Forse una soluzione per la “moschea” del Cristo
Dal comando di Polizia Municipale anticipano che, grazie a una possibile variazione di utilizzo, la struttura potrebbe essere resa agibile per la preghiera. Nelle scorse settimane la segnalazione di alcuni cittadini aveva fatto scattare la denuncia
Dal comando di Polizia Municipale anticipano che, grazie a una possibile variazione di utilizzo, la struttura potrebbe essere resa agibile per la preghiera. Nelle scorse settimane la segnalazione di alcuni cittadini aveva fatto scattare la denuncia
Sulla vicenda in queste settimane sono intervenute diverse realtà cittadine: la comunità S. Benedetto al Porto e la “Casa di Quartiere” di via Verona, in una lettera hanno espresso solidarietà con i partecipanti, ricordando come quello alla fruizione di spazi di culto sia un diritto sancito dalla Costituzione e come si tratti di un gesto di civiltà quello di offrire a quanti li richiedano spazi di ritrovo e preghiera. Come spiegano nella loro missiva:
Dal canto loro, alcuni degli stessi cittadini musulmani dichiarano: “per noi si tratta di un momento fondamentale non solo per la preghiera in sé, ma anche come luogo di ritrovo e di condivisione. La Moschea di via Verona è pienissima e assai difficile da raggiungere per chi deve pregare cinque volte al giorno, lavora e spesso abita lontano. Uno spazio più vicino sarebbe per noi fondamentale”.
Molto più cauti appaiono invece i consiglieri comunali Mario Bocchio (nella foto) e Maurizio Grassano, che richiamano la proposta di legge avanzata in Consiglio regionale da Marco Botta, onorevole del Pdl, presentata proprio con l’obiettivo di regolamentare la concessione di permessi per la costruzione o la ristrutturazione di spazi da adibire a luogo di culto. Spiega Bocchio, che, con il collega Grassano, ha presentato nei giorni scorsi un ordine del giorno in consiglio comunale per attuare una moratoria per la costruzione e l’apertura di nuove moschee e centri culturali islamici ad Alessandria fino a quando non saranno approvate specifiche leggi nazionali e regionali per regolamentare l’edificazione di luoghi di culto per le confessioni che non abbiano stipulato intese con lo Stato italiano:
Con toni decisamente più forti e apertamente contrari nei giorni scorsi si era espressa anche la sezione cittadina di Forza Nuova, che, esprimendo solidarietà ai cittadini autori della segnalazione, dichiarava: “Questa appropriazione ‘illegale’, da parte della comunità musulmana, è l’anello di una catena fatta di arroganze e prevaricazioni alla comunità locale. I musulmani si sono arrogati il diritto di poter fare ciò che vogliono, come se fossero i padroni della città. Dicono che alla moschea di Via Verona sono in troppi a pregare e dovevano trovare un altro posto. Ma chi dà loro il diritto? Vorremmo vedere, se in un paese a maggioranza musulmana, i cristiani possano godere del diritto di professare liberamente la loro religione”.
Resta il fatto che da diversi anni i rappresentanti della comunità islamica cittadina, con in testa coloro che si incontrano regolarmente in via Verona, chiedono la possibilità di trovare un luogo dove poter erigere una vera e propria moschea per le loro preghiere, da tanti considerata “un simbolo di vera pluralità così come garantito dalla nostra Costituzione, di civilità (anche intesa in senso laico) e di autentica spinta all’accoglienza e all’integrazione di quanti sono ormai a tutti gli effetti cittadini di Alessandria ma spesso faticano a trovare spazi dove poter praticare con dignità e sicurezza la propria fede, quale che sia”.