutta la vita. Perché mi sembra sia un dovere civico. Ma non sono per nulla convinto che per fare politica si debba per forza avere un incarico da assessore, o da consigliere. Detto questo, io sono a disposizione del mio partito, e farò ciò che decideremo, in base alla volontà degli elettori. Secondo me la giunta Fabbio ha complessivamente ben operato, pur con tanti problemi e difficoltà che sono propri di tutto il Paese, e delle amministrazioni locali in particolare.
Parliamo del suo assessorato: cosa lascerete alla città di significativo?
Prima di tutto la terza variante strutturale: uno stop serio alla cementificazione, a tutto vantaggio della valorizzazione del territorio. Penso alle case in terra cruda della Fraschetta, che noi per primi abbiamo “normato”, evidenziandone il valore storico culturale, e prevedendo finanziamenti per le ristrutturazioni. Ma mi riferisco anche alla delimitazione dei pozzi idrici, e alla valorizzazione del centro cittadino e delle dimore storiche. E poi c’è tutto il discorso sull’assetto idrogeologico della collina di Valmadonna, e di Valle San Bartolomeo.
E lì assessore sono fioccate polemiche e insinuazioni di ogni tipo. La situazione attuale qual è?
Guardi, a me le polemiche non piacciono, preferisco lavorare seriamente, e dibattere nei luoghi deputati della politica, ossia consiglio comunale e giunta. Del tema “collina” abbiamo discusso ampiamente: sono state convocate credo 12 o 13 commissioni consiliari ad hoc, e con il Comitato di Valle c’è sempre stato un dialogo aperto. Di autorizzazioni e atti di edificabilità per quel territorio nel corso dei decenni, dagli anni Settanta in poi, ne sono stati approvati diversi. Fino all’atto tanto criticato, approvato nel 2006 dalla giunta Scagni e da una maggioranza di centro sinistra. Noi abbiamo aggiunto una serie di paletti ben precisi: per costruire su quella collina (e parlo sempre di entrambi i paesi: Valmadonna e Valle San Bartolomeo) oggi occorre rispettare vincoli rigidi, ottenere una serie di pareri tecnici, offrire garanzie. Le dico di più: tutti i piani esecutivi devono essere approvati anche dalla Commissione Paesaggistica, da me istituita nel 2009. Più di così non credo si possa fare.
Ad Alessandria sta per arrivare un finanziamento di 12 milioni di euro per la riqualificazione urbana, presentato nei giorni scorsi dai vertici regionali. Un traguardo importante?
Assolutamente sì. Si tratta di un finanziamento P.I.S.U. dell’Unione Europea, che giungerà tramite la Regione, e che Alessandria si è aggiudicata partecipando per la prima volta, su mia volontà, come singolo Comune, e non aggregandosi ad altri. Le risorse (che arriveranno con gradualità, per cui ne beneficerà il prossimo assessore all’Urbanistica, che potrei non essere io: ma mi va benissimo così) consentiranno interventi di riqualificazione importanti in strada Pavia, corso Monferrato, via Dossena, fino a piazza Santo Stefano. E in parte anche in Cittadella. Che, me lo faccia ricordare, è un altro nostro fiore all’occhiello. Tutti ne parlano da decenni, ma chi l’ha riaperta, restituendola come spazio culturale agli alessandrini è stato il sindaco Fabbio.
D’accordo assessore. Ma oggi Alessandria complessivamente non brilla per vivacità e progettualità. Penso ad un centro storico sempre meno vivibile. A piazza Matteotti e via Dante che hanno perso completamente il “peso” di un tempo. L’impressione è che ormai Alessandria sia tutta “schiacciata” fra le due piazze: Garibaldi e Libertà…
Non possiamo ignorare però che noi abbiamo operato in condizioni di risorse non scarse: di più. Ma lo sa che gli oneri urbanistici in pochi anni si sono ridotti ad un decimo? Da oltre 5 milioni a poco più di 500 mila euro. E l’Ici sulla prima casa è stata eliminata. Chiaro che noi ci siamo dovuti confrontare con questi dati: fosse per me, rivedrei subito tutto il Piano Regolatore della città, che è ormai datato. Ma per farlo servono denari che non ci sono. Eppure mi rendo conto che una grande trasformazione urbana è necessaria, e deve coinvolgere sia pubblico che privato. In piazza Genova però (io la chiamo ancora così, come i vecchi alessandrini) sono stati fatti interventi significativi. E speriamo davvero di poter procedere in altri angoli della città.
Lei è anche assessore al Patrimonio. Spesso si dice che il Comune di Alessandria ha certamente dei debiti, ma anche un patrimonio immobiliare assai consistente. Lei conferma?
Non solo confermo, ma vorrei sottolineare che grazie al nostro operato c’è stata in questi anni una forte valorizzazione del patrimonio stesso. Un esempio su tutti, i terreni di San Michele: trasformandoli da agricoli a edificabili (nella direzione dello sviluppo della logistica in quell’area), abbiamo fatto lievitare il loro valore, a spanne, da 500 mila a 8/9 milioni di euro. Non solo: avevamo come Ente una serie di magazzini, dispersi sul territorio comunale, e stiamo completando l’unificazione degli stessi, e dell’economato, nella struttura della ex fabbrica Guala, in Pista. Un fabbricato che probabilmente noi non avremmo acquistato, e che ci siamo ritrovati dalla giunta Scagni. Però dal momento che ormai è proprietà comunale, tanto vale utilizzarlo al meglio.
Un cenno ai fiumi è doveroso assessore Giordano, considerato quel (poco, per fortuna) che è successo di recente, e soprattutto che poteva succedere. Vi sentite la coscienza a posto?
Assolutamente sì. Lei si riferisce immagino soprattutto all’area di Panorama e Alessandria 2000. Ebbene: il processo di autorizzazione edilizia e urbanizzazione per tutta quella porzione di territorio partì addirittura nel 1990, con i socialisti. Poi si procedette con le giunte successive, fino all’amministrazione Scagni. Nel 2007 ci fu un ricorso dei commercianti, e una sospensiva. Ma il Tar diede poi il via libera. Come vede noi c’entriamo davvero poco: e pure il palazzo dell’Edilizia, in costruzione, è un progetto di privati, che coinvolge il Collegio Costruttori.